Capitolo 2

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Capitolo 2

Rientrare a Torino era stato bellissimo, così come svegliarmi l'indomani nella mia stanza, nella mia casa. Mi era mancato tutto, persino l'odore di biscotti bruciati che arrivava dalla cucina, a causa di qualche tentativo culinario fallito di mia madre.

Guardandomi allo specchio riconobbi la solita Lavinia. I capelli arruffati stretti in due trecce ai lati del viso, le guance arrossate e una tuta grigia addosso per stare comoda.

Buttai un'occhiata fuori dalla finestra, notando come il cielo fosse dello stesso colore della mia felpa pensando "Ah, come mi mancavi, Torino".

Quel clima inconfondibile in cui il cielo è sempre cupo e coperto, ma si muore di caldo come in una serra sulla linea dell'equatore.

Quando varcai la soglia del salotto mio padre era seduto sulla poltrona accanto al divano e mi accolse con un enorme sorriso, abbassando il giornale che stava leggendo. Avevamo sempre avuto un rapporto speciale io e lui, un po' perché avevo seguito le sue stesse orme e un po' perché avevamo due caratteri molto simili.

"Tesoro, buongiorno".

Mio padre era un uomo dolce e attento, professionalmente realizzato ed umanamente presente. Era difficile trovargli un difetto.

"Prendo una tazza di caffè e ti raggiungo, papà" gli dissi entrando in cucina e recuperando una tazza e riempiendola di caffè bollente.

Decisamente indispensabile per iniziare la giornata e riprendere ad organizzare le mie settimane in Italia. Tornare era bello, ma ricominciare tutto da come lo avevo lasciato era difficile.

@LaviFerraris ha aggiunto un contenuto alla sua storia

Andai a sedermi sul divano, beandomi quella pace che nella frenetica Londra assaporavo di rado

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Andai a sedermi sul divano, beandomi quella pace che nella frenetica Londra assaporavo di rado.

"Allora, sei contenta di essere tornata a casa?" mi domandò mio padre guardandomi.

"Moltissimo e ho un sacco di progetti. Mentre ero a Londra il responsabile dello studio ha contattato un collega che gestisce uno studio associato qui a Torino, nei prossimi giorni avrò un colloquio e se tutto va bene potrò iniziare uno stage" gli raccontai entusiasta alla sola idea.

Lo studio di Londra in cui avevo lavorato nell'ultimo anno era stupendo, ero certa fosse quello il mio futuro e l'idea di poter continuare i miei progetti in uno studio parallelo in Italia era un sogno.

"Sai che per qualsiasi tipo di problema puoi venire nel mio studio a lavorare" disse mio padre.

Annuii, portandomi la tazza di caffè alle labbra. "Lo so, ma sai come la penso. Voglio avere la mia indipendenza, anche se probabilmente con uno stage guadagnerò una miseria" sospirai amareggiata al pensiero di non riuscire ad essere economicamente indipendente dai miei genitori.

Magnets - Dusan VlahovicWhere stories live. Discover now