RUM

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Hellen

Alla festa di Halloween venni invitata al compleanno di un amico di Restian: Asher. Pensavo che fosse un po' troppo su di giri per invitare apparentemente una sconosciuta, ma il pomeriggio dopo - in libreria con Restian dopo aver letto due capitoli di Accademia - mi fece sapere che sarebbe passato a prendermi alle ore 20:30.

«Tra un'ora?» sbarrai gli occhi. Erano già le ore 19:30. Come è possibile che il tempo vola con lui? «Devo scappare allora.»

«Perché?»

Risposi mentre infilavo il libro nello zaino. «Devo prepararmi, Res. Sono donna, mi ci vuole tempo.»

I suoi occhi balzarono su di me. «Non sei già pronta?»

«No?» Avevo gli stessi vestiti da quando mi ero preparata per andare al corso: maglione oversize beige e jeans, troppo casual per una festa.

Mi alzai dalla sedia e lui fece lo stesso. «Ti porto a casa allora.»Durante il tragitto in macchina sentii spesso il suo sguardo addosso. «Ci metterai tre anni?»

«Forse quattro.» Dovevo ancora lavarmi.

«Dai, Hellen... Odio aspettare le ragazze.»

Le ragazze? Perché sta generalizzando? Non ero abituata a stare in una classifica. Sentii una strana sensazione allo stomaco. Fastidio?

«Tu vai, allora. Io verrò dopo» dissi
guardando fuori dal finestrino.

«Sei scema? È ovvio che ti aspetto, penso solo che...» Fece una pausa e d'istinto mi voltai verso di lui. Mirò il mio riflesso dello specchietto retrovisore. «Eri già perfetta così, ma come vuoi.»

«Cercherò di sbrigarmi» dissi con fastidio tornando a guardare fuori.

«Ti ha punto un'ape?»

«Mh?»

«Sembri arrabbiata.»

Lo ero. Perché lo sono? Non posso esserlo, noi siamo amici. «Arrabbiata? Perché dovrei?» Lo mirai pronta a sorridere e a mettere da parte quella strana emozione: la gelosia.

Fece spallucce per poi fermarsi proprio davanti la porta di casa mia. Aprii lo sportello. «Faccio subito. Alle 20:30 sarò pronta, promesso.»

Sorrise. Un sorriso che mostrò i suoi dritti e bianchi denti. Mi sciolse. Ma la sua frase di più. «Mettici pure quattro anni, ti aspetterò, ok?»

«Dici che ti dà noia aspettare le ragazze.» Imitai la sua voce. «Hai cambiato idea?» Stavo per scendere dalla sua macchina ma la sua domanda bloccò i miei arti.

«Sei gelosa dei tuoi amici, Hellen?» Aveva le sopracciglia alzate e un sorrisetto stampato in faccia.

Perché è sempre così sveglio? Capisce fin troppo bene il genere femminile. Me. «Ah-ah-ah divertente, Res.» Sdrammatizzai scendendo davvero dalla macchina questa volta. «A presto.»

«Hai quarantacinque minuti di tempo.» Lo sentii urlare dalla sua auto mentre io mi stavo sbrigando a girare la chiave nella toppa e entrare dentro casa.

Noah e Abby - Noi attraverso loroWhere stories live. Discover now