Thirty-four

495 17 2
                                    

Le corse serali erano sempre state le mie preferite, e quella del Messico era una di quelle.

Le qualifiche erano terminate abbastanza bene con George secondo, e Lewis terzo, direi buon risultato, no?

Charles si qualificò settimo, Carlos quinto e Lando subito dopo Charles, ottavo.

La sera prima della gara la passammo tutto insieme nella sala giochi dell'hotel, divertendoci un sacco ma anche rilassandoci.

Ora toccava alla gara.

Tutti i piloti erano già pronti sulla griglia, attendendo solo lo spegnersi dei semafori, che appena cambiarono colore da rosso a nero, partirono in quarta.

Io ero nella mia solita postazione, con cuffie e schermo davanti ai miei occhi, e con un leggero mal di testa dato che i miei occhi saettavano tra le Mercedes e le Ferrari.

L'aria nel box era abbastanza tesa, speravamo in un buon risultato, almeno in un podio.

Max dominò per tutta la gara, riuscendo a vincere anche questo gran premio, ma la soddisfazione fu vedere Lewis secondo. George terminò la gara con un quarto posto, con troppi secondi di distanza da Perez che era terzo.

Charles e Carlos conclusero rispettivamente sesto e quinto, come ormai ci si aspettava. Lando, invece, concluse nono, con un giro dal primo.

Nel box Mercedes c'era una grande festa, dato il podio del numero 44, ma anche George fu festeggiato per la sua ottima gara.

Non ebbi tempo di andare a trovare ne Lando, ne i due Ferraristi, perché subito dopo il podio una gran folla arrivò al box.

Dopo varie interviste ai piloti, e carte da sbrigare, riuscii a sgusciare via dal box, ritornando in hotel, senza problemi.

Mi gettai subito sul letto, stanca morta, ma qualcuno bussò alla porta subito dopo.

-Festino in camera mia, vieni?- era Lando.
-Ma si-

Camera di Lando era poco più distante dalla mia, e quando entrai trovai già molti piloti quali Charles, Carlos ovviamente, Daniel, Pierre, Max, George e Lewis.

-É legale questa cosa- chiesi ridendo, dopo aver chiuso la porta dietro di me.
-Non credo proprio- rispose il numero 16, seduto su una poltroncina.

Mi diressi in sua direzione sorridendo, e mi sedetti accanto a lui, posandogli un bacio.

-Ottima gara-
-Sesta posizione? Non credo proprio-
-Dai ti rifarai in Brasile-
-É finita la stagione- disse buttando la testa all'indietro, e colsi l'occasione per lasciarli una scia di baci sul collo.

-Prendetevi una camera!- urlò Pierre, e io e il ragazzo scoppiammo a ridere.

La serata proseguì abbastanza tranquillamente, dico abbastanza perché non so da dove o come, ad un certo punto fummo tutti ubriachi a causa di vodka e birre uscite dal frigo della camera di Lando.

Parlavo sul balcone con Carlos, e ridevamo per ogni cosa stupida, colpa dell'alcol.

Rientrai e mi andai a sedere sulle gambe di Charles che intanto beveva il suo quinto o sesto bicchiere di vodka della serata.

-Uoo piano cherie- rise.
-Perché-
-Così no- disse guardando la mia posizione.
-C'è qualcosa che non va?-

Mi guardo con sguardo di sfida, e beve dal suo bicchiere, per poi avvicinarsi al mio orecchio.

-Si da il caso, che se fai qualche piccolo movimento, qualcosa lì sotto potrebbe risvegliarsi-

Inizialmente arrossii, e feci attenzione a come muovermi, non volevo fare figure di merda davanti altri dieci piloti, ma poi decisi di fare una cosa.

Feci dei piccoli movimenti, impercettibili per chi osservava da fuori, ma significativi per chi era sotto di me, infatti si notarono subito le conseguenze.

