•Capitolo 33•

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Quanto vorrei sapere il motivo che l'ha spinto a non rispondermi al telefono.
Sono stata una stupida ancora una volta.
Come cavolo mi é venuto in mente di chiamarlo? Cosa volevo ottenere?
Non gliene frega un cazzo di me, e ho sbagliato. Di nuovo.

Queste domande mi assalgono fino all'arrivo a scuola.

-Gré- mi abbraccia Gabriele
-Come stai?-
-Come sempre..-
-Ehi, devi farti forza- cerca di incoraggiarmi Gabriele.
In questo periodo c'é stato così tanto per me.
Il giorno dopo la morte di mia madre non volevo toccare cibo né acqua, e lui mi fece trovare fuori il portone il pranzo.
Non c'é stato giorno in cui non mi é stato accanto.

Ovviamente anche Cristina e Ludovica, Marco...diciamo un po' tutti. E a gran sorpresa anche Erika é riuscita a strapparmi un sorriso.
Conoscendola meglio non é tanto antipatica, cerca di esserlo perché ha paura di instaurare rapporti con gente altrui.
A volte ci soffermiamo tanto solo sull'apparenza, senza capire in realtà come si é e come ci si vuole mostrare.

La campanella suona, e la mia voglia di entrare in classe é pari a zero, soprattutto ora che abbiamo inglese e in questo momento non é che sia una delle mie materie preferite...

Le prime due ore passano velocemente finché la collaboratrice scolastica non mi chiama fuori perché una "persona" vuole vedermi.
-Chi é e dove stiamo andando?-
-É un tuo amico, immagino.-
-Oh, credo sia Marco. E sa il motivo della visita?-
-No, non ne ho idea.-
Ci dirigiamo, a quanto pare, verso la segreteria anche se in realtà mi porta vicino alla porta di una stanza di cui non avevo mai fatto caso.
-Eccoci qui, bussa ed entra.-
-Lei non entra?-
-Perché dovrei entrare? É un tuo amico, mica mio. Ho del lavoro da sbirgare.
Ciao ragazza.-
Effettivamente perché dovrebbe entrare? Mi sa che nel latte Domenico mi mette qualche droga pesante.

Busso alla porta ma nessuno risponde, bah.
Entro comunque, ma non vedo nessuno.
-Emh c'é qualcuno?- volto il mio sguardo verso sinistra e...
-Thomas- balbetto.
Il mio cuore, alla sua vista, é come se avesse perso mille colpi.
Mi sono sentita per un momento paralizzata.
Ho il respiro accelerato e una voglia matta di buttarmici addosso, ma no!
-Non mi hai mai chiamato così.- sorride.

Il suo sorriso riuscirebbe a sciogliere chiunque, ma distratta dalla realtà dopo pochi secondi ricordo di essere nella vita reale.
E il suo ricordo non é assolutamente bello.
-Perché sei qui?-
Si avvicina a me ma lo fermo puntandogli un dito.
-No, non ti avvicinare.
Dimmi perché sei qui e cosa vuoi da me.-
-Greta non ti capisco..-
-Cosa c'é da capire? Devi semplicemente rispondere alla mia domanda che gentilemente riporgeró nuovamente: perché sei qui?-
-Perché ho ascoltato il tuo messaggio in segreteria e perché sono stato un vigliacco a non aver avuto il coraggio di risponderti e di non essere restato.-
-Mh, tutto qui? Non rispondendo almeno non mi hai fatto consumare i minuti.-

Sorride, -hai sempre voglia di scherzare?-
-Oh, sono serissima.-
-Non sai cosa ti farei in questo momento.-
-Oh lo so bene, e preferisco che tu non faccia proprio nulla.-
-Non intendo ció che intendi tu. In quest'anno sono cambiate tante cose, in primis io e...-
-No Thomas, non puoi ritornare dopo un anno dicendomi che sei cambiato e blablabla.
Non voglio parlare, non voglio sapere nulla né di te né di niente.
Sei tornato qui per complicarmi nuovamente la vita? No grazie, ritornatene da dove sei venuto. Arrivederci.-
-Vedo che non sono l'unico ad essere cambiato.
Ma c'é chi in peggio e chi in meglio.-
Mi volto nuovamente verso di lui.
-Ah? Cosa ti aspettavi eh? Che ti abbracciassi? Che ti dicessi "quanto mi sei mancato, sai sono stata una meraviglia."
No caro mio, ormai le tue parole non mi fanno più effetto.-
-Cazzo Greta, tu hai tutte le ragioni del mondo ma puoi ascoltarmi due minuti? Solo due.-
-No, non voglio sentire altro. Punto.
Ognuno per la sua strada.-
-Sono tornato per te.-
A quelle parole mi sale una nostalgia tremenda, ripensando a tutto ció che é accaduto tra di noi prima che se ne andasse.
-E allora puoi anche tornare, qui non troverai nulla tanto meno la Greta che conoscevi.- gli dico con la voce rotta, abbassando lo sguardo.
-Non lo pensi.-

Esco dalla porta senza voltarmi ancora una volta.

Cazzo darei oro per sapere cosa ha da dirmi ma non ce la faccio, non ora.
É andato via, così e poi? Ritorna, per me.
Rivederlo é stato un colpo al cuore e nel suo volto c'era tristezza, tanta tristezza.
L'avrei abbracciato, baciato eppure in quel momento ho provato quell'odio mai sentito in un anno intero.
Non so cosa mi sta succedendo.

~Angolo autrice.
Non vorrei sbagliarmi ma questo dovrebbe essere il penultimo capitolo, ma non ne sono sicura dipende cosa mi dice la testa ahah.

Comunque in caso fosse davvero il penutilmo devo costatare bene il finale della storia, che ancora sono indecisa per un lieto fine o meno.
Detto questo, bye bye.

Obsession.Where stories live. Discover now