XXIX

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Le vacanze di natale sono passate tra casa e ospedale. L'aria era sempre triste, i pochi sorrisi che facevamo erano solo un frutto della nostra malinconia pensando a momenti che forse non torneranno più.

Ho passato metà delle vacanze da Shannon, la famiglia Stevenson aveva bisogno di pensare e avevo preferito lasciarli soli.

Cole non migliorava, anzi sembrava che peggiorasse ogni giorno di più,la chemio non sembrava  funzionare molto bene e  i  dottori dicevano che forse sarebbe servito un trapianto al più presto .Avevano già fatto richiesta, ma la lista era molto, molto lunga.

Papà aveva chiamato il giorno di Natale dicendo che là era bellissimo, la Russia era strepitosa e le persone molto cordiali, il contrario di quello che pensava. Mi aveva promesso che sarebbe tornato, ma non era riuscito a prenotare un volo in tempo. So che mi vuole bene,  a volte però penso che ami di più il suo lavoro che me, ma so che concentrarsi nell fotografia non lo fa pensare e pensare lo fa star male quindi va bene così.

<Alex, secondo te cosa dovrei mettere?>mi chiese la mia amica, mentre io ero ancora sotto le coperte. Gennaio quell'anno era molto freddo, bhe in realtà come tutti gli anni, la neve aveva coperto qualcunque cosa ed era uno spettacolo magnifico.

Purtroppo la scuola doveva ricominciare e con lei anche la crisi del " cosa mi metto oggi?.

<non so..io metterò una tuta pesante e un giubbotto a stile eschimese..> a quella frase mi mancò un respiro, stile eschimese..come il giorno dell'anniversario della morte della mamma.

Cole mi aveva accompagnata e se ci ripenso ora, sono sicura che lì non stava cercando di prendermi in giro. Nessuno starebbe a congelare in un cimitero solo per gioco.

Un sorriso malinconico mi comparse sul volto e Shannon venne ad abbracciarmi.

Erano passati quasi 2 mesi ed erano successe troppe cose.

Abel ed io eravamo diventati molto amici e stranamente ci eravamo lasciati alle spalle la sera al pub, Franco con un sorrisetto malizioso gli aveva detto che si sarebbe aspettato più di un bacio fra noi due, quindi non era successo niente per fortuna, sentivo che sotto c'era altro da parte sua, ma ogni cosa a suo tempo. Se vorrà parlarmene io lo ascolterò.

Mezz'ora dopo Shannon era pronta mentre io dovevo ancora alzarmi, ma ci avrei messo 5 minuti a prepararmi.

Infatti in 10 minuti ci trovavamo in macchina dirette verso scuola.

Le lezioni erano noiose come sempre, l'unica cose che era cambiata era che i professori avevano cominciato a rompere per il fatto della maturità dell'anno dopo.

Avevo già l'ansia a pensarci, figuriamoci se gli insegnanti continuano a mettere pressione.

Il primo giorno passò in fretta e dopo le 5 ore, andai in ospedale con Abel.

<Hei, ciao> Il fratello andò a parlare con il medico,come tutte le volte.

<Alex> si tirò su con fatica. Due tubicini gli entravano nel naso, e due buste con del liquido erano collegati a degli aghi infilati nel suo braccio,un cappellino di lana a coprire la testa.

Quella vista mi fece venire un dolore al petto. Era tutto così dannatamente uguale.

Andai a sedermi sullo sgabello davanti al letto, e gli raccontai la mia giornata, così come avevo fatto sin dal giorno in cui era stato ricoverato.

Un giorno ero venuta da sola e avevamo parlato a lungo di quello che era successo.

A quanto pare quello che provava per me lo spaventava, era la prima volta che sentiva qualcosa di così forte e io ne ero felice.

Decidemmo però di non affrettare le cose  perchè il tempo c'era. Io ero sicura che il tempo ce lo avrebbe permesso, la malattia non me lo avrebbe portato via.

Gli avevo portato anche alcuni degli indovinelli che mi aveva fatto la mamma, grazie a quello ci eravamo avvicinati ancora di più. Non c'era più niente ormai che ci divideva..

<la Mckendal ha insegnato all'artisto il mio ultimo anno e credo di non aver mai incontrato una persona così antipatica> risi. Era strano vederlo così, mentre il suo stato d'animo era sempre allegro.

Probabilmente si era abituato a tutto quello, per via della prima volta.

<passare i giorni in questa stanzetta, ti lascia molto tempo  per pensare> cominciò lui, grattandosi nervosamente la mano.

<e ho pensato, visto che non mi rimane molto..> lo bloccai con una mano e tornai seria.

<non osare dire una cosa del genere mai più> ordinai con le lacrime che minaccivano, ancora una volta, di scendere.

<ma Alex..è vero> pronunciò quella frase con un sorriso debole e rassegnato. Mi alzai di scatto in piedi arrabbiata e  gli afferrai il collo della tunica, avvicinandomi a lui, quasi da poter sentire il suo respiro sul mio.

<non dire stupidaggini! Sopratutto davanti alle persone che ti amano! sopratutto davanti a me!> l'ultima frase la pronunciai in un sussurro, prima di lasciarmi travolgere dalle emozioni e unire le mie labbra sulle sue in un bacio doloroso.

Un bacio che conteneva tutta la mia disperazione e rabbia.

<non dirlo mai più> lo vidi sorridere e chiusi gli occhi, poggiando la mia fronte sulla sua.

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Spero vi piaccia :)

I miei nuovi coinquiliniWhere stories live. Discover now