28 - Chicchierata sentimentale dopo aver scampato la distruzione

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Amelie

- Iku, ti presento Amelie.
Disse Sam completamente fuori contesto.

Amelie sospirò, quel ragazzo la stupiva ogni istante di più, non gli pareva il momento giusto per le presentazioni, ma apprezzò ugualmente. Iku chinò la testa verso di lei in segno di saluto e lei ricambiò, Iku aveva due occhi verdi che parevano quasi alieni e puzzava talmente tanto che Amelie sentiva il suo cattivo odore fino a cinque metri di distanza. Probabilmente non aveva passato dei bei momenti negli ultimi quatto giorni.

- Abbassa la pistola, Lucos.

Intimò Ally con voce ferma, masticando una gomma. Amelie tornò a inquadrare meglio con il cellulare i Lucos, era riuscita ad hackerare uno dei canali più guardati della televisioni di Devil Town e ora stava mandando in diretta tutto ciò che stava accadendo in quel capannone. Molti cittadini stavano assistendo personalmente a ciò che stava accadendo. Ora avevano tutte le prove che servivano per incastrare i Lucos una volta per tutte e moltissimi testimoni, ce l'avevano fatta.

Lentamente il padre di Iku mollò la pistola e alzò le mani, sua moglie lo imitò. Non parevano avere un'espressione molto allegra. Ally scoppiò a ridere e gli ammanettò con un sorriso soddisfatto.
- Ho sempre desiderato farlo.

In quel momento un tonfo sordo attirò l'attenzione di tutti, Amelie si voltò di scatto. Iku era crollato all'improvviso al suolo privo di sensi.

- Qualcuno chiami un medico.
Esclamò Sam agitato, chinandosi subito accanto a lui.

Jen guardò sbrigativa Ravi: - Tu sei un medico, vieni qui.
- Non sono un vero medico!

- Qualcuno chiami un vero medico!
Intimò Yui.

- Chiamalo tu, idiota.
Disse Ally verso di lui, Amelie sospirò. Come avevano fatta a farcela ancora era un mistero per lei: erano solo un branco di idioti.

Yui finalmente chiamò un medico, in realtà non era necessario, tutti stavano guardando la diretta in quel momento, le forze dell'ordine, i medici e i giornalisti stavano tornando sui loro passi per raggiungere di nuovo il capannone, in breve tempo si sentì di nuovo il suono delle sirene riempire l'aria. Amelie inquadrò i Lucos, erano inginocchiati a terra con le mani dietro la schiena bloccate dalle manette, Ally li stava tenendo sotto tiro con la pistola. Marito e moglie avevano il capo chino e lo sguardo bruciante di rabbia, stavano probabilmente pensando ad un modo per uscire da quella situazione.

In quel momento arrivò un'ambulanza seguita da una decina di volanti della polizia, Amelie riprese ogni cosa. I medici caricarono Iku svenuto via su una barella, e prima che potesse protesare presero anche Sam, imbrattato di sangue e vernice rossa non aveva un aspetto molto sano. Ravi li seguì a disagio, ancora vestito da medico. Ally e Yui aiutarono alcuni poliziotti a prendere i Lucos e caricarli sull'auto della polizia.

Il padre di Iku non aveva intenzioni di arrendersi:
- Non arrestati noi, arrestati questi senza poteri. È tutta colpa loro.
Per un attimo i poliziotti tentennarono, qualcuno gridava, qualcuno piangeva, qualcuno semplicemente era immobile, paralizzato e sconvolto da quello che stava succedendo.

Devil Town era nel caos più totale, ad Amelie non serviva uscire per capirlo, la città non aveva più un capo, una guida. La persona che avrebbe dovuto succedere i coniugi Lucos era svenuta su un'ambulanza, il fratello di Iku era troppo piccolo per prendere in mano la situazione e di certo, dopo quello che era successo nessuno gli avrebbe dato ascolto. Nessuno sapeva più chi ascoltare e chi seguire.
Alcuni poliziotti si ritrovarono confusi a vagare per il capannone senza sapere cosa fare. Non sapevano se arrestare o aiutare le persone che per anni avevano governato la città.

Jen nella confusione generale balzò in piedi su una cassa sbatté con violenza un piede sul legno attirando l'attenzione di tutti.

- Ascoltatemi tutti attentamente. Doyle Ikuji Lucos, la persona che ora dovrebbe prendere in mano la situazione versa in situazione critiche a causa dei suoi genitori. Credo che ognuno di noi abbia sentito e abbia assistito a cosa è accaduto poco fa.

