Capitolo 33

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Non sapevo come dirlo a Lavinia, non sapevo nemmeno se fosse il caso di dirglielo. La verità era che gestire quelle situazioni mi era del tutto estraneo.

Entrai su Instagram quella mattina, mentre stavo seduto sulla panchina dello spogliatoio con addosso la divisa da allenamento.

@LaviFerraris ha aggiunto un contenuti alla sua storia

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Sospirai, guardando la foto di quella ragazza dagli occhi da cerbiatto, pensando che sarei stato un vero idiota a farmela scappare

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Sospirai, guardando la foto di quella ragazza dagli occhi da cerbiatto, pensando che sarei stato un vero idiota a farmela scappare.
Forse avrei dovuto scrivere a Marika che non potevo vederla dopo la partita.

Certo, la situazione non sarebbe comunque migliorata considerando che si sarebbe presentata in tribuna col padre e che, nell'ipotesi migliore, mi avrebbe incastrato in una cena anche con lui, se avessi rifiutato il suo invito.

Federico si venne a sedere accanto a me, sfilandosi la maglietta dalla testa.
"Stai bene, amico?"

Annuii, mostrandogli là chat con Marika, senza proferire parola.
Il suo sguardo seguì lo schermo, prima di corrucciare la fronte e sospirare.

"L'hai detto a Lavinia? Di Marika intendo" mi domandò.

"Dovrei farlo secondo te?"

Lui ci pensò su qualche attimo. "Dipende da te. Se credi che potrebbe ferirla non saperlo e soprattutto, dipende a che punto del rapporto siete. State insieme?"

Mi bloccai qualche secondo, sentendo la testa pulsare. "Mh, no... insomma, sai come sono fatto. Per me è già tanto il fatto che stia uscendo con una ragazza seriamente e non solo per passarci qualche momento divertente. Lavinia mi piace, veramente, ma è una situazione delicata e voglio andarci con calma" risposi in totale sincerità.

Lui annuì. "Portarla allo stadio è fuori discussione? Sai, a Lucia piace molto".

"Lavinia? No, Fede... il giorno dopo sarebbe su tutti i social, se non la sera stessa. Come posso portarla? Lei è..." mi bloccai, lasciando le parole sospese in aria.

Lui annuì. "È una ragazza normale, lo so. Ma è per quello che ti piace. Sto solo dicendo che secondo me dovresti pensare meno al contorno e viverti di più ciò che ti fa stare bene. Se vuoi portare Lavinia allo stadio fallo, chissene frega di cosa diranno i social".

Lo ascoltai in silenzio, pensando però che lo scenario di vedere Lavinia in tribuna insieme a Marika appariva apocalittico. Ero convinto che portarla allo stadio per la prima volta come mia ospite, non fosse una buona idea farlo proprio quella sera.

Lo avrei fatto, volevo farlo. Ma non era il momento, era tutto troppo fragile fra noi. Sentivo il bisogno di proteggerci, proteggere lei soprattutto.

Quando la giornata finì decisi di mandarle un messaggio.

Hai inviato un messaggio a Lavinia

ehi signorina stasera vieni da me?🤍<—

—> buonasera signorino
—> certo, per le 21? Così posso farmi una doccia e mangiare qualcosa. Sono distrutta stasera

posso offrirti un massaggio se vuoi ;)<—

—> sai fare i massaggi??

Mmm dipende di che massaggi stiamo<— parlando 😂

—> quanto sei scemo, giuro!

daiii scherzoo <—
mando Joseph a prenderti alle 20.30<—

—> ma non serve che mi mandi il tuo autista, ho la patente e persino una macchina😅

lo so, ma per colpa mia non possiamo <— uscire come le persone normali e non posso venirti a prendere io. Quindi non ho intenzione di farti guidare di sera aspettandoti a casa come il re di chissà cosa
Ho un autista, è il suo lavoro<—

—> uuh come siamo autoritari stasera
—> d'accordo comunque, mi faccio trovare alle 20.30 sotto casa

Lavinia
Il fatto che Dusan si preoccupasse per me mi faceva piacere, sicuramente. Allo stesso tempo però dovevo ammettere che scendere in strada e trovare Joseph, accanto ad un'auto di servizio, fu strano.

"Buonasera, signorina" mi salutò cordialmente aprendomi la portiera.

Mi strinsi nel giubbino di jeans e sorrisi. "Mi spiace che Dusan ti abbia fatto scomodare" confessai una volta salita in auto.

L'uomo mi guardò dallo specchietto retrovisore. "È il mio lavoro, signorina! Non lo dica neanche per scherzo!"

"E ti prego, dammi del tu" lo corressi arrossendo. "Sono solo Lavinia".

Lui sorrise, "D'accordo, Lavinia" disse lanciandomi uno sguardo incuriosito. "Il signor Dusan la aspetta".

In effetti fu proprio così, perché Dusan mi aspettava sulla porta di casa, come fosse stato in apprensione per il mio arrivo e mi strinse fra le braccia, appena arrivai.

Mi lasciò un bacio fra i capelli, respirando a fondo. "Eccoti, finalmente".

Joseph si schiarì la voce. "Se è tutto io andrei, signore".

Dusan alzò lo sguardo su di lui, annuendo. "Grazie, Joseph. Buonanotte"

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Magnets - Dusan VlahovicWhere stories live. Discover now