Thirty-one

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La fine della stagione era sempre più vicina, Abu Dhabi era sempre più vicina.

Ogni giorno che passava, mi passava sempre quella domanda per la testa. Cosa sarebbe successo dopo?

Non riuscivo mai a darmi una risposta, perché la domanda si ramificava in altre mille, a cui anche a queste non sapevo dare risposta.

Ci saremmo divisi tutti? Charles mi avrebbe lasciata? Sarei rimasta di nuovo sola?

Qualunque cosa sarebbe successa, l'avremmo scoperta solo dopo il GP ad Abu Dhabi, il 20 novembre 2022.

Per ora soffermiamoci al GP di Austin.
Anche questo GP é arrivato, negli Stati uniti persone che amano la Formula 1 accorrevano ad Austin, e nel suo circuito, per vedere quelle macchine correre.

Per ora la tifoseria più affiatata che avevo visto era quella di Monza, i ferraristi non erano ancora stati superati.

Quella mattina mi svegliai, e faceva molto freddo, infatti subito indossai una felpa che avevo lasciato sul tavolo.

Nonostante fosse fine ottobre, il freddo cominciava a farsi sentire, e quando mi affacciai dalla finestra, vidi addirittura la brina sull'erba.

-Bonjour-

Mi girai, e sul balcone accanto al mio c'era Charles. Indossava ancora il suo pigiama, e i suoi capelli erano sparati a caso.

-Buongiorno- sorrisi.
-Dormito bene?-
-Mh, abbastanza. Pronto per le qualifiche?-
-Siamo veloci in varie curve, potrei riuscire ad avere la pole- disse guardando l'alba.

Quegli spiragli di luce gli facevano brillare gli occhi che da verdi diventavano sempre più chiari.

-C'è pur sempre Max- dissi ridendo.
-Non abbassare le aspettative, dai cherié-
-Va bene, come vuoi- dissi alzando le mani in segno di resa -Ci vediamo tra mezz'ora?-
-Anche prima- sorrise.

Rientrai in camera, e mi feci una doccia calda che con quel fresco ci voleva proprio, e indossai un pantalone di felpa imbottito, un top, e una felpa pesante.

Pettinai i capelli in una piega liscia, e misi un filo di trucco, non mi andava di farmi un mascherone.

Presi la mia borsa, e dentro ci misi i pass, con dei trucchi e il telefono, quando fui pronta presi le chiavi della camera e uscii.

-Chi é?- disse Charles, dopo che bussai alla sua porta.
-Chi può essere?-
Aprii la porta sorridendo, e mi lasciò entrare.

-Allora, sei pronto?-
-Mi devo sistemare i capelli-

Si mise davanti lo specchio, e cominciò a sistemarsi i capelli facendo quella faccia corrucciata e concentrata allo stesso momento, e non mi accorsi di starlo fissando.

-Mi fissi-
-Non volevo- sorrise.
-Che c'è- disse.
-Niente, é che.. non so. Non avrei mai pensato di averti come ragazzo. Insomma, sei dannatamente bello, sei dolce, sei ricco e per di più un pilota- risi.
-Dannatamente bello?- disse dirigendosi verso di me.
-Può essere-
-Anche tu sei dannatamente bella Aria- e mi baciò.

~
-Radio check- pronunziai.

Ero davanti ai soliti schermi, con le mie cuffie, era il momento delle qualifiche.

-Forte e chiaro- risposero i due piloti.
-Lewis entra, George aspetta, sta per uscire Norris-

Lewis uscì dalla pit lane, partendo subito in quarta, voleva davvero riuscire ad ottenere un buon posizionamento.

-Vai George-

Anche George, dopo il rientro del pilota della McLaren, entrò in pista.

Lewis stava davvero volando, i primi due settori erano stati meravigliosi, mentre nel terzo aveva perso due o tre decimi.

-P3 Lewis, P3!-

Lewis aveva ottenuto un ottimo posizionamento, e così anche George, che era arrivato quarto. Almeno i due piloti sarebbero partiti in seconda linea il giorno dopo.

L'aria in box era stranamente tranquilla, non c'erano tensioni o altro, alla fine i due piloti avevano ottenuto un buon risultato.

Dopo le qualifiche, decisi di fare un salto in box McLaren, a salutare Lando e Oscar. Lando si era posizionato sesto, comunque un buon posizionamento.

-Sta sera che ne dite di uscire tutti? Una seratina pre-gara- proposi.
-Ci sta, io ci sono- rispose Oscar sorridendo.
-Serata? Lando Norris c'è-

Ad un certo punto mentre parlavamo con i ragazzi, si sentì un boato dal box Ferrari.

-Ma che..- disse Oscar.

La monoposto numero 16 rientrò, e vedemmo il pilota monegasco lanciare il suo casco.

In quel momento si avvicinò un meccanico per parlare con Lando e Oscar, e origliai la conversazione.

-Ammonito di 10 posizioni, Leclerc partirá dodicesimo-

Dodicesimo? Lando e Oscar si girarono verso di me, che ero scioccata. Dieci posizioni.

Salutai i due ragazzi, e mi diressi subito nel box Ferrari, per fortuna non incrociai nessuno, e camminai dritta per là motorhome del numero 16.

Mi fermai davanti la porta, sentendo dei rumori. Che diamine stava succedendo.

Aprii la porta e vidi il monegasco con le mani tra i capelli, la stanza era praticamente ribaltata.

C'erano fogli, carte, bottiglie a terra, era tutto sottosopra.

-Charles..- sussurrai.
-Vattene- disse non guardandomi.
-No-
-Va via Aria- ripetette
-Non vado da nessuna parte Charles-

Mi avvicinai al ragazzo, e mi sedetti accanto al lui, cercando di guardarlo in faccia.

Quegli occhi verdi trasudavano di delusione, rabbia e tristezza, tutto in un unica sfumatura.

-Charles, non posso vederti così. Ti prego-
-Dodicesima posizione, dodicesima- ripeteva.
-Mon amour, sei o non sei Charles Leclerc? Hai avuto posizionamenti peggiori nella tua carriera, eppure sei sempre riuscito a recuperare. Io so che c'è la puoi fare, e se c'è la metterai tutta, arrivi sul podio-

Le mie mani erano finite sulle sue guance, e i suoi occhi agganciati ai miei. Erano rossi e gonfi.

-Aria, sento solo che sono una delusione-
-Charles smettila-
-Non vincerò mai un mondiale così-
-Charles. Ascoltami. Io credo in te, e cosi fa Mattia, e così Carlos. E sono certa che lo facciano anche Jules e tuo papà lì su. Quindi non farlo per Mattia, o per qualche altra persona. Fallo per loro, che non hanno mai smesso di credere in te-

Il ragazzo accennò un sorriso, e i suoi occhi si rallegrarono leggermente.

-Ti amo- sussurrò.
-Anche io ti amo Charles-

Il ragazzo tra le mie braccia si calmò, fortunatamente. Non avrei mai pensato che fosse così tanto autocritico.

Di solito il tuo peggior nemico sei tu, e questo lo avevo appena capito.

Aveva paura di deludere tutti: Mattia, sua madre e i suoi fratelli, suo padre e Jules. Ogni piccolo errore per lui era fatale.

Ma sapevo, e anche lui lo sapeva infondo, che nonostante tutto, gli saremmo sempre stati accanto.

Forgive me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora