🤍10🤍

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Faccio l'unica cosa logica, l'unica cosa che non avevo programmato per questa sera, una cosa molto stupida ma intelligente, che spero possa fargli capire che per ora non lo voglio come fidanzato, anche se, probabilmente, le sue intenzioni non erano quelle di fidanzarsi con me. Mi allontano. Nei suoi occhi non riesco a capire cosa ci sia in questo momento, ma sono sicura che la confusione è la regina delle emozioni che prova in questo momento, se lo avesse fatto lui lo avrei preso a schiaffi, anzi no schiaffoni. Non dico nulla, evito, mi giro e me ne vado, semplicemente, so che non me la farà passare liscia ma mi saprò vendicare o difendere. Scendo dalla macchina di Mel che mi ha accompagnata a casa, penso che lui sia già arrivato a casa. Entro in casa, sono le due, e domani ho scuola, mal che vada salto la prima. Con passo felpato raggiungo le scale, metto il piede sul primo gradino, sto per mettere l'altro sul secondo ma la luce si accende accecandomi.

-ma che cavolo fai?!- esclamo,

-ti sembra di tornare alle due?- mi chiede duro,

-ti ripeto che non sei mio padre e tantomeno il mio fidanzato, quindi lasciami in pace e fatti gli affari tuoi, capito Moormeier?-

-e io ti ripeto che sono il tuo babysitter, capito?- mi chiede alzandosi dal divano,

-in realtà no, non sei il mio babysitter, sei qua perché hanno pensato che avremmo sentito meno la loro assenza insieme- dico in tono neutro, lui mi guarda malissimo, ma ho detto solo la verità.

-fatto sta che sono più grande e la responsabilità è mia, quindi d'ora in poi dovrai dirmi dove vai e con chi- afferma affiancandomi,

-aspetta e spera, aspetta e spera- dico io.

-non hai scelta, immagino che ti abbiano detto che se non andiamo d'accordo ci trascineranno la con loro, vero? Prechè a premere il pulsante di chiamata non ci metto tanto, e non penso che tu voglia raggiungerli- afferma deciso,

-devi smettere di darmi regole, non sei neanche maggiorenne- affermo facendo un passo nella sua direzione,

-ci manca poco- afferma deciso facendo a sua volta un passo avanti.

-ma ora non lo sei, quindi zitto e fatti i fatti tuoi- dico tagliente, comincia ad avvicinarsi, passo dopo passo, finché la mia schiena non tocca il muro, non posso scappare. Mi afferra i fianchi spingendoli contro la parete, mi mordo il labbro quando il suo sguardo si posa sulle mie labbra, si avvicina obbligandomi a guardarlo negli occhi. Devo rendergli la vita un inferno, non posso lasciarmi abbindolare così! Gli afferro la vita tirandolo verso di me, i nostri bacini si scontrano, sospiro, non dovrei sentire quello che sento. Le sue mani salgono alla vita. Mi alzo in punta di piedi, appoggio le labbra al suo orecchio,

-non starò mai alle tue regole- gli sussurro, faccio un passo di lato per andarmene ma mi afferra nuovamente i fianchi e mi spinge delicatamente al muro. Okay, questo non era nei piani, affatto.

Si avvicina sempre di più quando è a un centimetro dalle mie labbra chiudo gli occhi, è un gesto spontaneo, e non riesco a riaprirli, sento la pressione delle sue labbra sulla fronte, poi il nulla, non è più davanti a me, quando apro gli occhi sta salendo le scale.

-ora siamo pari- sussurra. 

quanto odio il mio  babysitter🤍🔒|| Payton MoormeierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora