25 - Non è bello senza traumi pt. 2

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Sora

Sora non immaginava che sarebbe finita in quel modo. Quando era uscito dall'appartamento di Micah con in mano la maschera di Hakaku non immaginava che si sarebbe ritrovato rinchiuso, legato ad una scrivania e imbavagliato in un ufficio, nel giro di ventiquattr'ore.

Sospirò esasperato. Lui non era un eroe e non era tantomeno un criminale, lui era un fallito che voleva solamente dedicare la sua vita alla musica. Si dimenò un po' per saggiare i nodi che gli stringevano i polsi, erano ben fatti e ad ogni movimento sembravano stringersi sempre di più, dannazione.

Non aveva fatto in tempo ad andare a portare il messaggio a nessuna gang, era stato aggredito prima. Un gruppo di energumeni violenti era spuntato da un vicolo, lo aveva accerchiato e picchiato fino a fargli perdere i sensi. Si era svegliato da poco in quell'ufficio lugubre e da discarica, da solo. Non aveva più la maschera e non aveva più armi, non che le sapesse usare bene, ma un coltello, anche una lametta di poco valore, sarebbe stata utile nella sua situazione.

Se l'orologio alla parete era corretto erano le quattro della mattina, lui era stato preso alle sei di sera circa, ciò significava che era rimasto svenuto per una buona quantità di tempo, eppure la fame, mista a nausea che gli stava consumando lo stomaco gli suggeriva che forse era rimasto più di un giorno privo di sensi. Com'era possibile? Non era così debole da finire fuori gioco per un semplice pugno. Forse gli era stato iniettato qualcosa per tenerlo buono? In effetti il lato del collo gli prudeva e aveva la vista appena offuscata.

Cosa accidenti stava succedendo? Sentì delle voci venire da oltre la porta di metallo dell'ufficio, dei passi si avvicinavano. Sora trattenne il respiro, guardandosi febbrilmente attorno alla ricerca di una soluzione o un'illuminazione divina.

La porta con un cigolio si aprì, lì, semi nascosta dall'oscurità la maschera inespressiva di Hakaku lo fissò. Sora restò immobile, osservò la persona davanti a sè, indossava abiti larghi e pesanti che rendevano impossibile intuire le forme del corpo di Hakaku.

- Ciao, piccolo Sora.

Al sentire quella voce un brivido scosse le spalle del ragazzo e tutto gli fu chiaro. Non rispose (anche perchè aveva un bavaglio che gli premeva sulle labbra) e si limitò a lanciare uno sguardo freddo in direzione della persona appena entrata.

- Quando ho visto che c'eri tu sotto la maschera di Hakaku mi sono messa a ridere. Hanno affidato un compito così complesso a una nullità come te. Quanto siete disperati senza il vostro Iku.

Sora ancora non rispose, Hakaku si avvicinò e gli abbassò con la scarpa il bavaglio. - Ora voglio sapere cosa state progettando te e il tuo gruppetto di amici.

- Lo vorrei sapere anche io.
Rispose lentamente Sora, assaggiando ogni parola, aveva la lingua intorpidita. Hakaku scoppiò a ridere poi si accucciò di fronte a lui e gli sventolò sotto il naso il suo cellulare. Sora si irrigidì, sicuramente se quella strega aveva letto i messaggi del gruppo che avevo con Sam, Jen e Micah sapeva già cosa stava succedendo.

- Sam ha trovato un hacker, a cosa vi serve un hacker?

- Un hacker è sempre utile.
Sora si prese una sberla per le sue parole, alzò lo sguardo su Erin e fece spallucce:

- È vero.

- Sora, tu, tra tutti quei deficienti sei il mio preferito.

- Wow.

- Che ne dici di aiutarmi? Ho mantenuto io al posto tuo i contatti con i tuoi amici per tutto il giorno. Dopo la morte di Iku ti lascerò andare, se ora mi dai una mano.

- No...

