Capitolo 3

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Capitolo 3

Vivere in una grande città aveva sicuramente molti pro, ma anche altrettanti contro ed uno di questi era senza dubbio il traffico.

Lo realizzai subito, quel lunedì mattina, imbottigliata nel traffico torinese delle otto e trenta, a bordo della mia piccola ma modesta ed elegante cinquecento bianca.

Sbuffai guardando la coda di automobili davanti a me, immersa tra il suono dei clacson e il rumore dei motori delle macchine accese.

Fortunatamente mi ero presa in anticipo per andare al colloquio allo studio di architettura dove, se fosse andato tutto secondo i piani, avrei iniziato a lavorare come stagista.

Almeno le temperature sembravano essere diminuite rispetto alla settimana precedente e si riusciva discretamente a respirare.

Ferma all'ennesimo semaforo rosso presi il cellulare, scorrendo la home di Instagram sbuffando sonoramente.

Era ben evidente che il giorno prima la Juve avesse giocato perché l'intera pagina principale dell'app era piena dei post dei giocatori. Sorrisi leggendoli uno ad uno, era stata una bella vittoria quella della sera prima contro la Salernitana effettivamente.

Un bel modo per inaugurare la prima partita in casa della stagione.

Io e mio padre l'avevamo guardata insieme sul divano di casa, pensando nostalgici a chi poteva essere allo stadio quella sera a vederla di persona.

Continuai a scorrere la home, ritrovandomi a bloccare lo schermo sul post creato da poche decine di minuti da Vlahovic.

@DusanVlahovic ha pubblicato una nuova foto

📍Torino, Italia

@DusanVlahovic Bel modo per iniziare la stagione davanti ai nostri tifosi a casa nostra

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@DusanVlahovic Bel modo per iniziare la stagione davanti ai nostri tifosi a casa nostra. Avanti così, ragazzi! 🤍🖤 #finoallafine #dv9

Guardai la foto con attenzione, piegando la testa di lato. Quando la Juventus aveva comprato Vlahovic io ero già a Londra da qualche mese, quindi non lo avevo mai visto giocare dal vivo. Certo, sapevo chi fosse e quanto fosse forte visto il suo passato alla Fiorentina, ma vederlo con la maglia della Juve addosso faceva un altro effetto.

Chissà se lo avrei mai visto giocare dal vivo, pensai fra me e me.

Sicuramente andare allo stadio a breve era il mio obiettivo principale. Nonostante vivessi a Torino i prezzi dei biglietti erano comunque proibitivi, quindi era un bel po' di tempo che io e mio padre non andavamo a vedere una partita. Ma la Juve quell'estate aveva acquistato ottimi giocatori e avendo vissuto un anno a Londra ero rimasta lontana dallo stadio per troppo tempo.

Mi mancava quell'atmosfera che c'era solo all'Allianz.

Sobbalzai quando l'uomo seduto al posto di guida dell'auto dietro di me suonò il clacson come un forsennato, facendomi rendere conto che il semaforo era diventato verde.

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