IV capitolo-

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Ero appoggiata al muretto davanti a scuola da quasi 10 minuti , sentivo che le dita si stavano per staccare dal freddo , nonostante ce le avessi in tasca. *appunto mentale: i guanti!*.

Stavo aspettando la mia migliore amica Shannon, che aveva detto che sarebbe arrivata in pochi minuti, ma che come al suo solito era in ritardo. Iniziai a sfregarmi le mani nella speranza di scaldarle un po', quando all'improvviso incominciò a piovigginare.  E visto che io e la sfiga andiamo a braccetto, avevo dimenticato l'ombrello in camera. Decisi di entrare, ma prima di varcare la soglia del cancello, mi sentii chiamare.

<scusaaaa>mi urlò Shannon, mentre correva attravero il viale alberato con l'ombrello in una mano e un sacchetto nell'altra.

<ti serviranno più che delle semplici scuse per farti perdonare, non sento più le mani!>

<Scusa, non ho sentito la sveglia > si grattò la nuca sorridendo. In effetti quando dormiva aveva il sonno così pensante che se ci fosse un terremoto, avrebbe il coraggio di non svegliarsi.

<sapevo che sarei arrivata tardi, così appena sono uscita ti ho preso questa> mi mostrò il sacchetto che aveva e io alzai un sopracciglio, aspirando il buon profumo di cornetto appena sfornato della pasticceria " da Noel"

<è all'albicocca, la tua preferita> sorrise soddisfatta appena mi avventai sulla busta.

<sei perdonata> mormorai con la bocca già pronta a mordere quella meravigliosa delizia.

Chi ha bisogno di farsi perdonare da me, basta che mi dia qualcosa di buono da mangiare , non sembra, ma sono una persona semplice io. Pochi minuti dopo suonò la campanella ed entrammo.

<allora? com'è la nuova casa? Spero ti trattino bene> mi sussurrò Shannon , mentre la professoressa di teoria della comunicazione si sedeva alla cattedra.

<sono gentili, a parte i due figli> borbottai sapendo a cosa stavo andando incontro. Shannon: l'ossessione verso i ragazzi fatta a persona.

<come si chiamano e quanti anni hanno ?> domandò tutto d'un fiato scuotendomi velocemente il braccio.

<calma i bollenti spiriti ragazza! Ti assicuro che di bello hanno solo l'aspetto. Comunque si chiamano Cole e Abel..> all'improvviso si portò una mano alla bocca e le si illuminarono gli occhi come se le avessi appena detto che Mariah Carey sta per fare un concerto nella nostra città.

<che hai? > le chiesi un po' troppo forte, guadagnandomi un'occhiataccia dalla profe mentre interrogava due ragazzi.

<non dirmi che sono i sexy Stevenson?!>

<li conosci?>

<certo che li conosco! Tutti li conoscono ! Abel va all'artistico qui di fronte e ci andava anche suo fratello, entrambi sono bravissimi in tutto quello che fanno e hanno vinto quasi tutte le gare d'arte organizzate dalla scuola, per non parlare della loro bellezza! io li chiamo sexy boy 1 e sexy boy 2!> ero senza parole, un po' per il fatto che erano così famosi e io non li conoscevo e un po' per lo squallido soprannome con cui li aveva nominati.

<tu sei completamente fuori di testa> affermai <prima avevo dei dubbi ora ne ho la conferma>

<già...può darsi> scoppiammo a ridere entrambe e la prof ci fulminò con lo sguardo. < Ma un attimo, adesso come farai quella cosa ...> la bloccai con una mano, la professoressa stava per scoppiare, tra me e Shannon e il resto della classe che chiaccherava ero sicura che tra poco le sarebbe uscito il fumo dal naso e dalle orecchie.

<ci penserò> risposi prima di poggiare la testa sul banco e chiudere gli occhi.

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Le lezioni passarono lentamente e noiosissime e finalmente alla sesta ora la campanella suonò.

<oggi mi viene a prendere mamma, vuoi un passaggio?> mi chiese Shannon avviandoci verso l'uscita.

<si grazie, mi faresti un enorme favore> ringraziai tutti i santi per avere una migliore amica con una madre così gentile e disponibile. Sua madre si trovava già nel parcheggio, ma invece di incamminarci verso di lei Shannon mi fermò afferrandomi un braccio.

<mi sa che non ti porterò io a casa> la guardai confusa, mentre lei sorrideva malizionsa indicandomi una macchina dall'altra parte del posto

<Alex! sbrigati, non farmi perdere tempo!> Dall'altra parte del parcheggio c'era Abel che mi stava chiamando

<allora! se non ti muovi ti lascio qui>mi urlò di nuovo. Shannon mi spinse verso di lui. <Non farmi andare con Abel!> la supplicai.

<scusami davvero..è che mi sono ricordata che non posso riaccompagnarti..devo..devo andare dal dentista!> ridacchiò correndo verso sua madre. <me la pagherai!> gli urlai sperando potesse sentirmi.

Mi avvicinai alla macchina di Abel nervosa, come se da un momento all'altro saltasse fuori qualcuno urlandomi che era uno scherzo. Come mai mi dava un passaggio se stamattina non voleva neanche che lo toccassi?

Salì rimanendo in silenzio e stando attenta a non abbassare la guardia.

<tre ore per salire su un'auto> si lamentò lui.

<ma sei bipolare? stamattina sembrava che potessi passare la lebbra alla tua macchina>

<si chiama Dolly e comunque non faccio mai niente per niente.Mi serve un favore...> mi disse a sottovoce.

<cosa? non ho sentito..>

<mi serve un favore!> ripetè più forte.

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Spero vi piaccia. :)

I miei nuovi coinquiliniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora