Eleven

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Quel maledetto bacio era riuscito a ficcarsi nei miei pensieri nonostante mi fossi prefissata di non avere più relazioni con piloti.

O meglio, non avevo una relazione con Charles, non sapevo nemmeno cosa provavo per lui, probabilmente niente, ma non ci voleva proprio.

Dopo quella festicciola in onore del mio compleanno, era stato tutto una giostra di montagne russe.

Un giorno non mi parlava, un giorno cambiava strada, un giorno mi guardava e sorrideva, e poi partimmo per il GP di Spagna, che si concluse con Max Verstappen vincitore, al secondo posto George e al terzo Pérez.

Il GP successivo fu quello di Monaco, a casa sua. Nel paese di Charles.

Sono nel paddock, ma non come meccanico, avevo preso una pausa, tanto mio padre avrebbe trovato comunque qualcosa da ridirmi, ero accanto a Kelly a guardare le qualifiche.

"Charles Leclerc partirà in pole position domani per il Gran Premio di Monaco"

Sarebbe partito in pole, lui che conosceva le strade di Monaco meglio di chiunque altro qui nel paddock.

-Congratulazioni Leclerc-

Mi ero avvicinata al ragazzo per congratularmi, ma lui mi passò accanto come se non esistessi.

E ora che avevo fatto?

-É sempre così tranquilla-

Mi voltai e vidi Lance, era da un po' che non ci vedevamo in realtà, e vederlo dietro di me mi sorprese.

-É uno strano caratterino- lui sorrise.
-Caffé?-

Ci ritrovammo al bar del paddock, con due caffè caldi fumanti davanti a noi a parlare della nostra vita come due vecchi.

-Ogni tanto penso di non dare abbastanza, insomma, non do mai buoni risultati per la scuderia-
-Lance sei giovane, hai ancora molto da imparare, sulla griglia ci sono piloti con mondiali addosso, é normale-
-Sono entrato in Aston solo grazie alla raccomandazione di mio padre, ma io davvero ce la metto tutta, però non vengo ripagato come spero-
-Lance io ti conosco, e so i tuoi percorsi e so anche che tu puoi arrivare in alto, se lo vuoi-
-Grazie Aria, sapevo che mi avresti capito-

Abbassò la testa e prese un sorso dal suo caffé, mi faceva davvero piacere aver chiarito con lui, anche se ogni volta che lo guardavo negli occhi, lo vedevo lì in camera con la mia migliore amica.

~
Era arrivato il giorno della gara, l'ansia nei box era palpabile, nonostante non stessi lavorando rimasi lì per dare consigli e aiuti nel momento del bisogno.

I semafori si spensero e vidi le macchine cominciare la loro corsa.

Era pazzesco come tutti questi ragazzi fossero così diversi l'uno dall'altro, ma al contempo uniti dalla passione per le macchine.

"Charles Leclerc finisce sulla ghiaia" si sentì dire.

Sugli schermi mostrarono la monoposto di Leclerc uscire dalla ghiaia, ma essendo arrivati già al ventesimo giro perse tre posizioni, da primo si ritrovò quarto.

E così rimase per tutta la gara, per un soffio stava per superare Max, ma lui difese meglio la sua posizione, così da far rimanere il monegasco in quarta.

Dal podio provenivano schizzi di champagne, dovuti ai tre ragazzi festeggiare: in pole Pérez, al secondo posto Carlos e al terzo Max.

Fui felice per Carlos, ma le nostre auto arrivarono rispettivamente quinte e ottave, per George e Lewis.

Uscii dal box fuori nella pit lane, dove i vari team festeggiavano, o stavano mettendo apposto le loro auto, e la monoposto numero 16 mi sfrecciò davanti, fermandosi al box accanto al nostro ovvero a quello Ferrari.

Forgive me Where stories live. Discover now