8 - Salvo il senza poteri che ho bullizzato

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Doyle Ikuji Lucos

Iku scese dalla macchina nera seguito da suo fratello e salutò l'autista con un cenno. Era in anticipo come al solito. Sbadigliò lasciando cadere lo zaino per terra. Sam non era ancora arrivato. Il cortile davanti alla scuola era praticamente vuoto, c'erano solo le macchine dei professori più mattinieri.
- Yuji?

Suo fratello si voltò a guardarlo con un sopracciglio alzato. Non si parlavano quasi mai. Iku era abbastanza sicuro che il suo fratellino lo odiasse.

- Hai la cerniera abbassata.

Yuji assottigliò gli occhi credendo che si trattasse di un brutto scherzo. Qualche istante dopo abbassò lo sguardo per controllare, sobbalzò e si sistemò i pantaloni.

- Grazie.

Disse solamente prima di voltargli le spalle e andare al caldo in uno dei bar aperti attorno alla scuola. Iku lo guardò allontanarsi con un ghigno divertito sulle labbra. Aveva mezz'ora abbondante prima dell'inizio delle lezioni e tantissime possibilità per ammazzare l'attesa. Scelse di fare una camminata fino al fiume. Era un po' lontano, ma pazienza. Sarebbe arrivato tardi, come suo solito. I suoi genitori si sarebbero arrabbiati, avrebbero detto che era un pessimo esempio e che il sui fratellino, Doyle Yuji Lucos, era meglio di lui, lui si che portava onore alla famiglia.
Yuji aveva quattro anni meno di Iku, lo stesso nome e lo stesso cognome. I capelli un po' più chiari e gli occhi marroni al posto che verdi e un'evidente ostilità nei confronti di Iku, chissà di cosa gli avevano riempito la testa i loro genitori. Probabilmente solo di un mucchio di spazzatura inculcato con belle parole.

C'erano diverse strade che portavano dalla scuola al Pot, il fiume che divideva Devil Town in due. Il centro città dalla periferia, ricchi dai poveri, portatori dai non portatori, lui e Sam. Sam era uno dei pochi portatori che vivevano poco dopo Oakbridge. È lì che Iku stava andando.

Le strade secondarie che stava scegliendo per evitare le strade piene durante l'ora di punta erano praticamente deserte. Il sole non aveva ancora fatto capolino del tutto sopra l'orizzonte e una luce rosacea si stava allungando su alberi e case rendendoli quasi inconsistenti.
Dall'altra parte del marciapiede stava camminando un ragazzo dall'aria trascurata, due cuffie in testa e la custodia della chitarra sulle spalle al posto dello zaino. Il suo sguardo incrociò quello di Iku e un lampo di panico gli riempì lo sguardo.

- Sora!
Gridò Iku sventolando la mano nella sua direzione, poi attraversò la strada con una corsetta e lo raggiunse.
- Giorno Sora.

Sora sospirò, si portò una mano alle cuffie e le spense. Erano compagni di classe da un paio d'anni ormai, ma non si conoscevano per niente.

- Cosa vuoi, Lucos?

- Volevo dirti, grazie. Tieni... Ti ho comprato una torta.

Iku si tolse la cartella fermandosi in mezzo al marciapiede e ne tirò fuori una scatola di cartone un po' ammaccata in un angolo. Sora rallentò il passo per aspettarlo e poco dopo si ritrovò il pacchetto tra le mani.

- Spero che ti piaccia.

- Anche io. - Mormorò Sora, un sussurro appena percettibile. - Le mie informazioni ti sono state utili quindi?

- Oh, un sacco. Erin ha acconsentito.

- Me l'aspettavo.

Sora non disse altro e si riaccese le cuffie. Ogni tanto lanciava occhiate di puro odio a Iku o alla torta che aveva appena ricevuto. Qualche giorno prima Iku aveva gli aveva chiesto (con molta gentilezza e nessun ricatto, ovviamente) diverse informazioni su East Oakbridge e le gang di rilievo. Con la giusta leva tutte le persone hanno un sacco da raccontare.

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