Twenty-seven

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In queste due settimane di pausa, ovvero quelle tra il Gp di Imola e quello di Singapore, non sapevo cosa fare.

Non avevo ancora risolto con Charles, e questo mi logorava dentro. Poterlo guardare ma non poterlo toccare, era la cosa peggiore.

Dopo il Gran Premio, mi era perfino passato accanto e non mi aveva degnata di uno sguardo, quello non era il Charles che amavo.

Alla fine ci organizzammo io e Lewis, saremmo partiti e tornati a casa sua, dove saremmo stati una settimana, per poi partire per Singapore.

Saremmo partiti il 13 settembre, e la sera prima, mi venne voglia di fare qualcosa: non qualcosa di stupido, di andare a bussare alla sua porta.

Rimasi lì davanti per cinque buoni minuti, non sapevo se bussare, o tornarmene a passo svelto in camera mia, e alla fine agii d'istinto.

-Hey- lui era lì davanti a me, con i suoi capelli scompigliati e i suoi occhi verdi che ogni volta ti mangiavano dentro.
-Hai deciso di venirmi a parlare alla fine-
-Toccava a te in realtà-
-Vieni entra-

Il ragazzo mi lasciò entrare, e dedussi che stesse dormendo, date le condizioni del letto, dei suoi capelli e della sua voce roca, caratteristica di quando si era appena svegliato.

Riguardarlo negli occhi non fece altro che farmi ripensare a quei dannati momenti passati insieme, sul circuito, nel letto, nei ristoranti.

Era come un mare cristallino, ci cadevi dentro, e se non sapevi nuotare, ci rimanevi per sempre.

-Possiamo parlarne?- chiesi.

Mi voltai verso di lui, che era ancora alla porta. Lo vidi bloccarsi per un secondo, e poi si voltò verso di me.

-Per me non c'è nulla di cui parlare- chiuse la porta a chiave.
-Charles sei sparito per una giornata intera, non ti sei fatto sentire, né un messaggio, né un segno di vita. Poi mi fai quella scenata, e non hai nulla di cui parlare?- sbottai.

Il ragazzo si avvicinò, era visibilmente infastidito, e questo mi dava anche a me un senso di fastidio.

-Aria ascoltami, avevo bisogno di tempo da solo va bene?-
-Avresti potuto avvertirmi, anche una bugia mi andava bene, mi sono preoccupata per te-
-Aria non ci ho pensato, volevo solo starmene in camera-
-Ho capito Charles, ma perché non mi hai detto niente?-
-Ho sbagliato Aria, va bene, ora per favore vorrei tornare a dormire-
-Mi stai cacciando?-

Non mi rispose, anzi, si mosse verso il letto e si stese sotto le coperte, e tastò il letto, come per dirmi di andare da lui.

-Dormi con me-

Da brava sottona che sono, non riuscii a dire di no a quel ragazzo, non ci riuscii proprio, quindi dopo pochi secondi, mi ritrovai accanto il ragazzo, a darci baci caldi, l'uno nelle braccia dell'altro.

~
-Quindi avete risolto?-
-Direi di sì-

Lewis e io eravamo nel suo salotto, a mangiare schifezze e a vedere un film stesi sul suo grande divano. Steso accanto a me c'era Roscoe.

-Sei così fleibile-
-Non é vero Lewis-
-Non sei riuscita a dirgli di no-
-Dai-
-Sei insistemabile-
-Ok, forse un po' si, cioè, come facevo a dire di no a quegli occhi- dissi mettendomi le mani in faccia.
-Sei proprio cotta-
-Cotta a puntino, bello-

Casa di Lewis era sempre stata uno dei miei posti preferiti, con il suo giardinetto, e con la sua piccola piscina, con la casetta per Roscoe, e con il suo simulatore.

Sin dalla prima volta che feci il mio ingresso in questa casa, capii che sarebbe stata uno dei miei posti preferiti, e ancora tutt'oggi infatti lo é.

-Stasera cosa vorresti fare?- mi chiese.
-Serata chill? Netflix e schifezze?-
-Andata-

Passammo le giornate così, tra scherzi e dormite, tra serate Netflix e discoteche, tra shopping e disastri in cucina.

Mi ci voleva davvero del tempo con il mio migliore amico, era da tanto che non lo facevamo, ma ora ero sempre più convinta che Lewis fosse l'unica persona che riusciva a capirmi davvero, che con uno sguardo mi capisse.

-Roscoe no!-

Qualche giorno più tardi, ero in casa a rincorrere il cagnolino, perché mi aveva rubato un top, e lo stava mordicchiando tutto.

-Lewis! Ferma Roscoe- urlai dal piano di sopra.

Non sentii nessuna risposta, quindi mi toccò scendere e rincorrere ancora il cane, fino a quando non vidi una busta sul tavolo.

Mi avvicinai curiosa, lasciando stare il cagnolino, ci avrei pensato dopo al mio amato top.

"Per te che ci sei sempre stata"

Storsi le labbra in una smorfia, presi la busta, era rossa satinata, con un fiocco argentato, la scossi e c'era definitivamente qualcosa dentro.

La aprii con cura e dentro ci trovai.. chiavi di una macchina? No, le chiavi di una Mercedes.

-Ma che...- sussurrai tra me e me.
-Sorpresa!-

Mi voltai, trovando il mio amico, e vidi da fuori la grande finestra una Mercedes CLE Coupé nera opaca.

-Oddio Lewis!- urlai mettendomi le mani sulla bocca.

Corsi di fuori e vidi l'auto con un grosso fiocco rosso sul tettuccio.

-Lewis ma sei pazzo!-
-Così finalmente non chiederai passaggi più a nessuno-
-Dio santo Lewis!- mi gettai letteralmente su di lui abbracciandolo, avrà speso un occhio della testa, certo i soldi non gli mancavano, ma come lo avrei ripagato.

-Sei pazzo Lewis, quanto hai pagato! E ora come ti ripagherò-
-Tranquilla Aria, é un regalo, non devi ripagarmi nulla- sorrise.

Mi avvicinai all'auto e la sfiorai, era meravigliosa. Aprii la portiera e l'odore di nuovo entrò nelle mie radici, entrai nel posto guida e strinsi il manubrio.

-Sali -
-Tesoro, piano. É nuova-
-Dai voglio guidarla-
-Fa attenzione, e cerca di non farci schiantare contro un muro-

Misi in moto quell'auto, e faceva un suono bellissimo. Cominciammo a sfrecciare per le strade della città, e non potei far meno di vedere le persone che si voltavano al passaggio dell'auto.

-Piano Aria!- Lewis si stringeva al sedile e sembrava stesse per vomitare.
-Ma sto andando a 130!-
-Appunto!-
-Ma se sei abituato ad andare su macchine che vanno a 300 km/h, che problema ti fa?-
-Questa é diversa!-

Decisi allora di tornare a casa, parcheggiai la macchina nel vialetto, e videochiamai subito mio padre, ero così emozionata.

"Papà!"
"Tesoro, come va da Lewis!"
"Benissimo! Guarda!"

Girai il telefono verso l'auto e gli feci vedere tutto, sia l'esterno che l'interno.

"Ma come l'hai pagata" sorrise mio padre
"Colpa mia Toto" si intromise Lewis
"Sei pazzo figlio mio"
"Un piccolo regalo"

Continuammo a parlare con mio padre, che subito disse di volerla provare anche lui, e anche quella giornata passò così.

É stata la giornata migliore della mia vita, con una macchina nuova ora, ero davvero completa.

Forgive me Where stories live. Discover now