Four

808 23 1
                                    

-Forza Lewis alza il culo e muoviti-

Ero sempre stata molto fine rispetto ai termini, insomma sono simpatica infondo.

Il giorno dopo il gala decisi di svegliarmi presto e andare a correre, per svuotarmi la mente. Ovviamente anche per vedere le luci dell'alba, lo ammetto.

Decisi di proporre la mia idea anche a Lewis che alle 6.34 dormiva beato nel suo letto, quando un terremoto entrò in camera sua, io.

-Aria ma sono le sei, che vuoi- disse rigirandosi nelle coperte.
-Forza, si va a correre- gli dissi.
-Ma sei pazza-

Il ragazzo prese il suo secondo cuscino e se lo mise in faccia, non voleva proprio sentirmi quella mattina.

-Oh andiamo- dissi scocciata.
-Comincia ad andare, ti raggiungo-

Sbuffai sapendo che non sarebbe venuto, e tornai in camera mia, dove mi misi la tuta e un top da palestra.

Indossai le mie cuffie e impostai la playlist, e uscii dall'hotel sotto le prime luci del giorno.

Era fresco quella mattina, e maledetta a me, mi scordai di prendere una giacca. Mi riscalderò, pensai.

Cercai sul telefono un percorso da fare, e vidi che non lontano dall'hotel c'era proprio una zona jogging.

La raggiunsi camminando, e poi cominciai la mia corsa mattutina.

In Bahrain nonostante fosse marzo, subito dopo che il sole sbucò da dietro l'orizzonte, subito la temperatura cambiò, facendosi più calda come previsto.

La musica mi faceva disconnettere il cervello da tutto, era come se volassi in un altro mondo.

Dopo circa un oretta mi ritirai in hotel, dato che le temperature stavano cominciando ad alzarsi davvero tanto, e non volevo svenire in mezzo al nulla.

Mi feci una doccia fredda, e indossai la maglietta del team, e un cargo nero.

-Ecco la mattiniera-

Voltai la testa e vidi mio padre venirmi in contro. Anche lui indossava la maglietta del lavoro e un paio di jeans, inoltre aveva i suoi occhiali neri da vista.

-Buongiorno, sta mattina sono andata a correre- gli dissi affiancandolo.

Parlammo dei programmi della giornata,  e nel mentre ci dirigemmo nella sala dove si sarebbe svolta la colazione.

Vidi Lewis, quindi salutai mio padre e lo raggiunsi, mi sedetti accanto a lui.

-Ciao pigrone-
-Che fastidiosa che sei-

Sorrisi, nel tavolo con noi c'erano anche Lando e George, e c'erano dei posti liberi, che purtroppo si occuparono velocemente.

-Abbiamo compagnia questa stagione- commento Max.
-Ottima compagnia- rise ironico Charles.
-Che bambini- commentai.

Purtroppo passammo la colazione tutti in tavola insieme, e mi passò perfino la voglia di mangiare.

~
-La macchina va bene, ruote?-
-Buone condizioni- commentai.

Dopo aver raggiunto il paddock, toccava ai test sulle macchine, per verificare eventuali problematiche, e sistemarle in tempo per le qualifiche.

Faceva molto caldo, ma nei box avevamo dei ventilatori, che facevano molto comodo in quelle giornate di sole.

Le gomme delle auto con il circuito caldo si sarebbero degradate più velocemente, quindi avremmo dovuto trovare delle strategie ottime, soprattutto per i rientri delle auto.

-Come va- chiesi via radio.
-Sto volando- commentò Lewis, provocandomi una risata.

I giri e le prove libere andarono bene, le auto di Lewis e George non presentarono grandi problemi, quindi eravamo fiduciosi sulle qualifiche che si sarebbero tenute il sabato.

Le auto rientrarono ai box e i ragazzi si levarono il casco e gli auricolari, e vennero verso di me dicendo la parola d'ordine 'caffè'

Al bar del paddock c'era un po di gente, ma anche molti telegiornalisti, che ci vennero a intervistare, ma soprattutto me e mi chiesero cosa ne pensassi sull'auto.

Fui molto breve e feci capire di non avere tempo e voglia di rispondere alle loro domande, cosi ben presto se ne andarono.

-Che stress- dissi massaggiandomi le tempie.
-E siamo solo all'inizio- commentò George ridendo amaramente.

La giornata continuò tra controlli all'auto e interviste, e poi ci ritirammo tutti nell'hotel.

-Aria-

Mi voltai e incontrai Leclerc.

-Leclerc-
-Bar?- mi propose.

Ci pensai su. Dargli un occasione ora.. non so. Ma volevo davvero un caffè, quindi accettai, anche perché offriva lui.

Ci sedemmo ad un tavolino, e ordinammo i santi caffè, e nell'attesa lui parlò.

-Senti, volevo scusarmi per il mio comportamento durante questi anni, solo che ero molto condizionato dagli altri, e pensavo fosse una cosa divertente-
-Divertente dici?- dissi infastidita.
-Si, so di aver sbagliato, ma vorrei riprovarci- disse guardandomi negli occhi.

Quegli occhi verdi.

-Riprovarci- risi amaramente- Leclerc non penserai che sarà così facile-
-Se la rendi difficile però- disse facendo un gesto con la testa.
-Leclerc non la rendo difficile, sono realista. Ho bisogno di tempo, e non cederò facilmente come ogni ragazza ai tuoi piedi-
-É una sfida Wolff?-

Scrollai le spalle, e lo guardai. Era uno sguardo di intesa.

-Sei difficile da capire Wolff-
-Ah si?-
-Molto-

Dopodiché non dicemmo più nulla, rimanemmo a fissarci negli occhi, e qualcuno poi chiamò il ragazzo, che si allontanò da me senza salutare. Che maleducato, pensai.

Mi fa la scenata del volerci riprovare e poi non saluta nemmeno? Bene Leclerc.

~
-Bimbo latte-

Lando era nel corridoio delle stanze, che tentava di aprire la porta della sua stanza con la chiave magnetica, ma vedevo che più ci provava, più rimaneva fuori.

-Questa dannata porta- imprecava. Questa battuta provocò una risata, seguita da uno sguardo arrabbiato di lui.
-Fammi provare- gli dissi.

Mi avvicinai al ragazzo e presi la chiave magnetica, la poggiai alla maniglia, e da rosso il sensore diventò verde.

-Non ci credo- commentò il ragazzo.
-Non sai fare niente Lando- dissi ridendo.

Lo salutai e tornai in camera mia, stremata da questo primo giorno intenso.

Decisi di farmi un bagno caldo, perciò accesi i led del bagno, e aprii l'acqua che scorreva all'interno della vasca.

Impostai la playlist, mi spogliai ed entrai nel bagno caldo.

Avevo sempre amato i bagni caldi, sin da piccola quando mia mamma mi metteva nella vaschetta, fino ad oggi, e per sempre.

Il pizzico che l'acqua calda provocava alla tua pelle, era una sensazione meravigliosa.

Forse mi addormentai, o forse ero solo in dormiveglia, ma non sentii più le canzoni ad un certo punto.

Chiusi gli occhi e mi lasciai andare, addormentandomi nell'acqua della vasca.

Forgive me Where stories live. Discover now