22. Back to reality - Brandon

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Stavo fermo davanti alla cella frigorifera nel retro del bar, fissando la maniglia senza rendermene conto. Nella mia testa si ripetevano continuamente i gemiti di Zoey contro le mie labbra e la stretta delle sue gambe attorno al mio corpo mentre mi muovevo dentro di lei. Il modo in cui ansimava il mio nome risuonava nella mia mente come un disco rotto e l'immagine dei suoi occhi incollati ai miei mi stava annebbiando il cervello.

«Brandon.» Qualcuno mi chiamò in lontananza. «Brandon!» La voce gridò più forte, distraendomi, almeno in parte, dai miei pensieri.

Strizzai gli occhi, cercando di liberare la mente, e scossi la testa per poi voltarmi verso il punto da cui proveniva la voce. «Si?» Risposi confuso.

«Il latte.» Mi rimproverò William.

Annuii velocemente con fare nervoso e aprii la porta della cella frigorifera. Mi guardai attorno, cercando i cartoni del latte con gli occhi ed eccoli lì, in fondo allo scaffale, dov'erano sempre stati. Non credevo di essere così distratto. Lavoravo lì da mesi, oramai, sapevo esattamente dov'era ogni singola cosa e in quel momento ogni compito, ogni incarico mi sembrava così difficile. Era come se le mie sinapsi stessero lavorando al rallentatore, come se la memoria del mio cervello fosse piena e dovessi svuotarla per salvare nuove informazioni. E il file più pesante era la notte con Zoey. Tentavo di spostarlo nel cestino ma mi usciva sempre una finestra di errore che diceva che era impossibile eseguire l'azione. Stavo impazzendo.

Tirai un sospiro di frustrazione e presi tre cartoni, prima di abbandonare la cella frigorifera e tornare da William.

«Sei distratto oggi. E anche più svogliato del solito.» Affermò.

Aprii il frigorifero sotto il bancone e riposi il latte che avevo recuperato. «Non ho bisogno dei tuoi commenti, Anderson.»

Lui sbuffò. «Ti ho già detto che mi dà fastidio quando mi chiami per cognome.»

Feci spallucce, alzandomi. «E io ti ho già detto che non mi interessa.»

William scosse la testa e si accinse a preparare un frappuccino. «Continuo a non capire perché tu debba essere sempre così scontroso.»

Gli lanciai un'occhiataccia, senza rispondere. Ero curioso di sapere dove volesse andare a parare, sempre che il suo commento avesse una conclusione.

«Hai persino terrorizzato Zoey durante il suo primo giorno di lavoro.» Si lasciò scappare una risata amara. «Dovresti rilassarti.»

Al nome di Zoey, il mio stomaco fece una capriola. «Te l'ha detto lei?»

«Ti dico solo che dopo il suo primo turno è andata da Enzo a chiedergli espressamente di non metterla più in turno con te.» Frullò il miscuglio per poi versarlo in un bicchiere.

Abbassai lo sguardo e deglutii.

«Ma naturalmente Enzo non può stravolgere i turni solo per lei, dato che anche io e Lexi abbiamo i nostri impegni e le nostre vite. Amanda?» Chiamò il nome scritto sul bicchiere e una ragazza si avvicinò ringraziando. Quando si allontanò nuovamente, William proseguì. «Ti lascio immaginare la frustrazione di Zoey quando le ha detto che non era possibile.»

«Ascolta, non ho bisogno di una lezione di vita.» Lo interruppi bruscamente. «E poi, ora le cose tra me e lei vanno piuttosto bene.»

Lui scoppiò a ridere sarcasticamente. «Quella sceneggiata al campeggio intendi?»

Digrignai i denti fino a farmi male. «Si, quindi?»

William scosse la testa divertito e dovetti raccogliere ogni forza che avevo per non tirargli un pugno in pieno viso. «È per questo che ha chiesto a Enzo di non far coincidere i suoi turni con i tuoi almeno per la settimana scorsa?»

Torn // Kai ParkerWhere stories live. Discover now