-Cherie cosa fai- disse sussurrandomi all'orecchio.
-Assolutamente niente-

Intanto Max e Lewis ballavano una canzone che Lando aveva messo su una sua piccola cassa bluetooth, e George saltava sul letto tipo un bambino.

-Smettila-
-Non sto facendo niente Charles-
-Non giocare con il fuoco Aria-
-Non so di cosa tu stia parlando amore-

Mi prese per un polso, e scansò tutti i piloti che guardavano confusi, uscimmo dalla camera e mi ritrovai sbattuta al muro di camera sua.

-Charles..-

Uscì come un sussurro dalla mia bocca, ci stavamo baciando arrogantemente al buio di quella stanza, che sapeva solo e solamente di lui.

Stringeva possessivamente i miei fianchi, e mi condusse al suo letto, dove mi fece stendere.

Sin da subito passò dalla bocca al collo, al mio punto sensibile che ormai conosceva bene.
Cominciò a leccare, mordere e lasciare piccoli soffi, era una tortura.

Mi tolse la maglia che avevo addosso, e così fece con i pantaloni della tuta, e rimasi sono in intimo.

Mentre segnava il mio collo e la mia clavicola, le sue mani giocavano con l'elastico dei miei slip, il che rendeva tutto molto più.. eccitante.

Gli tolsi la maglia, e così potetti vedere i suoi addominali, segnando col dito il loro contorno.

Tornato sulla mia bocca, una sua mano fece ingresso nelle mie mutande, dirigendosi subito al punto critico.

-Dieu Aria tu es si mouillée-
-Charles.. sai che non.. ti capisco-

Non riuscivo nemmeno più a connettere per formare una frase di senso compiuto. Il suo tocco era qualcosa di così profondo, che ti mandava in tilt.

-Meglio così-

Stuzzicava quella parte, e io volevo di più, sempre di più, e lui lo capiva. Cominciai a muovere il bacino sulla sua mano, che intanto giocava con la mia intimità.

-Charles..-
-Aria-
-Ti prego..-
Sorrise sulla mia bocca -Cosa Aria?-
-Fallo..-
-Faccio cosa Aria- voleva giocare.
-Cazzo Charles scopami-

Si illuminò, e di colpo si levò i pantaloni che finirono in un angolo della camera, e la stessa fine fecero i suoi boxer.

Entrò rudemente in me, e appena lo fece, emise un lungo ansimo, che era tremendamente sensuale.

Cominciò a muoversi, prima lentamente, ma come detto prima, volevamo di più. Aumentò la velocità, e la camera 178 si riempì di respiri affaticati, mischiati a gemiti e ansimi.

I nostri sguardi erano come incatenati, nulla li poteva separare, ero in paradiso.
Ogni spinta era una via per aumentare il piacere, il che mi avvicinava, ci avvicinava, di più all'orgasmo, che arrivò poco dopo.

-Charles...- gemetti.
-Dieu Aria-

Lasciò delle ultime spinte secche, per poi accasciarsi al mio fianco, avevamo ancora il respiro irregolare e guardavamo il soffitto come due scemi.

-Ogni volta é sempre più bello- disse con voce spezzata dal respiro.
-Hai proprio ragione-

Mi girai verso di lui, poggiando la testa sul suo petto e una mano sul suo fianco, mentre lui mise una mano nei miei capelli, e l'altra sul mio fianco.

-Due Gran Premi-
-Mh?- chiese.
-Mancano due Gran Premi-
-É passato così tanto tempo..- disse
-Se la me di marzo mi vedesse qui nel letto con te ora, direi che impazzirebbe-
-Eri già pazza di me a Bahrain-
-Non é vero smettila- risi.
-Ammettilo cherie, chi non é pazzo di me-
-Dormi che é meglio-

Lasciò andare una piccola risata, e poi ci furono dei momenti di silenzio.

-Ti amo- disse poi.
-Anche io ti amo Charles-

Forgive me Where stories live. Discover now