Thirty-two

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Credo nei miracoli, ma ciò che ha fatto in gara oggi Charles é stato davvero magico.

Subito dopo la partenza, il ragazzo riuscì velocemente a superare i primi due piloti davanti a lui, e riuscì a mantenere la nona pozione per qualche giro.

Lewis intanto era riuscito ad accaparrarsi il secondo posto dato che Carlos era entrato in pit, e non era stato veloce.

George circa al ventesimo giro fu sorpassato internamente da Perez, e quindi scese in quinta posizione.

E quello che successe dopo é storia.

Charles ha attivato il DRS e in circa cinque giri dalla nona posizione, si é ritrovato terzo.

Il boato dal box Ferrari fu indescrivibile quando il pilota riuscì a sorpassare Perez, e così il ragazzo salì sul podio.

Charles Leclerc era riuscito a salire sul podio da una dodicesima posizione di partenza.

"Il predestinato sale sul podio" si sentiva.

Max primo, Lewis secondo e Charles terzo, salirono sul podio, e Charles aveva gli occhi lucidi. Aveva portato una mezza vittoria.

L'inno olandese, che ormai sapevamo a memoria, risuonava nelle orecchie di tutti noi, ma ero impegnata ad osservare il mio migliore amico, e il mio ragazzo.

"Te l'avevo detto" mimai.

Charles sorrise, capendo ciò che avevo detto, e si baciò la mano per poi indicare il cielo.
Jules e suo padre.

~
Quella sera Max, Lewis e Charles organizzarono una festa in un locale proprio nel centro di Austin.

Kelly venne in camera mia, e ci preparammo insieme. Non ci mettemmo nulla di troppo esagerato, ma un top e una semplice gonna.

Dissi a Kelly di dover uscire per andare in camera di Lewis dato che dovevo chiedergli una cosa, quindi uscii tranquillamente dalla camera e mi diressi verso quella del pilota inglese.

Camminando per il corridoio ad un certo punto sentii delle semi urla.

Mi fermai davanti alla porta, e, origliando, cercai di capire cosa stesse succedendo.
Era la camera di Max, e c'era qualcuno con lui, ma non capivo chi.

-No Max, non glielo dirò- diceva il ragazzo misterioso.
-Devi dirlo, questi erano i patti-
-No cazzo, no-
-Si, devi rispettare queste regole-
-Non posso dirglielo, non posso-
-Perché no?- disse Max.
-Perchè la amo-

Mi allontanai dalla porta, era Charles. La mia espressione era un misto tra sorpresa, disgusto e curiosità. Cosa non mi voleva dire?

In un momento ricollegai la chiacchierata con Pierre qualche tempo fa, e collegai che stavano parlando della stessa cosa di cui Pierre mi aveva avvisata.

Non andai più da Lewis, tornai in camera mia, scossa dalla conversazione appena sentita. So che non avrei dovuto, ma che diamine significava tutto ciò

-Hey tutto bene?- mi chiese Kelly.
-Sisi-
-Sei pallida, cosa é successo?-
-Sarà solo un calo di pressione, tutto qui- dissi sorridendole. Non volevo che si preoccupasse per me, aveva già molte situazioni da risolvere, una in più anche no.

Finimmo di prepararci e scendemmo nella hall dove i nostri ragazzi ci stavano aspettando. Charles guardava in basso, era perso nei suoi pensieri, Max invece era tranquillo.

-Eccoci- sorrise Kelly.
-Bellissima come sempre- gli disse l'olandese.

I due cominciarono a dirigersi verso la loro auto e rimasi con il monegasco.

-Che hai?- chiesi.
-Sono solo molto stanco-
-Come mai?-
-Ho avuto una discussione con mio fratello, nulla di che- mentì.
-Ah, va bene- sorrisi.
-Comunque anche tu sei bellissima-

Sorrisi, e mi prese per un fianco, e anche noi ci dirigemmo verso l'auto. Non sapevo che dire: se chiedergli della discussione, o aspettare semplicemente che me lo dicesse lui.

-Devi dirmi qualcosa?- gettai la bomba ad un certo punto.
-Che intendi-
-Sei così pensieroso, dimmi-
-Non é niente Aria, davvero-
-Sei sicuro?-
-Si- sorrise guardando la strada.

Guardai fuori dal finestrino, la strada era illuminata dai lampioni, e i palazzi erano altissimi. Dovevo capire che stava succedendo.

Arrivati al locale, mi divisi subito dal ragazzo, che mi guardò con uno sguardo interrogativo, ma non mi girai.

Andai subito al bancone, chiesi un drink e mi sedetti ad un tavolo.

La musica rimbombava nelle orecchie, le luci illuminavano quel locale, e mille pensieri mi passavano per la testa.

-Chica tutta sola qui?-

Carlos sbucò dalla massa, seguito da Lando, e i due si sedettero con me a quel tavolino.

-Che succede?- mi chiese Lando.
-Nulla-
-Dai chica, che hai-
-C'è qualcosa che non va con Charles, o meglio, c'è qualcosa che mi nasconde- sorseggiai il mio Gin Lemon.
-Che intendi?- chiese il più piccolo.

Spiegai tutto, dai comportamenti strani di Max, la chiacchierata con Pierre, e la discussione di quel pomeriggio tra Max e Charles. Cercai di non tralasciare nessun dettaglio, volevo che capissero la mia situazione, ma soprattutto, avevo bisogno di consigli.

-Di questa situazione io non ne sono al corrente, ma potrei provare a scoprire qualcosa- disse Carlos.
-Io non so, potrei provare a parlare con Pierre, o con Max, ma non ho un rapporto così stretto- disse Lando grattandosi la nuca.
-Non so ragazzi, ho paura che succeda qualcosa-
-Tipo?-
-Non so, ma ho una brutta sensazione-
-Smettila di pensarci allora, andiamo a ballare- sorrise Lando,  e mi prese per un polso, ficcandoci nella massa.

Cercai di lasciar perdere la situazione Charles, e mi lasciai andare alla musica, con il mio drink in mano, e con Lando davanti a me. Carlo ci raggiunse poco dopo, e cominciò a ballare con me e il suo ragazzo.

Sentivo uno sguardo bruciare, sentivo il suo sguardo bruciare. Mi girai leggermente, solo per ritrovarmi il ragazzo accanto a me.

-Che c'è- mi chiese, prendendomi per i fianchi e incastrando le nostre gambe mentre ballavamo.
-Nulla-
-Aria che hai-
-Dimmelo tu- corrucciò la fronte.
-Che intendi-
-Non hai proprio nulla da dirmi?-
-No cherié-

Forse dovevo fidarmi, forse non era una cosa importante. Forse era una cosa privata tra lui e Max e io non centravo niente.

L'unico problema, fu quando un senso di paura si impossessò di me.

-Charles-
-Ma cherié-
-Non mi lascerai mai vero?-
-No Aria, mai-
-Promettimelo-
-Te lo prometto-

Unimmo le nostre bocche, non poteva succedere nulla. Nessuno ci avrebbe mai separati, ci amavamo troppo.

Era quella parte del puzzle della mia vita mancante, e così lui mi completava. Come una forma complementare.

Forgive me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora