Non voglio turbarti di nuovo
col male che covo nei lombi.
Non voglio tu sappia del pianto
che preme il suo calco di ombra
nell'incavo dietro al costato
e neppure dell'aspro vociare
che forgia in acciaio ogni ciglio.
Non ho che da darti un sorriso
di carta e di filo spinato
e svelto tu legalo al polso
che forse a guardarci negli occhi
ci riesce quel trucco ostinato
quel tragico gioco di specchi
In cui, come un bacio a teatro,
Il falso rintocca di vero.
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In principio è l'insonnia [Completa]
PoesíaPoesie di una persona inquieta che ha conversato a lungo con la notte. "Notte, fabbricatrice di tentazioni, Pazza, immaginifica, chimerica [...] Abitatrice di menti vuote, ...