17. Tra i ricordi di Iole

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Alla notizia della fuga di Martino, Zeno si precipitò fuori con Baldo nella speranza di riportarlo al più presto a casa.

Iole sapeva già cosa fare. Lei e Zeno, nelle ultime settimane, si erano preparati ad ogni evenienza. Non volevano per nulla al mondo farsi trovare impreparati. Non questa volta.

Ora lei, per prima cosa, doveva assicurarsi che la figlia non si avventurasse alla ricerca dell'amico. Cercò quindi di mantenere la calma, anche se questo le costava molta fatica.

La preoccupazione era immensa, Martino per lei era come un figlio. Quando Egle era scomparsa, Baldo, prima di andarsene, le aveva chiesto di prendersi cura di lui e lei aveva accettato senza alcuna remora.

Negli anni aveva aiutato Arturo a crescere quel bimbo. Lo aveva visto nascere e diventare prima un bambino vispo e curioso e, poi, un piccolo uomo gentile e tenace, un amico sincero per la sua Gemma.

Paralizzata dalla paura, ritornò con la mente a tanti anni prima. Ricordò della sua iniziale diffidenza nei confronti di Egle, di quando era arrivata come un fulmine a ciel sereno nella loro piccola cerchia di amici e lei aveva subito la sua presenza.

Egle era così bella, eterea quasi, nessuno restava immune al suo fascino e alla sua eleganza, e lei per la prima volta aveva temuto di perdere il suo Zeno.

Iole e Zeno si conoscevano da sempre, come tutti d'altronde in un piccolo paese. Lui le aveva fatto una corte incessante per mesi andando a trovarla ogni giorno nella bottega dove lei lavorava e aspettando con pazienza il momento di accompagnarla a casa. Lei aveva provato a non mostrarsi troppo interessata, ma Zeno le piaceva da anni e quel corteggiamento era per lei una gioia immensa.

E quando lui, una sera, le chiese di sposarlo, lei accettò. La festa fu semplice e bellissima, una giornata di sole con una leggera brezza tra i vigneti.
Lui non aveva occhi che per lei e fu tutto come lei aveva sempre desiderato.

Fu proprio in quell'occasione che il rapporto tra Iole ed Egle ebbe una svolta. Egle si dimostrò un aiuto discreto e prezioso nei preparativi e fu lei a confezionare il bellissimo bouquet di fiori di camomilla che la sposa stringeva tra le mani durante la cerimonia.

Da quel giorno le due ragazze strinsero un'amicizia sempre più profonda, al pari di quella tra Zeno e Baldo.

Intanto il tempo passava e il pancione di Egle cresceva. Iole e Agata si dimostrarono molto premurose con lei, la riempirono di attenzioni e furono al suo fianco anche il giorno in cui diede alla luce Martino.

Trascorsero mesi felici e, poi, anche Iole scoprì di essere incinta. Egle divenne come una sorella per lei e niente pareva poter rovinare la felicità che tutti vivevano. Tutti tranne Lei, che lo fece nel modo più atroce portandosi via Egle e Agata.

Iole cercava sempre di non pensare a quel giorno perché il dolore era ancora troppo forte. Lei era stata la prima ad arrivare e Agata le era morta tra le braccia sussurrando:

« Hanno preso Egle e Martino... »

Iole era rimasta, per un tempo che le sembrò infinito, a terra, incapace di muoversi, con uno mano stretta a quella sempre più fredda di Agata e l'altra sulla sua pancia a protezione di quel piccolo cuore che batteva dentro di lei.

La trovarono così Zeno e Baldo, accorsi dopo aver visto una grande scia di fiamme e fumo sollevarsi da casa. Zeno si precipitò da lei mentre Baldo corse a cercare Egle e Martino.

La casa bruciava e lui gridava i loro nomi. Arrivò anche Arturo che cadde in ginocchio vedendo la sua amata Agata ormai senza vita. L'urlo che fece fu così carico di dolore che, chi lo sentì, pensò che non ci sarebbero più state risate nel mondo.

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