4. Chiodo fisso

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Tornato a casa, Martino non riusciva a togliersi dagli occhi l'immagine di quell'uomo che aveva visto nel bosco. Si chiedeva se fosse stato lui a creare quella nebbia o se invece li avesse aiutati con quel suono che l'aveva dissolta. Qualcosa dentro Martino propendeva per la seconda ipotesi.

Quando i loro sguardi si erano incrociati non aveva percepito malvagità, ma stupore. Quel tipo aveva visto e forse aveva delle risposte, doveva ritrovarlo e doveva parlare con lui. Per farlo voleva Gemma al suo fianco; averla vicina lo faceva sentire più forte: essere il più grande dei due e avere lei di cui prendersi cura, lo caricava di un potere di cui sentiva il bisogno per intraprendere quell'avventura.

Convincerla però non sarebbe stato facile. Gemma amava il bosco, lo amava così tanto che Martino quando la vedeva tra gli alberi, pensava che fosse parte del bosco perché una luce la illuminava e i suoi occhi si accendevano di un'energia quasi magica. Era però anche categorica sui confini da rispettare: mai e poi mai si sarebbe avvicinata al Bosco Oscuro, ne era terrorizzata e anche solo vederlo da lontano la agitava.

Martino non sapeva ancora dove avrebbe dovuto cercare quell'uomo, ma sperava di non doversi addentrare proprio là perché, di sicuro, avrebbe dovuto farlo da solo e la cosa non gli piaceva per niente.
Mangiò la zuppa con il nonno che quella sera fu particolarmente silenzioso.

"Poco male" pensò Martino che non aveva una gran voglia di parlare. Continuò a rimuginare sugli strani avvenimenti di quel giorno e su quell'uomo misterioso fino a che non si addormentò. Il nonno passò più volte quella notte per assicurarsi che fosse tutto apposto e vide il nipote dormire sereno. Non sapeva che in realtà dentro Martino mille pensieri si affollavano e cresceva forte in lui la sete di avventura.

Prima di mettersi a letto, Arturo nascose tra le pagine di un vecchio libro lo spillone di Agata e pensò con rammarico che finalmente, dopo tutti quegli anni, era tornato dove doveva stare, a casa. Una magra consolazione. Il vecchio, infatti, era ben consapevole che quel ritrovamento poteva essere presagio di tempi bui.

I propositi di Martino dovettero attendere parecchi giorni per via di una pioggia incessante che avrebbe reso ancora più difficile le sue ricerche.
L'attesa fu lunga e snervante, ma una mattina Martino si svegliò e, con grande soddisfazione, notò che aveva finalmente smesso di piovere. Il cielo non era più grigio, nuvole di un rosa acceso lo punteggiavano e si allungavano in tutte le direzioni come le fiamme di un gigantesco incendio.

Gemma vedendolo rimase molto colpita: era uno spettacolo nuovo, bello sì, ma la rendeva stranamente irrequieta. Quel cielo non sembrava annunciare nulla di buono.

« Dobbiamo andare a cercare un uomo », disse Martino tutto d'un fiato.

«Di che stai parlando? » chiese lei mentre, come ogni mattina, percorrevano la strada che li portava a scuola.

La sua curiosità si era accesa e lui sapeva fin troppo bene che Gemma non era capace di resistere e che lo avrebbe sfinito fino a che non fosse riuscita a placarla.

« Dopo scuola ti spiego. Aspettami all'uscita », le disse salutandola e correndo verso la sua classe.

Lei rimase a guardarlo andare via, imbronciata per esser stata lasciata senza spiegazioni in balia della sua incontenibile curiosità. Prima di entrare in classe lanciò un'ultima preoccupata occhiata al cielo.

La giornata sembrò scorrere al rallentatore. Gemma e Martino aspettavano con impazienza il momento di vedersi per continuare il loro discorso. Troppi pensieri riempivano le loro menti e cresceva forte in loro la voglia di sapere. Si sentivano animali in gabbia e contavano i minuti che li separavano dalla fine delle lezioni.

Gemma non riusciva proprio a concentrarsi, la sua fervida immaginazione era al lavoro e le faceva ipotizzare gli scenari più strani.

"Chi era quell'uomo? Uno del paese o un forestiero? Un uomo alto o basso? Buono o cattivo? Magari un pirata? Martino aveva una vera ossessione per i pirati e forse era finalmente sulle tracce di uno di loro. Chissà che tipo di pirata era? Uno di quelli con benda sull'occhio e un grande cappello? Oppure uno con una gamba di legno e una maglia a righe?".

Gemma sperava fosse uno di quelli con un pappagallo sulla spalla come quello che era ritratto sulla copertina di un libro di Martino.

SòcWhere stories live. Discover now