~Sogni~

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Rosso.
Bruciore.
Paura.

La ragazza aprì gli occhi di scatto e quasi nello stesso momento sentì la voce stridula di sua sorella gridare.

Scarlett rimase con lo sguardo fisso al soffitto mentre sentiva il cuore battere forte e la pelle calda bruciare.

Cercò di calmarsi. Ormai era diventata brava in questo.
Quasi ogni sera faceva quei orribili sogni, e quasi ogni sera si svegliava con la pelle quasi incandescente.

Margaret urlò ancora e Scarlett le lanciò un cuscino più piccolo.

La sorella di Scarlett si trovava nella sua camera dal momento che dormivano insieme.
Non aveva un briciolo di rispetto per lei.

«Ma ti vuoi stare un po' zitta!»

Margaret le scoccò un'occhiata infuocata prima di urlare alla madre che non trovava quella maledetta gonna verde che doveva indossare.

Scarlett gemette affondando il viso nel cuscino
Non ne poteva più.

Quello era il giorno della recita scolastica e Margaret era esageratamente nervosa.

Mentre Scarlett era super assonnata e questo, purtroppo, succedeva sempre.

«Margaret, è qui!» la voce di sua madre sembrava lontana e la ragazzina sbuffò per poi uscire di corsa dalla camera.

Scarlett chiuse gli occhi e si sistemò meglio. Quasi subito il nero profondo fu sostituito dal rosso vivo.

La ragazza sobbalzò, si premette le mani sulla faccia e gemette ancora.

'Non si può neanche dormire in pace!'

Ben presto sua madre e sua sorella furono pronte per uscire. Scarlett avrebbe dovuto accompagnarle, ma era troppo stanca e non si sentiva ancora bene e sua madre lo sapeva, per questo motivo non le aveva neanche fatto l'invito.

Fortunatamente sua madre sapeva tutto. Non doveva inventarsi strane scuse, visto che, comunque, faceva abbastanza schifo ad inventarle.

«Tesoro, noi andiamo!»
La testa di sua madre sbucò dalla porta. «Ricordati che c'è la torta in frigo!»

Scarlett la salutò e, solo dopo aver sentito il rumore della porta chiudersi, si decise ad alzarsi.

Andò in bagno, si lavò la faccia. Cercò di darsi una svegliata, ma non funzionava, aveva troppo sonno e gli occhi le facevano leggermente male.

Succedeva sempre, ogni sera; lei dormiva, ma era come se sprecasse energie anche nel dormire, svegliandosi stanca morta.

Guardò attentamente il riflesso di se stessa: i capelli castani arruffati, la pelle tesa e bianca, leggermente scorticata sul collo e sul petto, alcune cicatrici rosso scuro sul petto e sullo stomaco che le facevano male, gli occhi gonfi con le borse sotto.

La ragazza sbuffò e si rassegnò ad avere il solito effetto da zombie.

Si diresse in cucina, prese quella meravigliosa fetta di torta margherita fatta dalla madre la sera prima, e si sedette al tavolo scorrendo la home di Instagram.

Voleva solo stare un po' tranquilla prima di chiamare Nicolas e riferirgli i soliti sogni orrendi che faceva.
Purtroppo la fortuna non era dalla sua parte perché fu proprio Nicolas a chiamarla in quel momento.

Lei sbuffò, per la milionesima volta quella mattina. Posò la torta e rispose.

«Scarlett, devo dirti una cosa!»

Nicolas sembrava leggermente nervoso e Scarlett si allarmò subito.

«Che succede?»

E mentre nella sua mente stava passando di tutto e di più tra cui una tragedia in cui l'intero mondo bruciava tra le fiamma ecco che Nicolas rispose lasciandola a bocca aperta.

«C'è stato un incendio vicino da te, è stato incredibile. Sì è acceso senza nessun apparente motivo e sono rimaste ferite diverse persone...»

Scarlett scosse velocemente la testa.
«No.»

«No?» Ripete Nicolas senza capire.

«No no e no. Etere non è qui, è lontano, io lo sento, lo percepisco.»

Ci fu un attimo di silenzio e poi Nicolas iniziò.

«Che hai sognato Scarlett? Qualcosa che può darci un aiuto? Lo sai che devi dirci tutto! Io non sento niente...»

«Nick, già te l'ho detto, sono i soliti sogni: vedo fuoco, vedo Etere e i suoi occhi che mi fissano e sento che richiama a sé il fuoco, e forse non è l'unico elemento, ma non capisco altro... Non capisco dov'è, cosa vuole fare...»

Scarlett avrebbe così tanto voluto essere d'aiuto, ma non riusciva a fare niente di più.

«Okay, Scarlett, non preoccuparti, riusciremo a trovarli.»

Lo diceva sempre, ma Scarlett non ci credeva più.
Erano passati mesi da allora. Mesi e mesi alla ricerca di Etere, e non solo.
Allison e Audley erano scomparsi nel nulla dopo che Etere si era volatilizzato.
Scomparsi nel nulla. Si pensava che fossero con il Guardiano, ma non c'era certezza.

Dopo circa mezz'ora Scarlett chiuse la chiama con il riccio, posò il telefono e iniziò a mangiare la torta con calma, circondata da un assoluto silenzio.

Scarlett, ogni sera, faceva sogni.
Non erano sogni normali: sognava Etere e il fuoco. Molto spesso lui pronunciava parole che lei non ricordava mai al risveglio. Ed era una sensazione orribile. Era come se i suoi occhi fossero nel fuoco e lei riusciva a vedere tutto attraverso ad esso, ma solo quando si trattava di Etere.
Probabilmente il legame con il suo elemento si stava rafforzando sempre di più e non poteva che esserne contenta.

Non si era più allenata. Ovviamente non poteva farlo in casa, era una cosa assolutamente proibita.

Nicolas e Jenny abitava lontani.
Entrambi erano tornati dalla loro famiglia.
Nick abitava in Pennsylvania, Jenny a Brooklyn, che era molto più vicino della Pennsylvania.

Jenny aveva passato qualche giorno con lei ed era in ottimi rapporti con sua madre.
Una volta Nicolas era andato a trovarla, ma era stato mesi fa. Era più facile sentirsi per telefono.

Erano rimasti gli unici amici che Scarlett potesse ancora avere.
Ovviamente lei non andava a scuola e adesso iniziava l'estate, un periodo che normalmente le piaceva, ma qualcosa le diceva che sarebbe andata ancora meglio quest'anno, dal momento che il suo potere cresceva a dismisura.

Bastava uno sguardo, ormai, per poter accendere o spegnere una piccola fiammella. Sua madre non ne sapeva nulla, e non voleva nessun tipo di fuoco creato da lei in casa, ma Scarlett aveva provato a fare solo dei piccoli esperimenti.

La ragazza, una volta finito di mangiare, si avviò di nuovo in bagno, per andarsi a lavare e poi iniziare a sistemare un po' in casa.

Adesso che arrivava l'estate però, non poteva più vestirsi a strati nella speranza di non far vedere le cicatrici. Con il caldo afoso tutti si scoprivano e lei, purtroppo, non era in grado di abbassare la temperatura del corpo, era in grado solo di alzarla e questo non aiutava.

Alzò gli occhi al cielo e si maledisse per aver raccolta quella dannata scheggia rossa tanto tempo prima.

The Sons Of Elements - L'ombraWhere stories live. Discover now