7 - Sam fa spettaccolo in un bar di criminali

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Sam Hawkins

Con balzo agile Iku raggiunse Sam. Non sembrava assolutamente stanco nonostante avesse combattuto nell'arena per più di mezz'ora senza pause. Aveva battuto diversi avversari, forse sette o otto, Sam non ne era sicuro. Aveva fatto vincere e perdere numerose scommesse e vinto come la sera prima una mazzetta di soldi.

- Sei come una prostituta.
Sentenziò Sam non appena Iku gli porse i soldi appena guadagnati.

- Vendi il tuo corpo per soldi.
Si sentì in dovete di spiegare, Iku l'aveva guardato male a metà tra lo scettico e lo sconvolto. Sam prese i soldi e se li mise in tasca. Decise in quel momento che avrebbe cominciato a racimolare soldi per comprare uno scooter.

Erin batté il cinque ad Iku con soddisfazione:
- Ottima serata, ho guadagnato un bel po' scommettendo su di te. Hai voglia di andare a bere qualcosa?

- Sarebbe davvero un piacere.
Sorrise Iku e Sam protestò:
- Potresti consultare anche me? Magari io non ho voglia.

Non sapeva cosa intendesse quella ragazza con "bere qualcosa", ma Sam era abbastanza sicuro che poche bevande fossero commestibili lì ad East Oakbridge e non gli sembrava il caso di andare a rischiare la vita per aiutare Iku a rimorchiare una ragazza dei bassifondi che scommetteva su gente che si picchiava in una specie di discarica.

- Sam, tesoro, avresti voglia di berti un bicchiere con il tuo migliore amico e questa bella fanciulla?

Odiava Iku, tantissimo.
- Va bene. Tanto non ho possibilità di scelta, come al solito.

I combattimenti nel ring stavano andando avanti, ma molti dall'uscita di Hakaku avevano smesso di prestare attenzione a quello che avveniva al centro dell'arena, e fissavano Iku con un timore misto a curiosità.

Sam decise che la loro priorità al momento era andarsene da lì, l'aria si era fatta talmente pesante che rendeva difficile respirare, e tutte quelle grida erano il modo migliore per farsi venire un'emicrania. Erin finì di contare i soldi che aveva appena vinto poi si alzò e fece segno ad Iku di seguirlo. Sam cominciava ad essere stanco di essere ignorato anche se, forse, essere ignorato da teppisti di quella specie era una buona cosa. Iku lo prese per un polso cogliendolo di sorpresa e lo guidò tra i rifiuti e le persone, seguendo la chioma blu di Erin.

Uscirono dal sotterraneo da una via diversa rispetto a quella da dove erano entrati e sbucarono in una zona della periferia che Sam non conosceva. Chissà se Same sarebbe riuscito a trovare la via di casa prima dell'arrivo dell'alba. Erano in una piazzetta che sembrava un po' troppo pulita per gli standard di East Oakbridge, al centro una statua di un grande uomo del passato resa irriconoscibile da un pesante strato di graffiti colorati pendeva un po' inclinata verso sinistra. Aiuole prive di fiori correvano tutt'intorno alla piazza qua e là la sagoma di qualche panchina faceva capolino dalle ombre scure.
- Dove siamo?

- In un posto speciale.
Gli rispose Erin con voce beffarda.

- L'ho notato.
Borbottò Sam, Iku non disse nulla, aveva ancora le dita strette attorno al suo polso e si guardava attorno con crescente curiosità.

Erin si incamminò attraverso la piazza, passando sotto la statua pendente. Arrivarono poco dopo ad un bar, situato in una delle vie attorno alla piazza. Se la piazza era vuota, completamente deserta, la via era tutto il contrario. Uomini che avevano più alcool che sangue nelle vene cantavano a squarcia gola canzoni volgari fuori dai numerosi bar aperti, cani randagi si muovevano adagio al margine delle ombre alla ricerca di un pasto. Qualche ragazza vestita un po' troppo poco se ne stava seduta lungo la strada o appoggiata ai muri vicino ai lampioni accesi lanciando occhiate e sorrisi provocanti ai passanti.

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