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Kyle

"Se non inizierai a prendere seriamente i tuoi studi, la borsa di studio la potrai soltanto sognare!" Mi ringhiò contro mio padre, seduto a capotavola, nel mentre che Joe - la cuoca - ci serviva il pranzo. Mia madre sussultò, mentre la mia sorellina Terrie di sette anni - seduta accanto a me - abbassò la testa piuttosto impaurita. Strinsi la sua manina nella mia, cercando di rassicurarla. Va tutto bene, Terrie.

"Che cosa penseranno di noi, quando verranno a sapere che nostro figlio non ha vinto una borsa di studio?" Mormorò, facendo esplodere tutta la mia pazienza. Mio padre era un amministratore delegato piuttosto conosciuto e l'unica cosa di cui gli importava, era l'immagine e il parere che gli aristocratici o la gente piena di soldi, avesse su di noi.

Mi alzai dalla sedia, sbattendo un pungo nel tavolo. "Sono stanco di te!" Alzai la voce. "Pensi sempre a questa dannatissima immagine, a questa società del cazzo e a come ne potresti uscire bene tu! Vai al diavolo, papà!" Urlai, prima di prendere Terrie fra le braccia e andarmene da lì, sotto lo sguardo di scuse di mia madre e lo sguardo furioso di mio padre, che aprì la bocca per ribattere mentre gli davo le spalle per uscire da quel posto.

Mi sentivo soffocare.

Terrie iniziò a piangere, con le braccia avvolte sul mio collo e la testa appoggiata sul mio petto. Odiavo vederla piangere ed era per questo motivo che cercavo ogni volta di evitare di litigare con nostro padre. Ma c'erano dei giorni, come oggi, che perdevo il controllo di me.

"Mi dispiace, piccola. Il tuo fratellone oggi ha perso le staffe, perdonami." Mormorai, accarezzandole la piccola schiena mentre le mettevo addosso una giacca. Lei mi guardò con quei due grandi occhioni verdi, simili ai miei, leggermente arrossati a causa del pianto. "Andiamo a fare un giretto, ti va?" Domandai gentile, accarezzandole i bellissimi ricci facendola annuire.

Dopo essermi assicurato, che la sua cintura la tenesse ben salda nei sedili posteriori della mia macchina, iniziai a guidare per le strade della città con in testa mille pensieri. Ero furioso!

Mio padre non si era mai preoccupato ne per me, ne per Terrie e ne per la mamma. Quest'ultima non aveva mai aperto bocca per ribadire o per dire la sua opinione al riguardo, nostra madre era troppo buona per quell'uomo. Abbassava sempre il capo, in segno di sottomissione, per non farlo arrabbiare ulteriormente, apparendo davanti agli altri come la donna perfetta, accanto al marito perfetto.

Ero stanco di tutto quello!

Ogni volta era sempre la stessa storia e mi dispiaceva che la mia sorellina dovesse assistere sempre a queste stupide liti. Pensai guardando la sua figura piccola e minuta dallo specchietto, che guardava distrattamente oltre il finestrino.

Presi il cellulare fra le mani, con l'intenzione di chiamare Miranda. Avevo bisogno di parlare e sfogarmi con qualcuno, avevo bisogno della mia ragazza, l'unica persona che avevo più vicino, ma non mi rispose. Ultimamente non rispondeva mai, non c'era mai quando avevo bisogno di lei. Sbuffai, gettando il cellulare nel sedile accanto, attirando l'attenzione di mia sorella. Mi limitai a sorriderle dallo specchietto, prima di continuare a guidare e dirigermi in direzione dell'ultimo luogo che mi sarei mai aspettato di andare.

"Kyle? Che cosa diamine ci fai qui?" Fu la prima cosa che mi domandò Faith, trovandomi davanti alla porta di casa sua. Indossava un paio di pantaloni da tuta leggermente sgualciti, probabilmente una tenuta da casa, una delle sue solite fedeli felpe di tre taglie più grandi e ai piedi delle pantofole gialle con alcune stampe dei cartoni animati della Walt Disney, mi ritrovai a sorridere davanti a quel vestiario insolito, ricevendo un'occhiataccia da parte sua.

Mi strinsi nelle spalle, in realtà non avevo la minima idea di cosa mi fosse passato per la testa, per andare a finire qui. Ma vederla, mi aveva già messo di buon umore. Aprii la bocca per poterle dire qualcosa, ma la figura del suo fratellino più piccolo, che mi aveva aperto la porta di casa sua, mi precedette. "Kyle? Quel Kyle?" Domandò facendomi aggrottare la fronte ed inclinare la testa di lato, e questo nanerottolo come faceva a conoscermi?
"Ma sì, Kyle!" Esultò, prima di battere le manine fra loro. "Il ragazzo di mia sorella!" Dichiarò contento. Cosa?

Guardai Faith, che si pietrificò.
Mi portai un pugno sulle labbra, per non scoppiare a ridere. "La ragazza di mio fratello?" Domandò Terrie in piedi dietro le mie gambe, come aveva fatto a scendere dalla macchina? Le avevo detto di aspettarmi lì, pensai alzando gli occhi al cielo.

Faith abbassò lo sguardo sulla figura minuta di mia sorella, aprendo la bocca per poter dire qualcosa, ma Terrie corse in una direzione per abbracciarla, lasciandomi completamente sorpreso. "Finalmente il mio frattellone si è liberato di quell'oca di Miranda! Tu sei molto più bella!" Dichiarò facendomi spalancare la bocca, ehi, questo non me lo aveva mai detto!

Sentii Faith ridacchiare, prima di ridere più forte, portandosi una mano sullo stomaco. Si abbassò sui talloni, per essere alla stessa altezza di mia sorella. "Come ti chiami piccola?" Le domandò con dolcezza, accarezzandole i ricci, proprio come facevo sempre io.

"Terrie." Annunciò la più piccola delle due ragazze, facendole un sorriso meraviglioso che mi riscaldò il cuore. La tristezza che provava a causa della lite tra me e mio padre, sembrava essere scomparsa completamente.

"Allora Terrie, ti va di entrare? Ho appena preparato una torta buonissima!" Parlò Faith, accarezzandole una guancia. Per qualche strana ragione, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Il tono dolce e premuroso, era totalmente diverso da quello acido che usava con me.

"Si, mia sorella è una bravissima cuoca!" Dichiarò il piccoletto vicino a Faith, che trascinò Terrie all'interno della grande casa.

Guardai i due bambini sparire, prima di spostare lo sguardo da Faith, che li guardava entrare con occhi dolci e con un'espressione contenta sul volto, facendomi alzare un angolo delle mie labbra verso l'alto. "Che ci fai ancora lì fuori?" Mi domandò quest'ultima, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Se non ti muovi, non ti lasceranno nemmeno un pezzetto della torta." Mormorò prima di guardarmi di sottecchi e darmi le spalle, invitandomi - nel suo strano modo di fare - ad entrare in casa sua.

Ridacchiai, prima di scuotere la testa e seguirla. Che strano tipo, pensai.

LULLABYWhere stories live. Discover now