XII capitolo

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7 anni prima

Quel giorno era il compleanno di Cole. Lui era entusiasta , avrebbe compiuto 12 anni e i suoi genitori gli avrebbero finalmente regalato un cellulare tutto suo.

Si era svegliato prestissimo quella domenica, trovando a tavola tutte le sue prelibatezze preferite. 

Alle 3 del pomeriggio la casa era stata letteralmente invasa da ragazzini, venuti con un pacco in mano a festeggiare il loro amico.

Abel, si precipitò in cucina dove suo fratello stava per scartare i pacchetti, ma quando si avvicinò a Cole per sbirciare il primo regalo, venne spinto via.

<smettila! sono i miei regali, sono io che devo aprirli!> lo sgridò il fratello. Così ,con la fronte corrucciata, andò a sedersi sul divano aspettando il taglio della torta. Quella , era la sua parte preferita durante una festa di compleanno.

Purtroppo, arrivò in ritardo e la torta fu mangiata tutta da Cole e i suoi amici. La cosa che lo fece infuriare però era il fatto che suo fratello l'avesse ignorato per tutto il tempo. Capiva che era la sua festa e c'erano li i suoi amici, ma anche lui voleva essere partecipe di quel giorno importante.

Arrabbiato, uscì  e si sedette sul piccolo muretto di fronte casa  guardando annoiato e con il broncio il via vai delle auto.

Dopo pochi minuti un'auto parcheggiò davanti all'entrata del suo giardino. Ne uscirono tre persone,  Maggie e  Alan i più cari amici dei suoi genitori e la loro figlia.

La ragazzina aveva dei bellissimi occhi grigi e Abel non poteva smettere di osservarli , erano come ipnotici.

All'improvviso, dopo aver detto qualcosa hai genitori la bambina si avvicinò , sedendosi sul muretto accanto a lui.

<ciao!> esordì vivace lei.

Lui non le rispose e riprese a guardare l'asfalto. <ti verranno le rughe se rimani così> con un dito picchiettò sulla fronte di Abel, facendolo sussultare. Le spostò la mano guardandola male, ma lei non smise di sorridere.

Suo padre gli aveva  raccontato che fosse una bambina sempre allegra, ma non ci aveva creduto. Come può una persona essere sempre felice? E' impossibile.

<come mai sei arrabbiato?>

<non sono affari tuoi> rispose brusco. La ragazzina, mise una mano in tasca e ne estrasse due biglie. Una trasparente con delle sfumature rosa e un'altra azzurra con delle sfumature verdi. Diede la seconda ad Abel.

<sai a cosa servono?> gli domandò.

<a giocare?>

<bhe..sì! ma anche per un'altra cosa>  Il ragazzino cercò di fingersi annoiato, ma dentro di sè, non sapeva per quale motivo, era interessato a quello che stava per dire.

<servono per contenere le brutte cose> lui la guardò confuso.

<ecco vedi, se sei triste o arrabbiato , pensi a tutte le cose che ti fanno stare così e ci soffi su con tutta la tua forza, butti fuori tutto  , vedrai che dopo ti sentirai meglio> dopodichè, la ragazzina prese un respiro profondo e soffiò forte sulla biglia rosa, colorando le sue guance di rosso per il grande sforzo.

<io ero un po' arrabbiata perchè non ho potuto finire il mio cartone animato preferito, ma dopo aver soffiato via tutta la rabbia ora mi sento molto meglio. Provaci anche tu> prima che le potesse dire qualcosa, la  bambina venne chiamata dai suoi genitori, che dopo aver salutato Mariette e Robert e fatto gli auguri a Cole, risalì in macchina per poi partire, non prima di aver salutato Abel ancora con quel suo sorriso vivace.

Abel si rigirò la biglia fra le mani, ripetendosi quanto fosse stupido il fatto di soffiare via  la rabbia,ma qualcosa gli impediva di gettarla in mezzo alla strada.

Dopo qualche minuto, sbuffò e iniziò a bisbigliare alla biglia tutto quello che l'aveva fatto arrabbiare quel giorno, poi prese un grosso respiro e soffiò tutto sulla pallina celeste.

Sorrise,  non perchè sapeva di avere ragione sul fatto che quella biglia non servisse a niente, ma perchè in un modo o nell'altro la rabbia e la tristezza si erano affievolite ed era stato tutto merito della bambina dagli occhi magnetici.
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2 giorni prima

Abel pov

Alex si alzò senza finire la colazione e uscì sbattendo la porta.

<non dovevi dirle quelle cose> mi disse mamma alzandosi e mettendo la tazza nella lavastoviglie. Papá mi guardava da sopra il giornale con delusione , e sbuffando salì in camera mia per prendere lo zaino.

Perché se la sono presa così tanto,  non ho detto niente di così cattivo...

Afferrai brusco la cartella, sbattendo contro la scrivania e facendo cadere alcune cose. Mi piegai per raccoglierle e in fondo , nascosta dietro al cestino trovai una pallina.

Anzi, la pallina. La biglia azzurra che mi aveva regalato quella bambina  quando avevo 10 anni.  I suoi occhi non mi erano mai usciti dalla testa dalla prima volta che l'avevo vista. 

Ero uno stupido , continuavo a provare dei sentimenti verso quella ragazzina  e sperare in qualcosa di più  , nonostante lei mi odiasse.

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Cole o Abel?

spero vi piaccia :)

I miei nuovi coinquiliniWhere stories live. Discover now