Thirty-seven

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9 mesi.
9 mesi.
9 mesi.

Da marzo duemilaventidue a novembre duemilaventidue.

Così poco tempo penserebbero alcuni, ma in questi mesi, la mia vita era totalmente cambiata. E stava per cambiare ancora.

Io, Lando e Carlos, lì nel bagno davanti al lavandino su cui c'era poggiato un test di gravidanza, rivolto verso il basso.

I due erano più ansiosi di me, mentre io guardavo un punto fisso a vuoto sul muro.

-Sono passati 15 minuti- disse Carlos a bassa voce.
-Dovremmo..- iniziò Lando.
-Fatelo voi- chiesi.

I due mi guardarono, e poi si guardarono tra loro, e Carlos fece un passo verso il lavabo.

Avvicinò lentamente la mano all'oggetto, tremava.

In pochi secondi avrei scoperto se avevo un grembo un esserino, un esserino mio e di Charles.

Lando mi teneva stretta da un fianco, Carlos prese in mano l'oggetto girandolo verso di se.

Ci guardò per l'ultima volta, e osservò l'esito.

-Quindi?- chiese Lando.
-Positivo-

Tutto si fermò, l'aria sembrò bloccarsi. Respiravo affannosamente, un cazzo di attacco di panico.

-Aria, Aria no-

Crollai a terra tenendomi il petto con la mano, non riuscivo a respirare, non ce la facevo.

-Aria cazzo, Aria-

I due ragazzi si piegarono verso di me, e cercavano di calmarmi, ma anche loro entrarono in panico.

-Cazzo, cazzo Carlos fa qualcosa-
-Che devo fare?!- urlavano.
-Chiama Lewis, corri-

Carlos si fiondò fuori la stanza, correndo a chiamare Lewis, Lando invece cercava ancora di calmarmi dicendo di rallentare il respiro e seguire il suo.

-Che cazzo succ.. Aria-

Anche Lewis si piegò verso di me, mettendomi le mani sulle guance e facendo incontrare i nostri sguardi.

-Aria, conta, conta Aria, uno.. due..-
-U..uno.. due-
-Così, forza-
-Tre, quattro-

Lewis prese la mia testa e se la poggiò sul petto, accarezzandomi i capelli, mentre gli altri due ragazzi, fortunatamente, si tranquillizzarono.

-Cosa diamine é successo- chiese dopo che ci calmammo tutti.

Lo guardai, per poi cercare con lo sguardo il test, che era a terra dopo che Carlos lo aveva lasciato cadere.

-Li- indicai con la testa.

Lewis girò la testa, osservando il test. Allungò la mano e prese il piccolo oggetto in mano, osservandolo a lungo.

-Aria.. ma.. che stai dicendo-
-Sono incinta Lewis, sono incinta-

Alzò lo sguardo incontrando il mio, e mi abbracciò, un abbraccio fraterno.

-Non ti lascerò, qualunque sia la tua scelta-

~
Dopo un oretta ci trovavamo tutti e quattro sul letto, io e Lando poggiati con la schiena sulla testiera, mentre gli altri due erano seduti normalmente sul letto.

-Quindi.. cosa hai intenzione di fare- chiese Lewis.
-Non ne ho idea, non lo so proprio. Insomma, fino a ieri era tutto ok, e oggi mi ritrovo con un piccolo in pancia. Cosa dirà mio padre, cosa dirà Charles. Non so se tenerlo-
-Aria sappi che qualunque sia la tua scelta, noi ti saremo accanto- disse Lando, poggiandomi una mano sulla gamba.

-Forse dovrei dirglielo- dissi dopo minuti di silenzio.

I tre mi guardarono, capendo della mia idea di dire della gravidanza a Charles, ma erano dubbiosi.

-Beh, é la cosa migliore da fare ma.. hai detto che non vanno bene le cose tra voi- disse Lando.
-Allora aspetterò, cercherò di sistemare le cose con lui, e glielo dirò come notizia speciale alla fine del GP di Abu Dhabi-
-Beh sembra un ottima idea- rispose Carlos.
-É solo una settimana, poco di più, cerca di ragionare e capire cosa non vada in lui- propose Lewis.
-Però, é lui che non mi ha scritto, ne chiamato. Dovrebbe presentarsi lui davanti la mia porta-

Come un segno divino, come se avessi tirato la sorte qualcuno bussò alla porta. Io e i tre ci guardammo negli occhi e Lewis decise di andare ad aprire al posto mio.

-Che ci fai qui?- quella voce che conoscevo troppo bene.
-Che ci fai tu qui-
-Sono venuto per parlare con Aria-

Lewis si sporse con la testa verso di noi, cercando la mia approvazione, e feci un leggero segno di sì con la testa.

Lessi di spostò lasciando entrare il monegasco, che camminava lento verso la stanza.

-Vedo che c'era una piccola riunione- sorrise.
-Già- rispose Lando secco.
-Ragazzi non preoccupatevi, andate, se dovessi avere bisogno di voi vi chiamo- dissi ai tre.

Questi ultimi, allora, uscirono dalla camera, lasciando me e il monegasco lì da soli.

-Allora.. dimmi-
-Ascolta Aria, mi dispiace che non ti abbia scritto, ma.. é difficile da spiegare-
-É successo qualcosa?-

Intanto Charles si sedette alla fine del letto, mentre io ero ancora poggiata alla testiera del letto.

-No, no. Ma é un periodo difficile e...-
-Mi stai lasciando Charles?-

Gli occhi del ragazzo guizzarono nei miei, e vidi preoccupazione in quelle iridi verdi.

Perché? Perché voleva lasciarmi. Portavo in grembo il suo bambino, ma perché.

-No Aria, solo che.. ho bisogno di spazio-

Ho.
Bisogno.
Di.
Spazio.

-Che significa Charles- chiesi. Delle lacrime bagnavano le mie guance, non potevo più controllarmi.
-Aria.. non..-
-Che cazzo significa Charles- chiesi a voce più alta.

Fuori il tempo cominciò a peggiorare quando la pioggia cominciò a scendere, e ad aumentare minuto per minuto. Sembrava che il tempo fosse d'accordo con il mio stato d'animo.

-Non ti chiedo molto tempo, solo, qualche giorno-
-Charles spero tu stia scherzando-
-No Aria, mi dispiace-
-Cazzo Charles, andava tutto bene.-

Il ragazzo si avvicinò e si mise accanto a me poggiandomi le mani sulle guance e asciugandomi le lacrime.

-Lo so, lo so Aria. Ma per favore ti chiedo, per favore. Ho bisogno di tempo-
-Ho fatto qualcosa di male? Cosa ho sbagliato? Charles dimmi cosa ho sbagliato-
-Aria nulla, davvero, sei perfetta-
-Allora cosa c'è che non va-

Il ragazzo non rispose più, ma poggio le sue labbra sulle mie, dando inizio ad un bacio.
Ci staccammo solo nel momento in cui non avevamo più fiato.

-Solo qualche giorno...- sussurrò, per poi lasciarmi in quella stanza d'hotel da sola, a piangere.

Forgive me Where stories live. Discover now