Capitolo 6

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Capitolo 6

"Resterai a fissarlo ancora a lungo?"

Sbattei le palpebre di colpo, portandomi una mano alla bocca e tossii un paio di colpi.
"Ma di che parli?"

Mia sorella mi guardava dall'altro lato del tavolo con la testa appoggiata ad una mano, mentre con l'altra reggeva il bicchiere.
"Quello che mi ha aperto la testa in due con una porta"

Alzai gli occhi al soffitto. "Non fare la melodrammatica ora".

Miriam aveva ragione, mi ero soffermata a guardare un po' quel ragazzo seduto a pochi tavoli da noi. Era la prima volta che lo vedevo così da vicino e così bene. Sembrava più alto di quanto non apparisse in televisione. I capelli rasati da poco, più lunghi sul davanti e la barba appena fatta. I lineamenti del viso erano duri, freddi e gli occhi scuri caratterizzati da una leggera forma allungata.

Era bello, molto, dovetti ammettere a me stessa mentre lo guardavo. Una bellezza quasi da togliere il fiato, il che non era da me, perché raramente mi perdevo ad osservare le persone. Ma c'era una luce particolare attorno a quel ragazzo dallo sguardo freddo ma intenso, il sorriso perfetto e l'espressione di chi sa fin troppo il fatto suo.

"Allora, vuoi ballare si o no?"

Guardai mia sorella stringendo con forza le labbra fra di loro. Le ero grata per quel regalo fantastico, ma non sarei rimasta lì a ballare con i giocatori della Juve a meno di cinque metri. Mai e poi mai.

Quando convinsi Miriam a tornare a casa, dopo almeno mezz'ora di tentativi, realizzai che in ogni caso per uscire saremmo passate accanto al loro tavolo.
"Non provare a fare scenate, intesi?" le intimai spostando lo sguardo dal tavolo dei ragazzi, impegnati a finire le loro pizze, a mia sorella.

"Scenate? Quando mai ti ho messa in imbarazzo scusami?!" rispose indicandomi e alzando la voce, offesa.

"Beh, che ne so... non chiedere foto, non girarti nemmeno a guardarli" sbuffai, nervosa come non mai. "Non aprire bocca" conclusi alla fine portandomi una mano al petto.

Miriam mi guardò perplessa, alzando un sopracciglio. "Giuro che non ti capisco. Sono i tuoi idoli, io se incontrassi Johnny Depp gli chiederei la foto senza nemmeno pensarci" disse poi.

"Ma io non voglio fare la figura della tifosa pazza. Stanno cenando, io non vorrei essere disturbata da qualcuno che mi chiede una foto mentre ceno" feci una pausa, lanciando una rapida occhiata al loro tavolo. "E poi ho visto sul profilo Instagram della Juve che oggi è il compleanno di Kostic, quindi non interferirò nel suo compleanno" aggiunsi annuendo come se stessi cercando di autoconvincermi che quella era la cosa migliore.

@LaviniaFerraris ha aggiunto un contenuto alla sua storia

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Dusan

Nel locale iniziò a suonare della musica, la serata disco stava per cominciare. Federico fece così segno al cameriere di portare la piccola torta che aveva commissionato per Filip.

"Quella ragazza laggiù è molto carina" Fefe mi appoggió un braccio sulle spalle e fece un piccolo cenno con la testa in direzione di una ragazza seduta con altre tre.
Aveva i capelli corti fino alle spalle, scuri e lisci. Stretta in un vistoso tubino rosso.
"Anche l'amica sembra carina" aggiunse Fefe subito dopo.

Alzai la testa guardando la sala una seconda volta, ma la vista sul tavolo puntato da Fefe mi fu coperta da due ragazze che se ne stavano andando.
Camminavano di fretta, quasi come se stessero scappando dal locale, il che attiró inevitabilmente la mia attenzione.

La ragazza davanti armeggiava con la borsa, nel tentativo di recuperare il portafoglio. Aveva la testa bassa, con gli occhi impegnati a rovistare fra le tasche della tracolla. Si passó una mano fra i capelli biondi, sospirando, fino a sorpassare il nostro tavolo.
La ragazza dietro di lei aveva l'atteggiamento di chi si sta nascondendo da qualcuno. Camminava a testa bassa, tanto che i capelli castani le coprivano il volto rendendola irriconoscibile.

Quando la prima superó il nostro tavolo dalla sala accanto comparve un cameriere e i due si scontrarono sullo stipite.
"Scusi, prego passi" disse lui facendosi da parte.

Il ragazzo vestito in smoking aveva un grande vassoio in mano, su cui c'erano almeno 15 calici di vino. Era difficile non farlo passare, vista la sua difficoltà. Così la ragazza dai capelli scuri fu costretta a bloccarsi, proprio dietro il nostro tavolo e ad alzare lo sguardo.

I capelli le scovolarono lontano dal viso, svelando due occhi nocciola racchiusi in lunghissime ciglia nere, un piccolo naso dritto e delle labbra carnose. Si schiarì la voce, dicendo "Prego" e si fece da parte per far passare il cameriere.

Era difficile non guardarla. Era bellissima.
Le gambe lunghe strette in dei pantaloni bianchi e un top nero che le lasciava scoperto un lembo di pelle all'altezza dell'ombelico. Aveva l'espressione di chi è molto nervoso, tanto che mentre il cameriere la superava lei iniziò a fissarsi le scarpe.

La guardai fino a quando non uscì dal ristorante, pensando fosse una delle ragazze più belle che avessi mai visto. E ne avevo viste.
Forse erano state le guance arrossate, o il continuo mordersi il labbro inferiore. Ma passai i successivi trenta minuti a pensare a chi potesse essere e come fosse possibile che non l'avessi mai vista prima a Torino.

Magnets - Dusan VlahovicWhere stories live. Discover now