8. A destroyed book, a burning pain

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🎶One of the Girls🎶

Amami e odiami, entrambi sono a mio favore. Se mi ami sarò sempre nel tuo cuore, se mi odi sarò sempre nella tua mente.

Else, 12 anni.

Quella mattina era il quindici novembre, non una mattina normale, come le altre. Ormai erano due anni che vivevo in casa Wilsone, e la data che avevo memorizzato dal primo giorno in cui avevo messo piede li dentro era proprio questa: quindici novembre.

Non era un giorno normale, come tutti gli altri, ovvero ripetitivi con la solita neve che cade sul tetto della casa, il fuoco acceso e le discussioni accese tra me e Liam. Era il suo compleanno. Ciò voleva dire solo una cosa: ragazze.

Una stupida tradizione a scuola, molto stupida a mio parere, diceva che ad ogni compleanno di una studentessa o in quel caso uno studente, veniva celebrato con una festa a scuola.

Quando aveva compiuto undici anni mi aveva urlato di starne fuori, o la sua solita battuta "non starmi tra i piedi." Qunto lo odiavo! Io avevo semplicemente scelto di non farla, non volevo attirare attenzioni come lui.

Ma quella volta volevo che fosse diversa. Non volevo eseguire gli ordini come un soldatino e star a sentire quello che dice lui. Se volevo andare alla festa di quella sera, ci sarei andata, che lui mi avrebbe detto "non ci vieni" o "ti chiudo in casa" non mi sarebbe importato.

La sveglia sul mio comodino suonò. Già, purtroppo Lory e Harry la mattina non stavano più a casa con noi per motivi di lavoro, quindi stavamo soli fino al pomeriggio, verso le quattro venivano a casa, ciò voleva dire che mi sarei dovuta svegliare in qualche altro modo e non con la voce affettuosa di Lory.

Sbattei sul comodino con la mano cercando di afferrare a vuoto la sveglia, senza riuscirci. Così mi piegai in due sedendomi sul letto e presa dalla rabbia e tormentata da quel suono assordante invece di spengerla toccando il tasto a destra gli diedi una botta, facendola cascare per terra.

- Diamine! -

Sussurrai piegandomi a raccoglierla. Questo non era un buon segno. Mamma mi diceva sempre " una buona giornata si vede dal risveglio" e questo era un risveglio davvero brutto!

Mi infilai le ciabatte e aprii l'anta dell'armadio sfilandomi il pigiama e pregando come ogni mattina che nessuno entrasse dalla porta. Mi nascosi dietro uno sportello dell'armadio e presi un maglione celeste.

Mi misi un paio di jeans leggermente larghi e infilai nella tasca il regalo che gli avevo fatto. Perchè odiarlo si, ma essere maleducata no. Insomma il compleanno capita solo una volta all'anno!

Feci una cosa avventata, come se non ne avessi mai fatta una. Volevo iniziare con il piede giusto quel giorno, senza rancore, così forse mi avrebbe fatto venire alla sua festa...forse.

Aprii la porta della sua camera leggermente accostata e quando misi il piede dentro con l'intento di fargli gli auguri capii che lui non c'era. Forse era giù. Quando stavo però per chiudere nuovamente la porta, qualcosa attirò la mia attenzione.

Sulla scrivania c'era un sacchetto nero, famigliare. Feci dei passi leggeri ma furtivi verso la scrivania di legno, dove sopra c'era una grande vetrata dove era possibile scorgere il paesaggio innevato ed il grande lago. La neve scendeva dal celo come non mai.

Mi ero distratta ed era troppo tempo che ero lì, in camera sua, la stessa camera che da solo fuori gridava "Else, stanne fuori".
Di certo non volevo che lui mi scoprisse e che strappasse le pagine del mio libro.

Uno Strato Di Ghiaccio Tra Di Noi✔️ - TeclaWhere stories live. Discover now