19. Hidden secrets

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Else, 17 anni.

Era scomparso. Erano passati tre anni da quando avevo scoperto il suo segreto, e tutte le singole notti piangevo, incolpandomi per non aver capito cosa lui provasse. Ma ora era troppo tardi.

Quel segreto era stato svelato, la maschera di porcellana era caduta e si era frantumata in mille pezzi. "Aiutami a incollare i frammenti" cercava di dirmi come se fosse un richiamo. Ma non potevo.

Non potevo permettere che ogni cosa tornasse come prima, che lui continuasse a nascondersi.
Così lui ha cominciato a starmi lontana, più di prima per quanto fosse possibile. La mattina scompariva, la sera non c'era mai, e se tornava, lo faceva solo di sera tardi.

Mi mancava parlare con lui, anche delle cose più stupide. Mi mancava il mio Liam, per quanto cercassi di recuperare il nostro rapporto. Lo sentivo perso. Perso nell'oblio tra i comuni mortali ed i morti.

La mia anima cercava con tutta se stessa la sua, ma l'unica cosa che riusciva a scovare era un buio tenebroso dove l'unica luce che ancora brillava era il mio cuore per lui.

Aveva ricominciato a fumare, e per quanto poco lo vedessi, l'unica cosa che gli trovavo in bocca era una sigaretta accesa. Aveva cominciato ad ascoltare il silenzio, come anche io avevo fatto.

Ed era strano, trovarsi vicini, seduti sulla stessa panchina, in giardino guardando la neve scendere in silenzio, senza respirare, senza dire assolutamente nulla.

Però ciò mi bastava per sentirlo un pò più vicino, per ricordargli che io c'ero, e che prima o poi lui sarebbe riuscito a cucire quelle ferite e quei tagli che si ritrovava dentro, ma anche sulle braccia.

Avrei voluto disegnargli delle stelle colorate lungo quei tratti rossi fuoco. Avrei voluto baciate ogni singola parte delle sue braccia per fargli passare il dolore. Ma ciò non era possibile quando lui era lontano.

Dove andava ogni sera? Dove stava tutto il giorno? Queste erano le domande che mi ponevo ogni singola mattina. L'unico momento in cui potevo vederlo era di pomeriggio, mentre sgattaiolava velocemente fuori da casa con un giubbotto di pelle.

Come anche quel pomeriggio.

Mi accostai dietro la porta, e come sempre, Lory e Harry non erano a casa per motivi di lavoro. Scorsi la sua figura vicino alla porta di entrata mettersi il suo solito giacchetto di pelle, con velocità.

I suoi due occhi azzurri per qualche secondo puntarono nella mia direzione, così mi scostai velocemente sperando che lui non mi avesse visto.

La sua mascella scolpita fu come una lama al petto, quando si girò di profilo per scivolare fuori dalla porta con agilità. Ma i giorni e gli anni in cui mi aveva tenuta fuori dalla sua vita erano finiti.

Aspettai qualche secondo, giusto il momento di sentire la sua macchina nera accendersi per poi guardare fuori dalla finestra sparire con essa. Corsi fuori, infilandomi il giubbotto e feci una cosa avventata.

Le cose stupide possono portare a dei grandi risultati no? Andai nel vialetto che proseguiva lungo casa di Evelyn, aprii la sportiera della macchina, che per fortuna era ancora aperta, e salii subito.

La patente non l'avevo. Non avevo mai guidato una macchina, e molto probabilmente non ne ero neanche capace, ma avevo memorizzato i passaggi da fare per accenderla, accellerare e frenare. Semplice no?

No, neanche per il cavolo. Però la curiosità era troppa.

"La tua curiosità un giorno ti ucciderà, Else."

Mi ritornarono in mente le parole di Lory quando avevo cercato di guidare una moto per la prima volta ed ero finita contro l'albero. Nulla di preoccupante...mi ero solo rotta una gamba.

Uno Strato Di Ghiaccio Tra Di Noi✔️ - TeclaWhere stories live. Discover now