VIZIO

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Restian

Il minimo che potessi fare, per lei ma soprattutto per me, era lasciarla andare in partenza. Con una come lei sarebbe stata sempre una guerra persa perché ne aveva ancora una in corso, e non con me; ne ero consapevole, fin dall'inizio.

Perché avevo scelto di parlarle, allora? Credo per lo stesso motivo per cui la gente inizia a fumare: prima per gioco e poi per dipendenza.

"Cosa leggi?" le avevo chiesto quel pomeriggio in libreria.

"Un pacco di Marlboro" chiede il fumatore al tabaccaio. Lo stesso che pensava di non prendersi mai il vizio.
Quel pacco lo fumerai tutto.
E ti farà male, ma nutrirà la tua dipendenza.

Ecco, io sapevo che avrei preso un brutto vizio parlandole.

Avrei avuto bisogno di sentirla.
"Dammi il tuo numero."
Avrei avuto bisogno di vederla ogni giorno.
"Domani?"

E i vizi sono difficili da togliere.
Vuoi impegnarti quando non respiri più bene, quando i polmoni sono neri, quando stai esagerando. Quando è troppo tardi...

Come avrei potuto togliere un vizio che avevo solo imparato a contenere nel tempo?
Ma alimentandolo - come se volessi sospirare ogni parte di lei -, sarei stato io quello a non contenermi.

Dopo il compleanno di Asher e dopo averla lasciata a casa, poggiai la testa sul cuscino, chiusi gli occhi, sospirai forte e giunsi alla conclusione che, in poche settimane, era diventata un vizio più grande di una semplice sigaretta.

Era stato stupido da parte mia tentare di farle accantonare Demian dalla testa.

Questo era un problema, perché lei non fumava. Faceva direttamente uso di droghe:
il suo ex.

Chi vuole sballarsi acquista droghe pesanti.
La sigaretta crea assuefazione, ma non regge il confronto.
Essa fa male, a lungo andare, ma la droga arriva dritta al cervello in pochi secondi.

Lei non aveva iniziato con le sigarette - con me.
Lei aveva iniziato con la droga - con Demian.

Come può una semplice sigaretta superare le crisi d'astinenza? La fumi, ti rilassi, ma poi hai bisogno di qualcosa di più forte.
E quello io non posso darglielo.

Sai di non doverti avvicinare ai drogati, sai che è difficile salvarli, ma chiedendole "vuoi leggere con me?" avevo accettato la sfida.

Hellen, però, non voleva essere salvata.

Mi addormentai pensandola, mi svegliai allo stesso modo. Cercai di tenere la mente occupata mentre, quella mattina, mi misi in macchina pronto per andare a prendere mio padre in aeroporto insieme a mia madre. Il suo interrogatorio, durante il tragitto, non aiutò.    

«Da quanto tempo esci con l'ex di Demian?»

Sospirai, abbastanza forte, per cercare di farle capire che avrei voluto che l'argomento venisse chiuso in fretta. «Ha un nome.» Oltre che il solito appellativo.

«Ok, e tu non hai risposto.»

«Non usciamo più insieme quindi puoi anche troncare l'argomento.» Mi fermai allo stop. Controllai l'ora. Eravamo in perfetto orario, anche se quell'impegno mi avrebbe fatto saltare la lezione di oggi.

Noah e Abby - Noi attraverso loroWhere stories live. Discover now