13

25.7K 884 41
                                    

Kyle

"È impossibile, non ci riuscirò mai." Sbuffai, appoggiando la penna sul basso tavolino posto al centro della mia camera da letto, in cui io e Faith ci siamo seduti sul tappeto - insieme ad alcuni cuscini - per poter studiare. Erano passate due ore da quando mi aveva proposto di aiutarmi nel tema, che il nostro professore di Letteratura ci aveva affidato come compito per casa. Dovevamo semplicemente parlare di noi stessi, dei nostri obbiettivi, dei nostri sogni e di ciò che ci aspettavamo per il futuro, per il College.

Vuoto, questo era ciò che avevo in testa. Non avevo la minima idea di cosa diamine dovessi scrivere, non avevo la minima idea di cosa pensassi in realtà di me stesso, figuriamoci cosa aspettassi per il mio proprio futuro. "Non otterrò mai quella B, di questo passo potrò dire addio alla mia borsa di studio." Brontolai, spostando - in malo modo - i fogli che avevo davanti, facendo alzare gli occhi a Faith.

"Ei." Mi parlò, appoggiando una delle sue manine sul mio braccio, scoperto grazie alla maglietta a maniche corte che indossavo. Abbassai gli occhi in direzione del suo tocco. "Se continui a trascinarti dietro questo bagaglio di negatività, non credo che otterrai qualcosa in cambio, se non i tuoi continui lamenti, allontanando quello che al momento - per te - è il tuo obbiettivo." Parlò con tranquillità e con una estrema gentilezza, davanti alla mia reazione scocciata di poco prima. Obbiettivo, ne avevo uno? Pensai aggrottando la fronte. "La tua gran voglia di ottenere la borsa di studio, è già di per sé un obbiettivo." Parlò facendomi aprire gli occhi. "Credo che se mettessi nello studio, lo stesso impegno e dedicazione che dai nella squadra di Hockey, di cui sei Capitano, la borsa di studio la otterresti ad occhi chiusi Kyle. Devi solo volerlo e impegnarti al massimo, la testa ce l'hai, probabilmente devi solo imparare a sfruttarla meglio. E smettendo di essere negativo, è già un gran bel punto di partenza." Mormorò alzando gli angoli delle labbra piene, verso l'alto, in un sorriso confortante che mi accarezzò il cuore.

Quando era stata l'ultima volta che avevo sentito delle parole di incoraggiamento nei miei confronti? Pensai, ricordando tutte le parole negative e sconfortanti che mio padre mi riservava ogni giorno, gettandomi addosso tutto il suo disgusto.
Nemmeno mia madre, per quanto cercasse di alleviare quel peso che mio padre mi gettava addosso ci riusciva. Ne i miei amici, ne tanto meno Miranda.

Alzai lo sguardo su Faith, che mi guardava con i suoi grandi occhioni verdi e attenti. L'ultima persona da cui mi aspettavo di sentire tali parole, era qui al mio fianco, a sostenermi.

Mi sentii così...bene. Pensai gettando la mia schiena sul tappeto, portandomi le braccia dietro la testa con un sorriso enorme stampato sul viso. "Ah, Faith." Mormorai, guardandola nel mentre che si portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Lo faceva spesso, quando si sentiva in imbarazzo o quando era nervosa.

"Cosa?" Mi domandò con un brillo di curiosità negli occhi.

Aprii la bocca per poter dire qualcosa, ma il rumore della porta contro il muro mi fece sobbalzare. "Fratellone!" Urlò Terrie, la mia sorellina, correndomi in contro con le braccia aperte, soffocandomi - dopo essermi saltata addosso - con uno dei suoi affettuosi abbracci.

Il sorriso dolce che Faith ci dedicò, di certo, non passò inosservato. Si ritrovò successivamente a terra, quando Terrie mi lascio improvvisamente per saltarle addosso. "Ciao Faith, che bello rivederti!"

"Ei, piccola." Parlò Faith, arruffandole i capelli con dolcezza, nel mentre che la faceva sedere sulle sue gambe. "Come stai?"

"Molto bene." Annuì Terrie, annuendo per più volte con la testolina. "Ho fatto questo per te." Mormorò porgendole un foglio, su cui vi era disegnato tre persone un po' deformi.

"E questi chi sono?" Domandò Faith, continuando ad accarezzarle i capelli.
Mi ritrovai a paragonarla a Miranda, che non si era mai avvicinata così a mia sorella, ne tanto meno era stata mai così gentile e affettuosa. Anzi, ogni qual volta che veniva a casa nostra, le dava sempre della marmocchia, ignorandola completamente quando Terrie aveva qualcosa da dirle. Faith era tutt'altra cosa.

"Questo è il mio fratellone, Kyle." Annunciò, indicando un ometto con i capelli per aria, con la felpa della mia divisa da Hockey. "Questa sono io, perché sono piccola." Parlò indicando un disegnino con le braccia e piccole e un sorriso enorme, facendomi ridere. "E questa sei tu." Mormorò indicando una figura femminile, con i capelli lunghi e un felpa altrettanto grande.

Non potei fare a meno di notare l'espressione contenta sul volto di Faith, che aveva gli occhi leggermente lucidi, mentre guardava il disegno che Terrie le aveva fatto. "Sei molto brava a disegnare, piccola. E grazie per avermi incluso in questo bellissimo disegno, lo adoro." Parlò, lasciandole un bacio sulla guancia.

"Dopotutto, sei la ragazza di mio fratello. E sei la mia preferita." Parlò Terrie, abbracciandola.

Faith tossì, guardandomi come a voler chiedere delle spiegazioni al riguardo. Mi limitai ad alzare le spalle, non avevo avuto la possibilità di dire a Terrie come stessero veramente le cose.

Non ne avevi la possibilità o non volevi?
Mi domandò qualcuno nella mia testa, facendomi sbuffare.

Guardai Faith, che - come sempre - era pronta a cogliere il mio sguardo. Mi piaceva il modo in cui mi guardava, mi faceva sentire come se tutto ciò che ci fosse attorno a noi, fosse meno importante di me. "Mi dispiace." Mimai con le labbra, in segno di scuse.

Scosse la testa, prima di sorridermi. "Non importa." Sussurrò, prima di baciare la fronte a mia sorella, che sorrideva contenta.

In quel momento, non avrei voluto essere da nessuna parte, se non qui.

LULLABYWhere stories live. Discover now