•Capitolo 7•

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Eravamo a pochi centimetri di distanza, sentivo il suo respiro ormai accelerato.
I suoi occhi che si incrociano con i miei, le nostre labbra, i nostri sospiri.

-Gré svegliati!- urla Cristina
-Eh?-
Stavo sognando, era solo un sogno.
Nulla di reale, solo un sogno.
-Ti ricordo che siamo in classe, mi sorprendi Miss secchiona- ridacchia Federica.
-Ieri é stata un giornata intensa, beh in realtà da quando é iniziata la scuola e ho semplicemente sonno.- spiego, mentendo.
Non dormivo da giorni, non facevo altro che pensare all'accaduto con Thomas, o meglio il professore.
-Qualcosa mi dice che é successo qualcosa e non vuoi dircelo.-
-Crì, magari dopo scuola.-
Effettivamente sono le mie migliori amiche e dovrebbero saperlo, ma non ne sono sicura.
-Greta Sancez in segreteria.- urla la collaboratrice scolastica.
-Perché?- chiede il prof di matematica
-La richiede il professore Ward.-
A quel nome mi viene come un colpo al cuore.
Perché voleva vedermi?
Perché sono agitata?!
-E qui succede qualcosa- ridacchia Cristina
Non rispondo e mi dirigo verso la segreteria.
Busso alla porta.

-Avanti.-
É seduto su di una poltrona, poggia le mani sulla scrivania e ha un sorrisino difficile da decifrare.
-B-buongiorno- balbetto.
Cazzo Greta, stai calma.
-Siediti.-
-Mi dica.-
-Oggi ti va di venire a prendere qualcosa con me?-
-Lei mi ha fatto venire fin qui per chiedermi di venire a bere qualcosa in sua compagnia? Davvero?-
-Sai Greta, non pensavo pesasse molto fare mezzo corridoio per arrivare in segreteria.- ridacchia.
Mi sta prendendo per il culo o cosa?
-Molto spiritoso, si.-
-Sei sempre così scorbutica?-
-Con chi voglio.-
Si passa la lingua sulle labbra, e si é molto eccitante.
Vuole provacarmi? Ah lo odio.
-Beh, allora vieni?-
-mh, no.- sorrido in segno di sfida.
-Non ti conviene. Verrei a prenderti a casa.-
-Oh la aspetto.-
-Lo so che vuoi vedermi.-
Ecco, mi mancava. Sa sempre come colpirmi.
-Io le ripeto che si fa troppi film mentali.-
-Eppure non ha respinto il mio bacio-
Odio la sua risatina, mi sa tanto di presa per il culo.
-Non ha significato nulla.- rispondo ripetendo le sue stesse parole detta a Gabriele.
La sua espressione di colpo diventa seria.
No, credo proprio che non capiró mai quest'uomo.
Decido di rompere il ghiaccio
-emh, oggi vado con Gabriele e gli altri a prendere qualcosa al bar. Quindi non potrei.-
-Preferisci stare con Gabriele che con me?
Non é il tipo per te.-
Ora decide anche chi é il mio tipo adatto?
-1. Non esco solo con lui.
2. Si, preferirei uscire con lui piuttosto che con lei.
3. Decido io chi é il tipo adatto a me.-
Di colpo si alza, si avvicina sempre di più a me per poi sbattermi contro il muro.
-1. Non ti conviene proprio uscire sola con quel ragazzetto.
2. Non sai mentire
3. Voglio proprio vedere se facessi tipo così...- inizió a mordermi e baciarmi il collo.
-..o così- mi mordicchió il lobo dell'orecchio per poi arrivare alle mie labbra.
-..o ancora così- e mi bació.
"É il tuo professore, ti sta solo usando per i suoi piaceri.
Staccati."
Non voglio staccarmi, ma devo.

Lo respingo e mentre sto per andarmene mi tira per un braccio.
-É inutile che mi respingi, so quanto tu mi voglia.-
-Le diverte così tanto provocarmi?
Prima mi dice "dovresti starmi lontana", poi mi bacia, poi si prende a pugni con Gabriele, cosa cazzo vuole da me?
Ha detto che sono solo una ragazzina e bene sì, mi lasci in pace!
Trovi la sua donna o qualcun'altra da usare.
Io non sono un giocattolo.-

Non ci credo, ho avuto il coraggio di dirglielo.
Mi sento libera.

Obsession.Where stories live. Discover now