PROLOGO

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«Vorrei tanto vivere una storia
come quella dei libri.»

Che qualcuno tornasse a dedicarmi canzoni, poesie, che facesse l'amore con me, completamente ubriachi. Vorrei che qualcuno tornasse a regalarmi fiori per fare pace, per scusarsi con i colori e i profumi del mio fiore preferito.

È ancora il girasole?

Mi sentivo come lui: si apre guardando il sole e si chiude quando scompare, splende di giorno, appassisce di notte. Io vivevo quando leggevo, mi spegnevo quando chiudevo le pagine di un libro. Splendevo quando scrivevo, appassivo quando chiudevo il computer, rendendomi conto che i personaggi dentro la mia testa non esistevano.

Lui non esiste più...

«Il vostro libro preferito dice molto su di voi. Sul tipo di scrittura che vi piace, genere e descrizioni. Leggere aiuta la vostra creatività. Non dico di copiare, sia chiaro, ma di prendere spunto» spiegò il professor Collins, quel pomeriggio al corso di scrittura. «Hellen, visto che ti vedo un po' tra le nuvole, ci dici qual è il tuo libro preferito?»

«Accademia, professore.» Non ci pensai neanche due volte.

Quel libro vedeva come protagonisti "Noah e Abby". Il loro amore, che andava contro tutto e tutti, mi aveva ispirata per la scrittura del mio romanzo. O forse mi ero ispirata al nostro di amore, che ricordava un po' quello dei miei personaggi preferiti. Fin quando lui non mi diede la certezza che l'amore dei libri non esiste.

«Ed ecco che si spiega il tuo modo di essere un'ineguagliabile romantica.»

Romantica? Il mio romanzo non era più romantico, forse drammatico.

«Dico bene?»

Annuii, sorridendo, anche se dentro sentivo dei calabroni punzecchiare il mio cuore, come punzecchiano le lavande.

«E tu Restian? Quale è il tuo libro preferito? A cosa ti ispiri?»

Mi voltai verso il mio compagno.
Restian Beck. Il più bravo a scrivere poesie, il più taciturno, il più affascinante della classe.

Mi sono sempre chiesta il motivo per cui il sole, attraverso la finestra, decida spesso di baciare il suo viso.

«Non saprei, professore...» si passò una mano tra i suoi capelli folti e castani. «Ne ho tanti.»

«Questo dimostra la tua totale mancanza d'ispirazione e concentrazione.» Il professore si avvicinò al suo banco; sempre stato troppo lontano dal mio. «Dovresti trovarti un libro preferito.» Picchiettò l'indice sul suo taccuino aperto, scarno di appunti. «A fine lezione ci facciamo una chiacchierata ok?» Si allontanò pronto per scrivere qualcosa alla lavagna.

Sentii il rumore del gesso ma non mi focalizzai sulla lezione. La reazione di Restian catturò la mia attenzione. Stava picchiettando la penna sul taccuino, testa bassa e frustrazione al petto.

Cosa gli stava accadendo? Era sempre stato il più bravo del corso. Come poteva non avere un libro preferito? Doveva averne uno, come tutti, no?

Vorrei tanto scoprirlo.

Tornai a fissare la lavagna. Dovetti farlo, perché i suoi occhi verdi e nocciola mi diedero attenzione.

Restian Beck mi sta davvero guardando, per più di qualche secondo.

Restian Beck mi sta davvero guardando, per più di qualche secondo

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Noah e Abby - Noi attraverso loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora