~Mancanza~

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Quando Scarlett si era svegliata aveva visto tutto buio e il panico le aveva fatto battere il cuore due volte più veloce.
Ma solo per un attimo.
Subito dopo era arrivata un infermiera che aveva cercato di tranquillizzarla. Poco dopo era arrivata sua madre.

Si fiondò ad abbracciarla con le lacrime agli occhi.
Ringraziava il cielo e Dio che sua figlia fosse ancora viva e con gli occhi aperti.

Scarlett restava scossa e non capiva niente. Aveva ricordi confusi di tantissime cose e non riusciva a capire cosa fosse successo prima e cosa dopo e soprattutto cosa era reale e cosa fantasie dei suoi sogni.

Sua madre non si staccò da lei un attimo.

Continuava a chiederle come si sentiva, se stesse bene, se poteva fare qualcosa per aiutarla, Scarlett sentiva quelle domande, ma le sentiva molto lontane da sé.

C'era qualcosa che non andava.

Si guardò le gambe e le braccia, si tastò il collo e la faccia. Apparentemente tutto andava bene, ma perché si sentiva così fuori posto?

Scarlett rimase in ospedale altri due giorni per via di controlli che i dottori volevano fare. Una volta appurato che stesse bene le diedero il permesso di tornare.

«Non sei felice Scarlett? Torni a casa dopo tutto questo tempo» Le disse un'infermiera entrando in camera.

Scarlett annuì quasi meccanicamente.

«Certo che lo sono» Alzò gli occhi sull'infermiera. «Perché me lo chiedi?»

Le rimase lievemente sorpresa. «Sembri... ecco, non sembri proprio felice. Stai bene?»

Le facevano tutti quella domanda e lei rispondeva sempre si, si e si.

Ma la verità era che si sentiva tremendamente male. Non era un male fisico, ma non sapeva come spiegarlo.

Era simile alla sensazione che sentiva quando, dopo essersi resa conto che le proprie unghia erano troppo lunghe, le si tagliava cortissime. Era proprio quella la sensazione. La sensazione che mancasse qualcosa, ma mille volte peggio.

La ragazza tornò a casa con la madre, il padre e la sorella minore.

Si sentiva come sempre e al tempo stesso si sentiva sola. Come se qualcosa l'avesse abbandonata.

Quando si era svegliata ricordava tantissime cose, ma non riusciva a trovare la giusta seguenza. Adesso, invece, ricordava poco e niente, la sensazione che le mancasse qualcosa era più forte di qualsiasi altra cosa e le occupava la mente tutto il giorno.

Poi, il giorno dopo essere tornata a casa, si era guardata allo specchio di camera sua e sul petto aveva notato una piccola macchia rossa proprio nella stessa posizione dove una volta c'era la sua scheggia.

La sfiorò con le dita. Il respiro le mancò per un attimo e il cuore aumentò il battito. La sensazione di solitudine si moltiplicò, non riusciva a spiegarselo.
Gli occhi divennero umidi e non riuscì a trattenersi.
Scoppiò a piangere, cadde in ginocchio e continuò a piangere non preoccupandosi di trattenere i singhiozzi come al solito.
Rimase lì per ore.

•••

«Sei riuscita a sentirla?»
Nicolas si stava sedendo in una delle sedie di legno della stanza da pranzo.

Jenny scosse la testa mentre mise in bocca una patatina.

«Nah, la mamma ha detto che non si sente ancora al 100%, meglio non affaticarla troppo.»
Nicolas annuì, poi lo sguardo si spostò su Luke.

Era appena entrato e aveva delle ombre scure sotto gli occhi.

«Dormito poco?»

«Mi sento una merda»

The Sons Of Elements - L'ombraWhere stories live. Discover now