18. Eyes

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Quella sera non fu delle migliori. Avevo perso i sensi, e Liam, aveva picchiato a sangue Jon. Quelle immagini mi rimbombavano nella testa. Erano impresse a fuoco nelle palpebre ogni volta che le chiudevo.

Vedevo i suoi occhi colmi di rabbia e rancore. Vedevo gli occhi di Jon spaventati, il suo volto pieno di sangue che grondava dal naso lungo il meno, sporcando la sua giacca bianca. Tutto era rimasto impresso nella mia mente.

Ed ero sicura che non sarei mai riuscita a togliermi quelle immagini dalla testa.

Eppure avrei voluto così tanto strapparle via. Come un ricordo brutto che preferiresti dimenticare.

E tutto aveva cominciato a girare quella sera. La testa, il corpo, la sala. Le gambe tremavano come mai, la vista era appannata e vedevo dei piccoli punti neri, come se la stanza fosse piena di moscerini.

Stupidi insetti.

Le palpebre erano pesanti e la vista era vuoto. Era nero. Gli occhi si chiusero e la mia testa sbattè contro il pavimento mentre mi passavano per la testa tutte le cose che stavano accadendo.

Mi svegliai nel mio letto, con ancora i vestiti addosso e le coperte calde che mi coprivano dal gelo di quella mattina. La testa era pesante, era come se non riuscivo a muoverla. Affondava nel cuscino come un sasso lanciato nel lago.

Aprii gli occhi lentamente e l'agitazione cominciò a farsi strada nel mio corpo. Liam stava bene? Dove era? Il mio pensiero era constatemente su di lui, non potevo vederlo soffrire.

«Liam...»

Sussurrai con la bocca impastata dal sonno e con la gola secca. Tirai via le coperte e mi passai una mano tra I capelli biondi, leggermente in disordine. Feci forza sulle gambe, troppo esili e fragili dopo la scorsa notte per stare in piedi.

Mi aggrappai al bordo del letto e con una forte spinta mi alzai.
C'è la puoi fare Else. Devi solo crederci.

Tutto tremava, ma non smisi di camminare. Cominciai a correre verso la porta sistemando il vestito che era leggermente salito sulle gambe.

«Liam.»

Ripetei più forte. Ma nessuno rispose. Mi fermai sulle scale e ascoltai il vociferare che veniva da sotto. Feci attenzione, passo dopo passo, scesi le scale cercando di non fare scricchiolare le ante di legno sotto I miei piedi.

Quando vidi la figura di Liam uscire dalla sua stanza, dietro di me, corsi velocemente giù dalle scale cercando di non farmi vedere. Mi nascosi dentro lo sgabuzzino, chiusi la porta lentamente lasciando uno spicchio per vedere e inquadrare la situazione.

«Liam, alla buona ora.»

Tuonò la voce di Harry, dopo che Liam entrò in cucina. Accostai l'occhio per vedere meglio ma non appena vidi Liam passare davanti a me mi ritrassi sussultando.

« Abbiamo ricevuto una telefonata, ieri sera. Avevi detto che potevamo stare tranquilli, giusto? "Tranquilli, non succederà nulla, voi andate a festeggiare con i nonni".»

Esclamò Harry con voce autoritaria. Sentii una sedia spostarsi e dopodiché il silenzio.
Ma solo per qualche secondo.

«Una rissa. Complimenti Liam, è questo quello che ti abbiamo insegnato?»

«Guarda cosa ti sei fatto...»

Sussurrò Lory guardando il labbro spaccato e l'occhio nero di Liam.

« L'ho fatto per lei. E solo per lei.»

Le parole di Liam mi colpirono al cuore lasciandomi un profondo vuoto, che lui senza accorgersene stava colmando. Anche se non faceva nulla. Lui lo colmava.

Uno Strato Di Ghiaccio Tra Di Noi✔️ - TeclaWhere stories live. Discover now