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Appena rientra in casa lo prenderei a schiaffi!

-il tuo amichetto non doveva azzardarsi, è uno stronzo!- gli sbraito contro,

-non sono affari nostri- si limita a dire entrando in cucina;

-scherzi vero?!- gli chiedo seguendolo,

-no, sono seria, molto seria, la mia migliore amica sta male, molto male, provava qualcosa per lui. Lui l'ha pugnalata- ride,

-che metafore!- esclama divertito, mi avvicino a lui, gli afferro la spalla girandolo verso di me.

-ma tu ce l'hai un cuore?- gli chiedo seria,

-si- afferma prendendomi la mano e appoggiandola sul suo petto;

-lo senti?- mi chiede? Sento il suo cuore pulsare, i battiti sono costanti e regolari, la sua pelle coperta dalla maglietta è calda.

-se non avessi un cuore questo non lo sentiresti- afferma mettendo la sua mano sulla mia; fa un passo nella mia direzione facendomi reagire di conseguenza indietreggiando, continuiamo in questo modo affinché il mio fondoschiena non arriva a contatto con il tavolo. Si abbassa appoggiando le mani ai lati del mio corpo sul tavolo,

-magari è la tua amica che si è illusa, non credi?- mi chiede; scuoto la testa,

-no, siete voi degli stronzi senza un minimo di ritegno- affermo decisa; devo rendergli la vita impossibile, no? Perché non provocarlo? Stranamente non risponde, mi avvicino al suo viso,

-cosa stai facendo?- mi chiede con voce roca.

-nulla, perché?- gli chiedo innocente, avvicina le mani al mio corpo facendole strisciare sul tavolo,

-non provocarmi, ragazzina- mi avverte,

-sennò?- gli chiedo ridendo, sento le sue labbra sul mio collo. Mi irrigidisco,

-non so, tu cosa dici che potrei farti?- mi chiede restando sempre sul mio collo per poi stampare un altro bacio sulla mascella,

-tranne lasciarmi andare...non so...- dico io con un sorriso strafottente e provocatorio,

-io avrei un paio di idee...- sussurra appoggiando le sue mani sulla mia vita.

-io direi che è una pessima idea- affermo cercando con gli occhi una via di fuga;

-magari dopo ci pensiamo...comunque stasera vengono dei miei amici- dice per poi guardarmi nuovamente negli occhi,

-e chi avrebbe acconsentito?- gli chiedo.

-tua madre-

-ha acconsentito a far venire un gruppo di zoticoni in casa?!- esclamo, facendolo annuire, scuoto la testa e lo allontano dal mio corpo.

-vado in camera mia- affermo, salgo le scale, chiamo la mia migliore amica, stasera voglio uscire,

-oi, usciamo?- le chiedo quando risponde al telefono,

-va bene, mi serve qualcosa per risollevarmi il morale-

-alle otto sei da me?- le chiedo,

-si, a dopo- 

Sento delle voci maschili dal piano di sotto, mi preparo velocemente, e quando suona il campanello mi infilo velocemente i tacchi, scendo le scale, sto per aprire la porta ma la voce di Payton mi precede,

-dove vuoi andare ragazzina?-

il mio vestito:

il mio vestito:

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-esco-

-vieni qua- afferma. Alzo gli occhi al cielo,

-cosa vuoi?- gli chiedo entrando in sala, vado due ragazzi che non conosco e il ragazzo con gli occhi azzurri,

-tu non esci vestita così, assolutamente no, fai entrare la tua amica ma da qua tu non esci- afferma tirandomi su di se e bloccandomi tra le sue braccia,

-lasciami!- esclamo cercando invano di scendere dalle sue gambe.

quanto odio il mio  babysitter🤍🔒|| Payton MoormeierWhere stories live. Discover now