Capitolo 11

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Mi tremavano le mani mentre fissavo lo schermo del mio cellulare con gli occhi sbarrati.
Ero lì, distesa sul letto della mia camera, quando era arrivata la notifica. Con la bocca spalancata e il cuore a mille, avevo ovviamente controllato almeno dieci volte che non fosse uno stupido bug o che semplicemente non si trattasse di un allucinazione.

Invece no, Dusan Vlahovic aveva davvero iniziato a seguirmi. L'idea mi elettrizzava e terrorizzava allo stesso tempo.

Quando mi aveva chiesto il nome, allo stadio poche ore prima, mai avrei pensato che mi avrebbe sinceramente cercata fino a rintracciare il mio profilo.

Al solo pensiero che potesse averlo guardato sentii lo stomaco andare in subbuglio, in preda ad un attacco di nervi. Mille paranoie iniziarono a insinuarsi nella mia testa.

Scorsi in fretta e furia il mio profilo, le mie cartelle in evidenza e mi drizzai di colpo, mettendomi seduta con la stessa espressione di chi ha appena visto un film dell'orrore.

Guardai una delle ultime foto che avevo pubblicato a Londra, con un cappello bianco in testa e un discutibile prendisole a fiori rosa.

Avrebbe notato che avevo i capelli di uno spaventapasseri in estate per via del caldo? Probabilmente si.
E poi le mie gambe, lunghe e snelle si, ma con diverse smagliature che sembravano notarsi come stelle la notte di San Lorenzo in una foto che avevo postato l'estate precedente.

Mi passai le mani fra i capelli, emettendo un gemito di sofferenza. Cercai di calmarmi, pensando che magari uno come Dusan Vlahovic avesse di meglio da fare che guardare il mio profilo.
Magari aveva iniziato a seguire altre venti ragazze quella stessa sera.

Si, doveva essere così, mi dissi. Non c'era niente di speciale in me, niente che giustificasse l'attenzione di un ragazzo tanto realizzato, bello, famoso, intraprendente e desiderato praticamente da mezzo mondo.

Sull'orlo di una crisi di nervi mandai un messaggio a Christian. Avevo un fidanzato oltretutto, mio Dio!
E come se non bastasse sa quando ero tornata a Torino ci eravamo visti pochissimo, nonostante fossimo stati separati molti mesi. La cosa mi faceva riflettere, senza dubbio, perché immaginavo che una volta tornata in Italia non avrei voluto far altro che passare del tempo con lui, eppure non era stato così.

A Christian: Ehi, Chris! Domani vado allo studio per le 9, ti andrebbe di fare colazione insieme? 😎❤️

Da Christian: Domani ho un appuntamento alle 8.30, non riesco proprio... pranzo??🙏❤️

A Christian: Non penso di riuscire a pranzare fuori domani, devo essere a un riunione col capo alle 14 a Porta Nuova... beh, cena da te? Ti direi da me, ma sai che non vivo sola (ancora) 😅

Da Christian: Credo tornerò tardi, dopo lavoro vado in palestra... te l'ho detto che mi sono messo a dieta? Non credo ti inviterebbe il mio riso e tacchino :(

Da Christian: Dai, domani sera ti chiamo verso le 22, così organizziamo un pranzo per i prossimi giorni ❤️

Lasciai il telefono sul comodino con un lungo sospiro. Inutile dire che speravo di poterlo vedere per distrarmi, ma se una parte di me capiva che avesse molti impegni, un'altra era parecchio nervosa all'idea che in mezzo a tutti quegli impegni non ci fosse posto per me.

@LaviFerraris ha aggiunto un contenuto alla sua storia

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Magnets - Dusan VlahovicWhere stories live. Discover now