- Tanto so che Iku non piace nemmeno a te.

Sora scosse la testa.
- Non capisci, moriranno tutti i senza poteri se quel ragazzino muore.

- Non mi interessa, io mi salverò.

- No, ti hanno detto che ti salveranno? Mentivano. Per loro sei feccia come tutti gli altri.

Hakaku scoppiò a ridere, la maschera distorse la sua risata producendo un suono terribile, un grattare basso e da brividi. Quando Iku rideva con quella maschera il suono era cristallino, buffo e piacevole da sentire.

- Ikuji morirà, Sora. E se non vuoi fare la stessa fine aiutami.

- Non ho paura della morte.
Sora guardò Hakaku freddamente. Non aveva paura della morte, perchè era già morto. Innumerevoli volte. Era morto quando aveva assistito al suicidio di sua madre, era morto quando suo padre lo aveva abbandonato, era morto quando il suo migliore amico era stato ucciso. East Oakbridge era come un mostro, una bestia viva, che ogni giorno si prende un morso di te. Uccide innumerevoli volte e ad East Oakbridge innumerevoli volte si muore.

- Forse perché non la conosci. Iku frignava come uno stupido quando si è reso conto che sarebbe morto.

- Iku frigna sempre per tutto.

- Non ancora per molto.

Suo mal grado Sora alla battuta di Hakaku scoppiò a ridere, il nervosismo e la tensione abbandonarono il suo corpo con quella risata.

- Non ti aiuterò, mi dispiace. Morire ora per mano tua, morire per mano dei Lucos tra qualche giorno non mi cambia.

Hakaku si tirò in piedi con un sospiro e scosse la testa, la maschera oscillò sul suo viso. Sora la osservò un istante poi fece un sorriso.

- Non ti capisco. Perché stai facendo tutto questo?

- Perché? Perché sono stata umiliata. Quell'idiota ha distrutto i miei sogni con facilità incredibile e mi ha riso in faccia. Non ho perso tempo a piangere su quel che restava dei miei desideri e ho sognato ancora più in grande e ora sto facendo diventare questo nuovo sogno realtà.

Sora chinò il capo con un sorriso divertito, improvvisamente i versi di una canzone gli comparvero in testa accompagnati da una melodia nuova. L'ispirazione arrivava sempre nei momenti sbagliati.

Hakaku prese dalla tasca una pistola, Sora la guardò. Non aveva paura di morire, aveva immaginato quel momento miliardi di volte. Aspettava da quando aveva visto sua madre morire che la morte venisse a reclamare la sua anima.

Era arrivato il momento eppure era il momento sbagliato. Aveva aspettato la morte per anni ed ora che era arrivata non voleva andarsene. Si era innamorato da poco, aveva degli amici, aveva un vestito per il ballo d'inverno, aveva persino l'idea per scrivere una canzone.

Chiuse gli occhi.

- Sora mi dispiace, ma non posso rischiare di tenerti in vita. Tranquillo i tuoi amici ti raggiungeranno presto.

- Né dubito.

Poi sentì lo sparo. Un dolore lanciante al petto gli fece spalancare gli occhi, si accasciò contro la gamba della scrivania mentre tutto si tingeva di rosso. Mentre la sua coscienza stava scivolando via sentì uno strano suono, metallo contro il metallo, delle grida concitate poi un altro sparo. La maschera bianca di Hakaku cadde davanti a lui. Sora la vide rimbalzare sul pavimento e sporcarsi del suo sangue, mentre la sua vista si scuriva sempre di più. Qualcuno gridò, le sue orecchie fischiavano confuse.

Qualcuno si avvicinò alla maschera per terra, della mani si strinsero attorno al legno bianco. Sora poi smise di vedere e di sentire. Attorno a lui fu solo un nero morbido e freddo che sapeva di nostalgia.

A. A.
MUAHAHAHAHAH. (:

Devil town ||boyxboy||Where stories live. Discover now