13. Bugie

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Martino era rimasto sconvolto dalla comparsa del suo nome tra i fuochi e non riusciva a pensare ad altro. La sua testa sembrava sul punto di esplodere bombardata dalle milioni di domande che la affollavano.

Non si era mai sentito speciale e non capiva perché proprio lui si trovasse nel mezzo della storia più incredibile che avesse mai ascoltato.

"Chi è quella donna?"

"Perché i nostri nomi sono apparsi uno dopo l'altro tra le fiamme?"

"Cosa vuole?"

Queste domande lo tormentavano giorno e notte. E quando, finalmente, il sonno prevaleva ecco che arrivavano sogni agitati e confusi.

Come sempre si faceva trovare ogni mattina davanti a casa di Gemma per andare a scuola insieme, ma durante il tragitto non spiccicava parola.

Gemma, con grande sforzo, non gli aveva ancora rivelato la sua scoperta circa le iniziali perché non voleva rischiare che lui, preda di quel pessimo umore, le rispondesse con un'alzata di spalle. Non aveva mai visto Martino così, non sembrava più lui.

Certo, capiva che la vista del suo nome dopo quello di Leda potesse esser stato uno shock, ma ora sembrava essersi spento, chiuso completamente in sé stesso e prigioniero dei suoi pensieri. Per la prima volta lo sentiva lontano e irraggiungibile e la cosa non le piaceva per nulla.

Gemma avrebbe tanto voluto entrare nella testa dell'amico e andare a cercare il suo Martino. Era sicura che doveva esserci da qualche parte, ingarbugliato in una storia più grande di lui. Avrebbe spezzato quei fili, sarebbe stata forte e coraggiosa, avrebbe combattuto contro qualsiasi mostro pur di riavere il suo caro, sorridente, entusiasta Martino.

Anche altri amici si erano accorti che qualcosa non andava in lui e chiedevano spiegazioni a lei. Gemma non sapeva mai cosa rispondere non potendo rivelare il vero motivo di quel cambiamento e così inventava storie assurde a cui nessuno avrebbe mai creduto.

« È caduto dal fienile e sbattendo la testa ha perso la memoria e ora crede di essere un palombaro in missione super segreta», oppure, « Martino in realtà è un nano di settant'anni e comincia a sentire il peso della sua età ».

I compagni capirono che né Gemma né Martino gli avrebbero raccontato cosa fosse successo e così smisero di fare domande.

Nilde osservava preoccupata Martino da lontano. Erano giorni difficili anche per lei: si sentiva persa senza la sua inseparabile Teresa che, dal giorno dell'incidente di suo padre, non si vedeva a scuola.

Un giorno Gemma decise di giocarsi la sua ultima carta per risvegliare Martino dal torpore che lo aveva avvolto.

« Oggi ti porto in un posto. Non puoi rifiutare. È importante, devi fidarti di me! » lo incalzò, senza dargli modo di dire di no.

« Ti aspetto al cancellino dopo pranzo, vedi di non mancare o sarà peggio per te! »

Come aveva previsto, Martino scrollò le spalle e non disse niente.

Gemma passò tutto il pranzo con lo sguardo rivolto alla finestra, sperando di vederlo spuntare dal cancellino. Lui non si fece vedere e lei, quando ebbe finito di mangiare, si sistemò sulla sedia a dondolo fissando intensamente il punto in cui lui sarebbe dovuto comparire. Stava per perdere pazienza e fiducia nelle sue capacità, quando Martino sbucò improvvisamente proprio dove lei lo aspettava da un po'.

« Eccoti. Ciao! Cominciavo a preoccuparmi sai? » esclamò con un gran sorriso mentre gli correva incontro.

Nessuna reazione.

« Ciao anche a te! » disse ancora lei cercando di imitare la voce dell'amico, e poi aggiunse « Andiamo dai, che se no con tutte queste chiacchiere ci viene notte... »

SòcWhere stories live. Discover now