NICOTINA

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Restian

Qualche ora prima

Se ti senti meglio,
ti va di passare la serata da me?
Ci sono anche i miei amici.

Scrissi quel messaggio con una mano mentre con l'altra tenevo Ares al guinzaglio, che notai si mise all'attenti subito dopo quando sentì il motore della macchina di Demian.

Quel bastardo ha una bella macchina.

Ci era riuscito ad averla.
Guardavamo riviste di macchine insieme all'età di tredici anni e lui sceglieva sempre le Aston Martin. Le sceglieva perché sapeva che, economicamente parlando, poteva averle, mentre io mi limitavo a sognarle.

Spesso sceglievamo la stessa macchina e lui diceva che sarebbe stato figo avere la stessa. Due macchine uguali puoi comprarle se ti piacciono. Due Hellen però non esistono.

Scese dalla macchina, sbatté la portiera e...
Sta venendo verso di me?

«Sei un pezzo di merda, Restian...» disse l'attimo prima di prendermi per il maglione e sbattere la mia schiena sulla mia di macchina.

Il suo respiro era irregolare, come tutte le volte che da bambino litigava con il padre e trovava un rifugio a casa mia.
Come anche quando lo trovava da adolescente.
Spesso anche scavalcando il balcone della sua stanza per raggiungere il mio.
Suo padre convinto di avere il figlio in punizione chiuso nella sua camera, mentre invece io e lui giocavamo alla PlayStation nella mia.

Anche Ares era cresciuto con lui ma, a causa del comportamento di Demian, iniziò a ringhiare perché il padrone rimanevo io.

«Ti sei rincoglionito?» gli dissi sentendo anche l'abbaio di Whisky che voleva difendere il suo di padrone attraverso le sbarre di casa sua.

«Tu ti sei rincoglionito, Restian.»

Continuava a fissare i miei occhi senza neanche far caso ad Ares che era prossimo ad aggredirlo. E Ares non si era mai permesso di mostrare i denti a qualcuno, tanto meno a Demian.

Portai Ares dentro il giardino e chiusi il cancello, pronto ad aprire una conversazione con l'ex di Hellen.

Mi chiesi il motivo per il quale fosse così arrabbiato con me dopo essere andato a letto con lei.
Coincidenza? No... non credo.

Io non gliel'avevo di certo detto, quindi... perché Hellen l'aveva fatto?
Quando?

Mi avvicinai a lui, poggiandomi sul bagagliaio della mia macchina, mentre Demian rimase più indietro.

«Qualcosa non va?» domanda ovviamente retorica, che diede fastidio a un ragazzo apparentemente molto agitato.

«Evita di fare la testa di cazzo.»

«Delicatissimo.» continuai a stare calmo. Calma apparente perché in realtà il mio cuore era molto agitato. Volevo sapere perché si erano sentiti, o peggio, visti.

Chiuse gli occhi, respirando, cercando di certo di calmarsi «Ma io dico...» li riaprì «Perché proprio con lei?»

Vorrei dire che la ruota gira.
Che il karma fa il suo corso.
Ma fare un discorso del genere avrebbe senso quando sei sicuro dei sentimenti dell'altro.
Io, essendo, e soprattutto, capendo che lei ha parlato con Demian in qualche modo e io stesso non ne so ancora nulla, non ho la sicurezza e la saccenza di usare certi termini.
Mi renderei semplicemente ridicolo.

Noah e Abby - Noi attraverso loroWhere stories live. Discover now