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Kyle

"Buongiorno ragazzi." Ci salutò Gwen, la proprietaria della pasticceria, ricevendoci con un caloroso ed affettuoso sorriso sulle labbra sottili. Era una signora anziana, che avrebbe sfiorato a breve la sessantina d'anni e che indossava la sua età, con eleganza e dolcezza. "Faith, mia cara, è da molto che non ti vedo da queste parti." Si rivolse a Faith con gentilezza e con un pizzico di tono materno della tonalità della voce, come se la conoscesse oramai da tempo.

Faith si strinse nelle spalle, con aria di scuse. "Sono stata occupata con lo studio, ultimamente."

"Tu sei sempre occupata con lo studio, mia cara." Ridacchiò la signora, pulendo con uno straccio il bancone.

"Un fedele topo di biblioteca non cambia mai le proprie abitudini." Mormorò Faith quasi sussurrando, abbassando lo sguardo sulle All Star che indossava sui piedi, quasi provasse interesse nel guardarle.

"E tuo padre, il Sindaco Colins, come va? Ho saputo che le nuove elezioni sono alle porte, ha intenzione di candidarsi nuovamente?"

Faith sospirò, aggrottando la fronte, come se parlare di suo padre le risultasse difficile. La guardai, in piedi al suo fianco, con le mani sulle tasche della mia felpa. Un'espressione triste le sfiorò il volto per un breve istante, ma lo cacciò via alla stessa velocità con cui apparve. "Lo sai com'è fatto, Gwen. Le sue elezioni e il suo posto di lavoro, sono molto più importanti di qualsiasi altra cosa. Non si lascerà sfuggire di certo questa occasione, la sua comoda poltrona del suo studio lo ospiterà ancora una volta." Mormorò passandosi una mano sul braccio, in una carezza solitaria.

"È un ottimo Sindaco, anche in questa elezione avrà nuovamente il mio voto." Ridacchiò la signora, che ottenne soltanto un sorriso forzato dalla ragazza al mio fianco. "E tua madre, è ancora alla Angeles per lavoro?"

Faith si illuminò nel sentir nominare sua madre, l'ombra che si alleggiava nel suo volto, scomparve nell'immediato, tranquillizzando la mia preoccupazione nel vederla giù di morale poco prima. "È tornata per le vacanze estive, ma è dovuta ritornare non appena sono terminate. È una macchina instancabile."

"Ha intenzione di tornare per le vacanze Natalizie?"

Faith sospirò, prima di far alleggiare un sorriso malinconico sulle labbra piene. "Lo spero con tutto il cuore, mi manca così tanto." Mormorò, ricevendo un sorriso affettuoso dalla signora Gwen, che la guardava dietro il bancone come una nipote, probabilmente volendola abbracciare, visto il quanto Faith sembrasse fragile in quel momento. "Ma parliamo d'altro, io sono venuta qui per le ciambelle!" Dichiarò battendo le mani, facendosi più contenta, mandando completamente via tutta la tristezza alle sue spalle, lasciando spazio ad una Faith felice e piuttosto affamata.

Gwen ridacchiò davanti alla reazione di Faith, in piedi davanti alle vetrine che mettevano bene esposte tutti i dolciumi e le tanto famose ciambelle. Le guardava a bocca aperta, proprio come una bambina ingorda davanti alla sua torta preferita, mi ritrovai a ridere guardando e tenendo impresso nella mia memoria quel momento. "Kyle, che sorpresa vederti qui!" Annunciò regalandomi un sorriso gentile, mettendo in evidenza le fossette presenti in entrambe le guance paffutelle.

"È un piacere rivederla, signora Smith." La salutai con un cenno del capo.

"Oh, sei sempre così gentile caro e sempre troppo cordiale, quando ti deciderai a chiamarmi Gwen e a darmi del tu, per una buona volta?" Ridacchiò.

"Gwen, è un piacere rivederti." Le feci l'occhiolino, facendola ridere.

Mi girai a guardare Faith, che si trovò ad alzare gli occhi al cielo, feci l'occhiolino anche a lei, ma si limitò a scuotere la testa. "Siete venuti qui assieme?"

Annuii con la testa per più volte. "Sto compiendo la parte del patto."

"Quale patto?" Si interessò la Signora Gwen, guardai Faith che scosse la testa e aprì gli occhi più del dovuto, come a volermi avvisare nel non dirle niente.

Io annuì, facendo tutto il contrario. "Sarei potuto diventare suo amico, solo se l'avessi portata qui - ogni mattina - per farla mangiare le sue ciambelle. A quanto pare, ne va matta." Dichiarai, ottenendo uno sguardo omicida da Faith.

La signora Gwen mi guardò sorpresa, prima di appoggiare le mani lungo i fianchi e sfiorare lo sguardo su Faith, che si nascose dietro la vetrina delle ciambelle. "Finalmente riesci a farti un amico e tu gli imponi di comprarti le mie ciambelle in cambio?" La rimproverò, come una mamma, facendomi ridacchiare. Ottenni, però, soltanto un'altra occhiataccia da Faith, quasi volesse dirmi: sei morto.

"Guarda che da oggi diventerò una cliente abituale, non lamentarti." Osò Faith.

"Faith Margaret Collins, non posso crederci. Sei tremenda!" Ridacchiò Gwen, scuotendo la testa, arrendendosi alla faccia tosta di Faith, che rideva come una scolaretta.

"Gliel'ho detto anche io, sign-.." Quest'ultima mi guardò attentamente, facendomi tossire. "Ehm, Gwen." Ridacchiai, facendola annuire soddisfatta.

"Allora, io prendo quello in fondo laggiù!" Annunciò Faith indicando una ciambella enorme, ricoperta di cioccolato e zuccherini. Certo che per essere così minuta, non temeva di certo quelle migliaia di calorie. Sorrisi, Faith non era Miranda, di certo non gliene importava niente di queste cose.

"Ecco a te, mia cara." Parlò Gwen, porgendole la ciambella fra le mani.

Faith non tardò ad addentarla, prima di masticarla lentamente - quasi volesse gustarla con calma - mormorando un "Humm." Silenziosamente fra sè. "È buonissima!" Dichiarò sorridendo contenta, proprio come una bambina. Mi ritrovai a ridere davanti a quella scena. "Prova un pezzettino, piccolo piccolo però eh." Mi parlò, avanzando in mia direzione, porgendo la ciambella verso la mia bocca.

Mi abbassai per raggiungere l'altezza delle sue manine, mordendo un pezzo enorme della sua ciambella, ottenendo uno sguardo omicida da parte sua. "Ei, avevo detto un pezzettino!" Si lamentò lei, guardando il segno grande del morso che avevo lasciato.

Iniziai a ridere davanti alla sua espressione sconvolta, non sapevo se fosse seria o meno, ma dovevo ammetterlo: Faith era davvero divertente. "Non lamentarti, per diritto mi spetta la metà." Le ricordai facendole aggrottare la fronte, per niente d'accordo - al momento - con quella decisione.

Mi fece talmente tenerezza, che mi limitai a scrollare le spalle. "Per oggi puoi mangiartela tutta, non ho fame." Mentii, vedendola sorridere davanti alla mia dichiarazione.

E questo, vedere il suo sorriso, mi rese contento.

LULLABYWhere stories live. Discover now