15. Crush - Brandon

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«Credo di essermi presa una cotta per Kai.»

La guardai senza dire niente, con le braccia lungo i miei fianchi, aspettando che aggiungesse altro, ma la situazione stava diventando esilarante e non riuscii a trattenere una risata.

«Non è divertente.» Disse Zoey infastidita, afferrando il suo grembiule.

Alzai le mani. «Andiamo, un po' lo è. Soprattutto perché io stavo scherzando ieri sera.»

Zoey mi rimproverò con lo sguardo, mentre si infilava il grembiule al collo.

«Ma a quanto pare,» tornai serio improvvisamente, «tu sei seria.» Mi legai il grembiule dietro la schiena.

Zoey raccolse i suoi capelli in una coda di cavallo. «È solo una cotta. Mi passerà, giusto? Mi passerà.»

Mi incamminai verso il bancone per iniziare a sistemare la cassa e la vetrina. «Ti deve passare. Prima di tutto, è fidanzato. Seconda cosa, non ho intenzione di sopportare te che mi parli di Kai ogni volta che dobbiamo vederci.»

Zoey mi raggiunse con un vassoio carico di ciambelle, croissant e pain au chocolat. «Sei sempre così gentile e comprensivo. Non sei tu a dover sopportare me. Sono io che devo vedere la sua faccia ogni volta che vengo a lavorare.» Puntò il suo indice verso di sé.

Alzai gli occhi al cielo. «Ok, ferma lì. Fammi chiamare Dio e chiedergli se possiamo smettere di essere gemelli solo per te.»

Lei forzò una risata. «D'accordo, gemello malvagio, che ne dici se ci limitiamo a lavorare insieme e manteniamo il nostro rapporto strettamente professionale? Evidentemente non sei d'aiuto, quindi non ho intenzione di sfogarmi con te un secondo di più.»

Aprii l'armadietto sotto il lavandino e recuperai uno spray per i vetri e un panno, prima di cominciare a pulire le vetrine del bancone. «A me va più che bene, non preoccuparti. E non agitarti più del dovuto, ti vengono le rughe.»

Zoey si limitò a lanciarmi un'occhiataccia. Non disse nulla anche se sapevo che avrebbe voluto prendermi a parole.

«Ehi.» Disse dopo qualche minuto, catturando la mia attenzione. Sollevai lo sguardo e la vidi esaminare un volantino. «Cos'è? Era attaccato all'entrata. "Campeggio di inizio anno".»

«L'università organizza un campeggio ogni anno il primo weekend di ottobre.» Spiegai mentre mi avvicinavo a lei.

Zoey rimase in silenzio, leggendo tutto il volantino ed osservandolo attentamente.

«Non starai pensando di andarci seriamente.» Intervenni.

Lei fece spallucce. «Perché no? Sarà divertente.»

«Per i fessi.» Finsi un sorriso. «Il che ha senso perché tu sei una fessa.»

«Kai ci va?» Piegò il volantino più volte e lo infilò nella tasca posteriore dei jeans.

Mi portai le mani sul viso e soffocai un sospiro. «Oh, no. Non di nuovo.»

Zoey mi diede un colpo sulla spalla. «Allora?»

«Sì, ragazzina impertinente. Ci va.» Mi accarezzai la spalla, scendendo poi lungo il braccio. «O almeno l'anno scorso ci è andato.»

Un sorrisetto beffardo prese vita sul suo volto.

«No.» Dissi secco.

«Cosa?» Chiese senza togliersi il sorriso dal volto.

«Lascia perdere, idiota. L'hai detto anche tu, è fidanzato, con la tua coinquilina. Ti farai solo del male.» Mi affiancai a lei e allungai il braccio, rubandole il volantino dalla tasca e accartocciandolo nella mia mano.

Torn // Kai ParkerWhere stories live. Discover now