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Faith

Kyle continuò a portarmi a scuola durante tutta la settimana, fermandoci puntualmente ogni mattina da Gwen, per comprarmi quelle deliziose ciambelle. E questa novità, non era affatto scappata dagli occhi degli altri studenti, che ultimamente commentavano e sussurravano sul mio conto, nei corridoi della scuola.

Nei primi due giorni, era stato più che imbarazzante. Essere sull'ultimo scalino della gerarchia sociale, mi aveva portava ad estraniarmi dalle attenzioni altrui. Non che mi importasse un granché.

Avevo scoperto - però - che la compagnia di Kyle, che la sua amicizia, non mi dispiaceva. Non mi dispiaceva affatto.

Lui era..piacevole, davvero amichevole. Si impegnava nel farmi ridere, anche nell'irritarmi - quello costantemente - e mi ascoltava, qualunque cosa avessi da dirgli. Stupida o importante che fosse.

Era divertente e.."Urr!" Ruttò improvvisamente, senza nemmeno mettere la mano in bocca, visto che stava guidando e teneva le mani sul volante. "Scusa." Ridacchiò, davanti alla mia faccia sconcertata.
Sospirai, era divertente e stupido. Davvero un gran idiota, pensai ritrovandomi a ridacchiare successivamente.

"Dio, che schifo Kyle!" Lo rimproverai facendolo ridere.

"Che c'è?" Mi guardò, con un espressione da finto innocente. "Tu non rutti mai?" Mi domandò, con un sopracciglio inarcato.

"Chi, io? Per chi mi hai presa? Io sono una signora." Dichiarai con aria altezzosa, ottenendo uno sguardo diffidente da parte sua, che fece scoppiare entrambi a ridere.

Il tragitto verso la scuola terminò in un batter d'occhio, arrivammo nel parcheggio dell'Istituto ben puntuali. Kyle spense il motore e come ogni mattina, scese dal Pick-up con facilità, fece il giro della macchina e venne ad aprirmi la porta. Mi slacciò la cintura di sicurezza e mi guardò, prima di allungare la mano in direzione del mio bacino.

Annuii, dandogli il consenso di stringermi i fianchi per potermi afferrare e mettermi a terra. "Ringrazio all'unica passeggera, di aver accettato il volo Kyle Sullivan Airlines, spero che abbia fatto un buon viaggio." Mormorò alzandomi dal sedile, avvicinando il mio corpo minuto al suo, facendomi toccare successivamente i miei piedi a terra.

"Ci sono state delle turbolenze - Parlai riferendomi al suo rutto - ma grazie al cielo sono arrivata sana e salva." Parlai facendolo ridere genuinamente, nel mentre che tirava fuori il mio zaino a tracolla e il suo dai sedili posteriori, chiudendo successivamente la portiera.

"Ciao Capitano!" Lo salutò qualcuno con un cinque, nel mentre che superavamo i cancelli dell'istituto. "Ciao Kyle!" Lo salutò qualcun altro, insieme ad alcune ragazze che lo guardavano con gli occhi a forma di cuoricino. Già, mi ero dimenticata il quanto fosse popolare il ragazzo che camminava al mio fianco, in questa scuola. Salutava tutti con un sorriso amichevole, dando il cinque ai suoi amici e facendo l'occhiolino a quelle che lo guardavano in modo malizioso.

Io abbassai la testa, continuando a camminare al suo fianco, sentendomi avvolta da un estremo imbarazzo. Pregai di essere risucchiata dal terreno sotto i miei piedi, da un momento all'altro.

"Ei, capitano!" Lo salutarono due ragazzi, probabilmente della sua stessa squadra di Hockey - visto che indossavano entrambi la sua stessa divisa - dandogli due pacche sulle spalle. "Il Coach ci ha chiesto di avvisarti, che oggi gli allenamenti sono saltati." Parlò uno di loro, quello con gli occhi azzurri, mentre l'altro - il suo amico - teneva lo sguardo fisso su di me. Avevo per caso qualcosa fra i capelli? Mi domandai mentalmente, passando una mano sopra ad essi.

"Come mai?" Domandò Kyle, guardando però il ragazzo che mi stava fissando e non colui con cui stesse parlando.

"Credo che sua moglie non si sia sentita bene." Dichiarò il ragazzo dagli occhi chiari, mentre il suo amico - quello biondo - alzò le labbra verso l'alto in un sorriso gentile. Mi ritrovai a ricambiare, leggermente in imbarazzo.

Sentii Kyle al mio fianco sbuffare, ma pensai di essermelo immaginato.
"Ha rimandato gli allenamenti a domani mattina, quindi dovremmo presentarci in campo prima delle lezioni mattutine e-..Ei, capitano dove diamine stai andando?" Domandò quest'ultimo a Kyle, che senza rendermene conto mi stava trascinando via, con una sua mano stretta nel mio polso.

"Kyle, dove stiamo andando?" Chiesi, guardandomi alle spalle e notando gli sguardi confusi stampati sul volto dei suoi compagni di squadra.

"Sta per piovere, meglio entrare." Semplicemente dichiarò, continuando a trascinarmi dietro di lui sotto gli occhi attenti di alcuni studenti.

Stava per piovere? Mi domandai alzando lo sguardo nel cielo sopra di noi, notando - in realtà - uno splendido sole e non una sola nuvola nei dintorni. Aggrottai la fronte, completamente ignara di cosa fosse passata per la testa a questo idiota.

LULLABYWhere stories live. Discover now