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-scommettiamo?- gli chiedo avvicinando il mio dito allo schermo.

-stronza!- esclama lanciando la giacca di pelle che aveva in mano per poi tornare al piano di sopra,

torna al piano di sotto dieci minuti dopo, ha una tuta grigia con una felpa nera. Gli sorrido falsamente, lui ricambia con il dito medio,

-ma che maleducato!- esclamo con un finto tono arrabbiato, si limita a guardarmi malissimo. Mi squilla il telefono,

-oi, come va?- chiede la mia migliore amica dall'altra parte,

-benissimo, mi diverto tanto!- affermo guardando il ragazzo che sta parlando con qualcuno al telefono.

-è simpatico quindi?-

-no, mi diverto a trattarlo come un burattino- rido,

-ho ordinato la pizza- dice sedendosi su una poltrona in salotto,

-ma non è salutare- dico guardandolo,

-sta zitta che per stasera hai fatto abbastanza- dice con un tono duro, rido,

-fai schifo, ma ti stimo- dice la mia migliore amica dal telefono,

-stasera usciamo?- mi chiede,

-ovvio, chiama Mike che ha la macchina, poi siamo pronte, passate per le...- guardo l'orologio, sono le 7.24, devo mangiare cambiarmi ecc,

-...9 in punto- le dico. So sguardo che il ragazzo a fianco a me mi rivolge è a dir poco incredulo.

-va bene, ciao-

-ciao- chiudiamo la chiamata,

-spero che tu stia scherzando!- esclama il moro a fianco a me, faccio spallucce mentre cambio canale,

-perché?-

-fammi capire, tu esci ma io non posso?- mi chiede,

-non ho mai detto che non potevi uscire, ho detto che dovevi preparare la cena, sei tu che hai annullato tutto con i tuoi amichetti- gli dico,

-TU...! NON È VERO!- urla, io annuisco tranquilla

-invece si-

-TU...!-

-dovresti essere più maturo di così- gli dico sapendo di irritarlo ulteriormente,

-sei una bambina- afferma,

-sarò una bambina, ma i tuoi prossimi quattro mesi saranno infernali- gli dico.

-altro che bambina tu sei una gran stronza- afferma andando ad aprire al fattorino delle pizze. Mangiamo in un totale silenzio,

-io stasera esco- se ne esce dal nulla, sto per ribattere quando mi precede,

-anche a me basta premere un tasto per farti finire nei casini- dice tranquillamente con un sorriso soddisfatto sulle labbra. Io stringo i pugni, si appoggia con le mani allo schienale della mia sedia, si abbassa e mi dice all'orecchio

-non puoi far vivere l'inferno al diavolo in persona- li per li ci rimango male, ma quando realizzo lui sta uscendo di casa. Non ho tempo per pensarci, mi cambio velocemente e esco raggiungendo i miei amici che mi stanno aspettando sotto casa.

il mio vestito:

il mio vestito:

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quanto odio il mio  babysitter🤍🔒|| Payton MoormeierWhere stories live. Discover now