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Kyle

Non riuscivo a pensare a nient'altro che non fosse Faith, all'immagine del volto, mentre mi diceva che non potevamo più essere amici, continuava a ripetersi interrottamente nella mia testa, facendomi impazzire.

Schiacciai un palmo della mia mano, sul tavolo della mensa, facendo balzare Matthews al mio fianco, le gemelle D e alcuni giocatori della squadra di Hockey, che mi guardarono come se fossi fuori di testa. E lo ero.

Non riuscivo a capire il perché diamine avesse preso quella decisione. Inizialmente pensai perché fosse stato per il bacio, che le avevo dato ieri pomeriggio. Un'altra questione, che non era uscita dalla mia testa per un sol secondo. Dire che mi era piaciuto, era un eufemismo. Non potevo negare il fatto che, ultimamente, avesse preso posto in parte dei miei pensieri. Ma dopo ieri, Faith era diventato il principale fra tutto gli altri.
Lei.. arg, mi passai una mano sui miei capelli, ero frustato. Arrabbiato. Tremendamente incazzato.

Volevo parlarle, chiederle il perché di quella decisione. Avrei voluto scusarmi, per la millesima volta per il bacio - anche se mi era piaciuto da morire - o per qualunque altra cosa avessi fatto di sbagliato, per farla andare via.

Io.. alzai lo sguardo, mentre la sua figura - tremendamente minuta - mi passò davanti, con lo sguardo puntato verso il basso. Teneva le mani ai lati del suo vassoio, andando a sedersi in un misero tavolino, ben lontano da dove ero io.
Quella distanza, mi fece innervosire.

Sbuffai, cosa che non passò inosservata al mio migliore amico, che mi guardava confuso alla ricerca di risposte, che io non potevo dare. Non sapevo nemmeno io, quello che stava succedendo. "Cosa?" Sbottai.

"Che ti succede? È tutta la pausa pranzo che sei così..nervoso. È successo qualcosa?"

Sospirai. "Faith ha chiuso con me." Mormorai, appoggiando la schiena sulla sedia su cui ero seduto, sprofondando su essa.

"Che significa che ha chiuso con te?" Mi domandò, incrociando le braccia al petto, mettendo in mostra i bicipiti muscolosi.

"Ha chiuso con la nostra amicizia, dicendo che apparteniamo a due mondi troppo diversi o una stronzata simile, prima di andarsene senza dirmi altro." Mormorai, passandomi nuovamente le mani sui capelli. "Ho pensato che fosse stato a causa del bacio che.."

"Aspetta." Mi bloccò, appoggiando una mano sulla mia spalla. "Quale bacio?"

Sospirai, passandomi una mano sulla faccia. "Ieri l'ho baciata."

"Che cosa?!" Alzò la voce, sorpreso dalle mie parole. "Come diamine è successo tutto ciò?"

Scossi la testa. "Non lo so, Matt. Io.. lei era venuta a casa mia per le ripetizioni, poi sono successe un paio di cose..ha incontrato mio padre." Lo informai, vedendo oscurarsi il suo volto nel nominarlo. Lo conosceva bene mio padre, dopotutto io e Matthews eravamo amici da quando entrambi eravamo in grembo delle nostre madri.

"E?"

"E niente, lui ha iniziato a fare quello che solitamente fa."

"Lo stronzo." Dichiarò facendomi annuire.

"Le ha tirato delle frecciatine parlando male di me, come sempre. Mi aspettavo di vederla andarsene a gambe levate ed ero sul punto di portarla via..ma." Sospirai, alzando lo sguardo nel suo. "Ha tenuto le mie parti, mi ha difeso."

"Cosa?"

"Già, ha detto che sono un ragazzo determinato, che posso ottenere tutto ciò che voglio, se lo voglio. Ha detto davanti a mio padre, pronto a deridermi, che ero da ammirare, che era fiera di me per i miei obbiettivi e che potevo farcela. E questo.." Mormorai, torturandomi le mani. "Mi ha scosso il cuore." Ammisi, notando il sorriso gentile che nacque nelle sue labbra.
"Che c'è?"

Scosse la testa, prima di annunciarmi un inaspettato: "Lei ti piace."

"Cosa?"

Ridacchiò, ottenendo un'occhiataccia da parte mia. "Me ne sono accorto come sei con lei, Kyle. La guardi e la sfiori, come se avessi paura di farle male. E poi, ti vedo sereno, sorridente." Parlò. "Nemmeno con Miranda, ti ho mai visto così. E questo, dovrebbe farti aprire gli occhi."

Il mio cuore accelerò. "Su che cosa?"

"Sul fatto che oramai non devi più aggrapparti alla scusa dell'amicizia, non avresti mai avuto questa reazione se lei - per te - fosse stata solo un'amica." Mi informò. "Tu, amico, ti sei preso una gran bella cotta. Ecco cosa."

Abbassai lo sguardo davanti alle sue parole sincere, a cui non ebbi le forze nemmeno per ribadire il contrario. Dopotutto, non c'era nulla di falso in ciò che aveva detto.

Faith, pensai ricordando il suo sorriso, i suoi modi gentili di fare, la sua dolcezza nei confronti di mia sorella, il suo amore per le ciambelle e il suo menefreghismo per i vestiti alla moda.

Mi ritrovai a sorridere, al ricordo di lei mentre cercava di staccare la mozzarella dalla pizza, fregandosi di sporcarsi le mani o la felpa chilometrica che indossava.

Probabilmente aveva iniziato a piacermi già da quel momento.

Alzai la testa, incontrando gli occhi del mio migliore amico, che appoggiò la sua mano sulle mie ginocchia. "Sai già cosa devi fare."

LULLABYWhere stories live. Discover now