Eight

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-Aspetta cosa?- urlò Lewis.

La mattina dopo il ragazzo fece incursione in camera mia, e mi chiesi se le porte dell'hotel fossero del mestiere.

Già appena entrò capì che c'era qualcosa che non andava, non so da cosa, ma lo capì.

Mi toccò raccontargli tutto della sera prima, da Lance che era venuto da me per chiarire, a Charles che voleva un bacio di ringraziamento.

Era sbiancato, letteralmente. Aveva cambiato colore il ragazzo.

-Eh già- risposi io.
-Cioè scusami, tutto questo é successo nel giro di quanto? Un ora-
-Si Lewis-
-Io sono scioccato-

Si buttò di tutto peso sul letto, provocandomi una risata.

-Dai Lance é stato gentile, Charles non ho proprio capito il perché mi abbia chiesto che ci facevo con lui-
-Io un idea ce l'ho- disse alzandosi e mettendosi seduto.
-Tipo?-
-É geloso-

Sta volta sbiancai io.

-Ma che dici Le-
-Sono serio, non ci sarebbe altro motivo sennò, non credi?-

Effettivamente la sua teoria aveva senso, ma era troppo surreale per essere vera.

Cercai di cambiare discorso e per fortuna ci riuscii, chiesi come avremmo passato i giorni di distacco prima dell'Australia, e Lewis mi consigliò di partire già tra qualche giorno, così da essere già lì in previsione della gara.

Io accettai, dato che non avevo nulla di meglio da fare, inoltre sapevo che lì si moriva di caldo, e deve voci mi erano arrivate su un eventuale piscina nell'hotel, nonostante il GP sarebbe stato ad Aprile.

Quando Lewis andò via, decisi di incontrare mio padre a colazione, era da un po' che non parlavamo, e volevo dargli degli aggiornamenti sulle auto.

-Ei pa-
-Aria! Mi hanno detto che sei rimasta fin tardi al box per vedere le auto, é vero?-

Ci sedemmo ad uno dei tavoli, e facemmo colazione insieme parlando dell'auto e dei miei controlli accurati, e sull'idea di Lewis di partire già dopo qualche giorno.

Avevo sempre avuto un buon rapporto con lui, certo, ci sono stati alti e bassi, ma alla fine era già da tre anni quasi che passavo duecento giorni con lui all'anno.

-Mi hanno detto che sei stata accompagnata da Leclerc ieri- disse improvvisamente. Lo guardai.
-Emh, si, era al paddock e mi ha dato un passaggio, inoltre ho chiarito con Lance-

Mio padre sapeva tutto della storia con Lance, e pensava appunto che fosse un coglione.

-Perché Leclerc, insomma, sai cosa ti ha fatto- disse non pensando minimamente alla parte di frase riferita a Lance.
-Lo so papà, come scordarselo, ma é piombato lì ed era l'unico a potermi offrire un passaggio-
-Va bene, ma per favore, sii prudente, non voglio che tu ci stia nuovamente male-
-Papà, io e Leclerc siamo solo conoscenti, né di più né di meno, non devi preoccuparti, davvero-

Terminata la colazione tornai in camera e mi cambiai, e poi andai ad una riunione organizzata da mio padre con il team Mercedes.

Fu un ora che passo molto lentamente, troppo lentamente, infatti rischiai di addormentarmi un paio di volte, e se non fosse stato per i calci da sotto il tavolo da parte di Lewis, probabilmente il mio stesso padre mi avrebbe licenziata.

-Allora mi aspetto il massimo lavoro da tutti quanti- chiuse il suo discorso rimarcando la parola tutti.

~
Quella sera non organizzammo nulla, molti ragazzi sarebbero tornati nei loro paesi per questa breve pausa prima del GP d'Australia, quindi l'hotel cominciava piano a svuotarsi.

Forgive me Where stories live. Discover now