Rivolse una veloce occhiata ad Amelie che continuava a riprendere tutto, altri giornalisti, appena arrivati stavano riprendendo la scena.

- Io, Jennifer Christine Jefferson, in quanto futura moglie di Doyle Ikuji Lucos mi prendo la responsabilità di gestire temporaneamente la situazione, nella speranza di trovare al più presto qualcuno di più qualificato, tramite un sistema elettivo valido che coinvolga tutti voi.

Poi la ragazza si rivolse ai poliziotti confusi.

- Portate via i Lucos, interrogateli se volete, fornite loro un avvocato se lo desiderano. Verrò al più presto in centrale per raccontare i fatti in maniera dettagliata. 

Dopo un attimo di smarrimento e indecisione i poliziotti la ascoltarono e portarono via i coniugi Lucos ignorando tutte le loro urla e le loro proteste.

Jen balzò giù dalla cassa, in un istante fu sommersa da una folla di giornalisti e cameramen che speravano di registrare e scrivere lo scoop della vita. Amelie da fuori la folla perse un attimo di vista Jen, poi la sentì parlare. Raccontò in breve il piano dei Lucos e di come loro l'avevano scoperto e fermato, poi tagliò corto dicendo che avrebbe spiegato bene i dettagli in centrale alla polizia e a qualche intervista privata.

Liquidò poi la folla di giornalisti con un gesto secco, dopo qualche ulteriore insistenza il capannone si svuotò, Amelie smise di registrare. Jen crollò a terra e si appoggiò alla cassa con un sospiro stanco.

- Che settimana assurda.
Mormorò scuotendo la testa, Amelie si avvicinò e si sedette accanto a lei. Erano rimaste solo loro due. Tutte le persone che fino a poco fa riempivano il capannone sembravano essersi volatilizzate quasi magicamente, attorno a loro c'era uno strano e pesante silenzio.

- Ce l'abbiamo fatta.

- Sì, Amelie ce l'abbiamo fatta.

Jen si abbracciò le gambe e guardò il vuoto con aria persa. - Ho diciassette anni, non ho l'età per tutto questo. Siamo tutti troppo giovani.

Amelie annuì e ripensò al corpo privo di sensi di Sora, il suo viso pallido, la ferita quasi mortale e tutto il sangue che bagnava i suoi vestiti. A Iku ridotto male, riverso a terra, tradito dai suoi genitori, torturato e quasi ucciso. A Sam che si era lasciato picchiare per raggiungere Iku. A Jen che aveva dovuto comportarsi da pazza psicopatica e non aveva dormito notti intere per la paura di perdere le persone a lei care. A Micah che era poco più di un bambino, che dopo che avevano trovato il corpo di Sora non si era allontanato dal suo fianco nemmeno un istante. Erano stati giorni assurdi, davvero. E nessuno di loro aveva l'età per quello che era successo.

- È vero, ma ce l'abbiamo fatta Jen. Siamo sopravvissuti tutti quanti e ora abbiamo la possibilità di vivere una vita migliore di quella precedente.

- Non ho molto amici, ma ti va di essere una di loro?

Chiese Jen, cogliendo completamente di sorpresa Amelie. Jen era troppo stanca persino per ostentare il suo orgoglio.

- La prendo come una specie di dichiarazione.

- Prendila come vuoi.

Sbuffò Jen, poi la sua espressione contrariata si sciolse in un bel sorriso. Amelie osservò la ragazza accanto a lei, non poteva non ammirarla. Jen non era la protagonista della storia eppure aveva salvato la situazione senza aspettarsi nulla in cambio. Aveva lottato per sè stessa, per i suoi amici e per Devil Town. Aveva rischiato di perdere tutto innumerevoli volte, ma non si era mai permessa di crollare. Amelie sentì il suo cuore accelerare mentre osservava gli occhi grigi di Jen che, seppur stravolti, parevano brillare, il suo viso dai lineamenti dolci e la spruzzata di lentiggini che aveva sul naso e i suoi capelli spettinati. Forse la sua non era solo semplice ammirazione...

A. A.
SONO VIVA, manca pochissimo alla fine, giusto qualche capitolo. Amo queste due ragazze da morire, sono fantastiche. Detto ciò, a presto (:

Devil town ||boyxboy||Where stories live. Discover now