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Alza gli occhi al cielo,

-guarda che potrei dirlo a tua mamma, lo sai?- mi chiede,

-lo so, ma so per certo che non lo farai- rispondo io sfidandolo con lo sguardo.

-perché ne sei così certa?- mi chiede sovrastando tutto il casino con la sua voce,

-non sei il tipo- vedo in lontananza la mia migliore amica che viene verso di noi, quando arriva e posso notare le sue condizioni rimango un tantino sconcertata; ha il rossetto tutto sbavato, e il vestito leggermente alzato.

-tutto bene?- le chiedo apprensiva, lei annuisce,

-andiamo a casa? Sono stanca- mi chiede giustificandosi, io annuisco,

-vado a cercare Mike- affermo ma lei mi ferma.

-no, non serve- dice guadagnandosi un'occhiata interrogativa da parte mia.

-cos'è successo?- le chiedo, mi indica con il capo una poltroncina poco distante sulla quale c'è Mike con una ragazza in braccio.

-okay, lui è fuorigioco- sento la risata di Payton,

-conoscete Mike?- mi chiede facendomi annuire,

-è il nostro migliore amico- asserisce Mel.

-come torniamo a casa?- le chiedo,

-autobus?- propone, vedendo che non abbiamo alternative annuisco,

-andata- sto per sorpassare Payton, ma mi blocca per il polso.

-vi porto a casa io- afferma

-non ce n'è bisogno- ribatto quasi subito, mi arriva quasi subito una gomitata nelle costole;

-si invece, grazie- dice lei, alzo gli occhi al cielo mentre lo seguiamo fuori dal locale poi nella sua macchina.

-io vado dietro- dice lei, annuisco distrattamente sedendomi al posto davanti, andiamo per prima a casa di Mel, che scende ringraziando il ragazzo e dando un bacio sulla guancia a me.

-vedi, io, al contrario tuo, sono responsabile- afferma, rimettendosi sulla corsia e dirigendosi verso casa;

-tu,? responsabile? Non diciamo cazzate- esclamo spostando lo sguardo su di lui,

-sicuramente più di te- non ne sarei sicura... non può essere più responsabile di me,

-io non credo...ma convinto tu- gli dico,

-è tanto dire "grazie"? ti sto portando a casa-

-grazie- sussurro, chiudo un attimo gli occhi, mi addormento. Mi sento sollevare dal sedile, una mano è sulla mia vita e l'altra è sotto le ginocchia; lo sportello della macchina si chiude, sto ondeggiando, apro di poco gli occhi, quel che basta per vedere una maglietta nera, alzo lo sguardo.

-Payton...- sussurro facendogli abbassare lo sguardo dopo aver aperto la porta, sorride,

-siamo arrivati- sussurra, sale le scale, e entra in camera mia,

-ho freddo- dico avvicinandomi ancora di più a lui che mi stringe a se, cerca di adagiarmi sul letto, ma fallendo miseramente, e cadendo sbilanciandosi. Appoggia le mani accanto alle mie spalle sul materasso. Il suo viso è a qualche centimetro da me, i miei occhi sono nei suoi,

-grazie- mi affretto a dire,

-di nulla- dice allontanandosi e uscendo dalla stanza.

quanto odio il mio  babysitter🤍🔒|| Payton MoormeierWhere stories live. Discover now