XV. Gli incubi (erano solo segreti non detti) - Parte 2

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          I cimiteri gli sono sempre piaciuti.

Benché, per qualcuno perseguitato notte e dì dai morti, possa sembrare un qualcosa di illogico, essi sono gli unici luoghi in cui può essere quasi certo di non incontrare alcun fantasma. Lì vi giacciono solo i corpi materiali in eterna pace e, se anche molti di loro avranno lasciato dietro di sé l'eco lugubre del loro dolore, essa non risuona tra le cripte e le lapidi mute.

Fortino, il suo paese natale, non è poi così movimentato ed era stato raramente scosso da fatti di sangue; però, vi aleggiavano comunque una decina di spettri. Morti accidentali, alcuni, un suicida e un paio di omicidi, uno dei quali talmente remoto da lasciare dietro di sé solo un'impronta appena visibile.

Quando era stato abbastanza grande da capire che quelle figure evanescenti poteva udirle e vederle solo lui, aveva preso a rifugiarsi regolarmente nel piccolo cimitero di Fortino, dove regnava per lui il più assoluto silenzio.

Ancor oggi gli capitava, di tanto in tanto, di avvertire l'impulso di tornare laggiù, tra le lapidi ricoperte d'edera e rampicanti e il gorgoglio del vicino ruscello a riempire la quiete, rifuggendo la caotica mescolanza di vita e morte di una città in continuo fermento.

Questo, almeno, era ciò che si aspettava di trovare nei cimiteri consueti.

Il Cimitero delle Fontanelle, però, è tutto meno che consueto; se ne rende conto dall'istante in cui arrivano al suo ingresso monumentale. Nel fianco della collina Materdei, proprio accanto alla Chiesa di Maria Santissima del Carmine, si apre quello che dovrebbe essere il camposanto: una bocca nera spalanca le proprie fauci nella parete di tufo grezzo, aprendosi in una gola ampia, trapezoidale, di cui da fuori non si scorge il soffitto né il fondo.

Ricciardi si arresta di fianco a Maione sulla pavimentazione sconnessa di Via Fontanelle, fissando quel monito affatto invitante. Il vento di scirocco gli tira le falde del soprabito, incanalandosi verso la caverna dinanzi a loro, quasi invitandoli ad affrettare il passo.

«Sarebbe questo, il nostro "cimitero"?»

Maione annuisce in silenzio, il volto contratto da una smorfia indecifrabile. È impossibile dire se sia impensierito, intimorito o irato, alla prospettiva di dover entrare là dentro. Ricciardi lo conosce abbastanza per capire che la sua inquietudine non ha nulla a che vedere col moto di compassione che l'ha scosso poco fa al pensiero di Annina. Non ha mai ritenuto Maione superstizioso, ma è chiaro che quel luogo non gli instilli alcuna serenità.

«Voi siete proprio sicuro, che 'sto Munaciello si nasconde qua dentro?»

Ricciardi lo osserva per qualche secondo, registrandone l'agitazione crescente, prima di rispondere pacato, ma con una stilla di durezza:

«Maio', io non sapevo nemmeno esistesse, questo cimitero, fino a un paio di giorni fa; ma quello scugnizzo l'ha menzionato, ed è l'unica pista concreta che abbiamo, a meno di voler battere uno a uno ogni cunicolo sotterraneo a Napoli.» Maione, a quelle parole, si ricompone un poco, passandosi però una mano sul collo tarchiato, come ad asciugare del sudore invisibile. «Se c'è qualcos'altro che dovrei sapere in merito, vorrei saperlo adesso.»

«Penso che qualunque spiegazione avrà più senso entrando, commissario. Vi basti sapere che avrebbe una bella faccia tosta, a volersi rintanare qua dentro.»

E, detto ciò, senza nemmeno aspettare una sua replica, si toglie il berretto e si avvia già lungo il breve viottolo sterrato che si dirama dalla strada lastricata. Ricciardi scaccia la brutta sensazione che gli si è posata addosso per un istante e lo segue dappresso.

Superata la soglia d'ombra dell'ingresso, la temperatura si fa appena più mite, rispetto all'esterno ventoso. Non vi sono fonti di luce diretta, se non una quantità di ceri e candele e, lontano davanti a sé, su quella che sembra la parete di fondo dell'ampio ambiente, un fascio di luce soffusa che sembra provenire da un finestrone, a illuminare tre croci su tre piccoli cocuzzoli indistinti.

La Ruota degli AngeliWhere stories live. Discover now