Capitolo 18

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Capitolo 18

Il giorno della partita è sempre un giorno diverso dagli altri. È come se entrassi in una bolla, come se non esistesse altro, per quelle 24 ore al di fuori del campo.

Quella mattina eravamo partiti presto con un aereo con direzione Udine, per la partita della sera.

Guardavo il cielo scorrere dal finestrino e le sue varietà di azzurro, lasciando quel sabato nuvoloso di Torino, con le cuffiette infilate nelle orecchie e un libro aperto sulle ginocchia.

Federico seduto accanto a me ridacchiava sottovoce, in videochiamata con Lucia. Per me il giorno della partita non esisteva altro che il campo, dovevo entrare nell'ottica di fare gol, di fare una buona prestazione, di vincere. Tutto il resto mi sembrava inutile, superfluo, una distrazione che non potevo permettermi.

Gatti, seduto dietro di me, si sporse in avanti per colpirmi affettuosamente all'altezza della nuca.
"Siamo già in clima partita?"

"Come sempre" risposi piegando un angolo delle labbra verso l'alto.

Come se non lo sapesse. Come se non mi conoscessero tutti abbastanza da non saperlo che il giorno della partita era raro anche parlassi con qualcuno durante il viaggio.

Milik, seduto accanto a lui lo colpì ad un fianco. "Stavo provando a dormire" ringhiò nervoso guardandolo con gli occhi stretti in due fessure.

L'altro alzò lo sguardo verso l'alto, "Siete così noiosi voi due" commentò poi in un mormorio a bassa voce.

Trattenendo una risata tornai a guardare fuori, perdendomi di nuovo a guardare il paesaggio dell'Italia dall'alto. Mancava poco all'atterraggio, poco alla partita e al mio lavoro.

@DusanVlahovic ha aggiunto un contenuto alla sua storia

L'hotel dove restammo quel pomeriggio era accogliente e verso le sei arrivò finalmente il nostro turno per le rifiniture sul campo pre-partita

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L'hotel dove restammo quel pomeriggio era accogliente e verso le sei arrivò finalmente il nostro turno per le rifiniture sul campo pre-partita.

Accarezzai l'erba con la punta delle dita, sembrava un bel campo e fortunatamente anche contro le previsioni climatiche non aveva piovuto.

Ci allenammo a testa bassa, assecondando le ultime indicazioni del mister e rifinendo gli ultimi dettagli. Udine era una trasferta da sempre tosta, il che ci portava ad essere più concentrati che mai e a ripetere più volte gli schemi provati in allenamento alla Continassa.

"Dovete stare alti, loro cercheranno di chiudersi e ripartire in contropiede. Occhio alle ripartenze" ci gridò il mister dal centro del campo, indicando la zona della porta con le mani.

Finito il nostro tempo per la rifinitura tornammo nello spogliatoio, dove Giorgio, uno dei preparatori e assistenti del mister mi venne incontro.
"Avremo un gran bisogno di te oggi, Dusan. Loro si chiuderanno molto bene, sarà importante sfruttare le palle inattive quindi le torri in area" mi disse. "Dillo anche a Gatti e Bremer, mi raccomando".

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