Capitolo 14

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Capitolo 14

Quel martedì sembrava essere destinato ad essere peggio del lunedì.
La mia sveglia infatti aveva deciso di non suonare ed io ero corsa fuori di casa vestita come una trasandata, in tuta da ginnastica e capelli raccolti in una coda bassa.

Non avevo nemmeno fatto colazione, giusto il tempo di lavarmi i denti, recuperare la mia borsa e catapultarmi in macchina, nella speranza di non trovare troppo traffico.

Quando arrivai allo studio avevo il fiatone e le guance rosse. Stavo morendo di caldo, tanto che entrando mi sfilai la felpa restando con una banale t-shirt bianca addosso.

"Mi dispiace tantissimo" dissi gesticolando mentre entravo in ufficio.

Sara mi guardo inarcando un sopracciglio, "Ma che ti è successo?"

"La sveglia non è suonata" dissi sedendomi dietro la mia scrivania, nel tentativo di riprendere fiato.

"Sei fortunata, oggi il capo non viene in ufficio" mi tranquillizzò lei con un piccolo sorriso. "Se ti vedesse così ti manderebbe a casa di corsa a cambiarti" commentò poi.

Feci una smorfia, trattenendomi dal farle notare che il blazer a scacchi che indossava lei fosse quasi peggio dei miei pantaloni di tuta.

Solo dopo svariati minuti mi accorsi che sopra la mia scrivania c'era un sacchetto di cartone.
"E questo? Che cos'è?"

Sara alzó le spalle, "Non ne ho idea. L'ha portato il corriere circa mezz'ora fa, praticamente appena abbiamo aperto. Ha detto che era per te".

Guardai il sacchetto con attenzione, ma era totalmente privo di scritte, quindi impossibile capire che marchio fosse.

Sara si piegò in avanti, "Azzardo a dire che quando è arrivato c'era un buonissimo profumo in tutta la stanza".

"Profumo?" ripetei confusa e sempre più curiosa.

Aprii il sacchetto impaziente. Dentro c'era una piccola box in cartone e quando la aprii rimasi a bocca aperta.
Dei deliziosi waffles!

E non solo quelli. Accanto c'era un vasetto che sembrava essere crema di nocciole spalmabile, un altro vasetto di frutta fresca e infine un succo di frutta dentro una piccola bottiglia in vetro.

Era una vera e propria colazione.
Chi diamine poteva averla mandata in ufficio per me?

Pensai subito a Miriam, conoscendola poteva essere da lei, probabilmente convinta che con quello che era successo con Christian ne avessi bisogno.

"Accidenti, è stato il tuo ragazzo?!" domandò Sara scattando in piedi con una mano davanti alla bocca.

"Oddio, spero di no" gemetti subito pensando alla terribile ipotesi che invece potesse averla mandata proprio Christian.

Notai che sotto la scatola c'era un piccolo bigliettino piegato su se stesso. Lo aprii, mentre Sara curiosa si avvicinava per vedere meglio cosa ci fosse all'interno.

"Credo che a Torino non esista un bar che faccia pancake da asporto, questi sono la cosa più simile che ho trovato. Spero che così la giornata sia migliore di ieri ;)  buon lavoro. Dusan"

Magnets - Dusan VlahovicWhere stories live. Discover now