20. Fidati di me

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Di nuovo sola, Gemma si chiese perché Silvestro la stesse cercando e soprattutto come avrebbe fatto lei a trovarlo. Ripensò ai loro precedenti incontri e non poté fare a meno di pensare che in quelle occasioni aveva sempre avuto Martino al suo fianco.

"Inutile piangersi addosso" pensò e cercò sostegno nella sua fantasia.

Immaginò allora di essere una guerriera vichinga:

lunghe trecce bionde schiacciate sotto un pesante elmetto in metallo con due corna sottili e appuntite, arco e frecce tra le mani e un bellissimo scudo leggero ma resistente sulla schiena.
È su una spiaggia, appena sbarcata dalla sua barca e pronta per l'avventura: nuovi territori da esplorare e molti nemici da cui guardarsi le spalle.

Nessuna paura la accompagna, quella è rimasta a casa, chiusa in un baule che sua nonna custodisce per lei in attesa del suo ritorno.

La paura può essere un'alleata preziosa e buona consigliera di prudenza, ma non in questo viaggio. Lei ha una missione, il suo popolo crede in lei, non può permettersi il lusso della paura, ma deve procedere con freddezza e determinazione o non ritroverà mai l'ascia sacra di Onitram con cui spezzare il sortilegio che ha colpito la sua terra.

Caricata da quella storia nata chissà come nella sua testa, Gemma si sentiva ora pronta ad incontrare Silvestro.
Fiera e coraggiosa come una vera guerriera vichinga, camminò in direzione del bosco, nel punto in cui, mesi prima, lui era sbucato per rivelare a lei e Martino il nome che tanto cercavano.

Non aveva molto tempo, suo padre presto sarebbe passato da casa per assicurarsi che lei fosse tornata e non poteva non mantenere la promessa data. Le promesse per lei erano una cosa seria, pretendeva da sé stessa e dagli altri che fossero sempre pronunciate con convinzione e sincerità. Tradirne una era una cosa che non voleva nemmeno prendere in considerazione. Quindi doveva davvero sbrigarsi, trovare Silvestro e poi correre a casa.

Accelerò il passo e, quando arrivò al limitare del bosco, fece un gran sospiro e riprese il suo cammino.

Appena fu all'ombra dei grandi alberi sentì molti sussurri tutti attorno a lei. Decise di mantenere la calma, anche se la cosa le risultava tutt'altro che facile. Si concentrò sul suo respiro e solo allora riuscì a decifrare alcuni di quei sussurri.

« Lei è qui... »

« Non dovrebbe! »

« È pericoloso! »

« Presto! Portatelo qui prima che arrivino! »

Gemma iniziò a guardarsi attorno in cerca di persone, ma non vide altro che alberi.

« Amadoi sto impazzendo! Sento pure le voci ora... questa mi mancava» disse ad alta voce sperando di ricevere una risposta e di individuare così qualcuno.

« Non aver paura! »

« Vogliamo aiutarti! »

« Non sei matta, bambina! »

Ancora nessuno...
Eppure quelle voci erano così vicine. Gemma si mise a urlare: « Siete minuscoli gnomi? O forse piccoli elfi dispettosi? Fatevi avanti vi prego, non voglio farvi del male, ma vorrei tanto conoscervi e chiedervi di aiutarmi... »

« Elfi dispettosi? Ma dove credi di essere? In una favola? »

Niente sussurri stavolta, ma una voce profonda che si avvicinava.

« Silvestro! » esclamò Gemma sollevata per averlo finalmente trovato.

« In carne ed ossa! » rispose lui picchiettandosi la pancia.

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